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A
ttualit
Á
Blue Powder Corporation”.
Costruimmo inoltre una fab-
brica di lavorazione del tan-
talio grezzo a Matamoros,
in Messico. A quel punto
KEMET aveva ovviamente
bisogno del minerale grezzo
da fornire ai suddetti stabili-
menti.
A posteriori, tali azioni stra-
tegiche si rivelarono relati-
vamente semplici rispetto a
quella di trovare una fonte
eticamente pulita di tantalio
grezzo. La Repubblica De-
mocratica del Congo (DRC)
in Africa è rimasta, per lun-
go tempo, un’importante
riserva di questo minerale.
Purtroppo, però, il suddetto
Paese è stato, per parecchi
anni, teatro di combattimenti
continui tra fazioni rivali.
Molti di questi gruppi hanno
rubato e venduto le risorse
naturali del Paese, inclusa
la tantalite, allo scopo di fi-
nanziare le proprie attività
– violando i diritti umani. L’in-
dustria del tantalio era ben
consapevole della situazio-
ne e molti sostenevano che
avremmo
semplicemente
dovuto interrompere del tut-
to qualsiasi tipo di rapporto
commerciale con la Re-
pubblica Democratica del
Congo. Tuttavia, in KEMET
abbiamo adottato un punto
di vista differente. Ritirarsi
completamente avrebbe si-
gnificato solamente rendere
una situazione già pesante-
mente negativa ancora peg-
giore per gli abitanti della
DRC, così ci prefiggemmo
l’obiettivo di sviluppare una
soluzione sostenibile. Dopo
aver esaminato diverse
compagnie minerarie come
partner potenziali, entram-
mo in contatto con la Mining
Mineral Resources (MMR),
un’impresa che vantava una
storia lavorativa di succes-
si all’interno del Paese. La
MMR aveva ottenuto le con-
cessioni dal governo della
DRC per estrarre il tantalio
nel Katanga, una provincia
libera dai conflitti. Il nostro
obiettivo era quello di co-
struire le fondamenta di un
modello sostenibile, che
includesse benessere e si-
curezza duraturi per tutte le
parti coinvolte nel progetto,
e, allo stesso tempo, di di-
mostrare che le soluzioni
che uniscono sostenibilità
I minerali dei conflitti
e la catena di approvvigionamento
L’industria dei componenti elettronici viene a
trovarsi fra l’incudine e il martello, in bilico fra due
interrogativi: venderemo prodotti più a buon mercato
con l’impiego di minerali “moralmente contaminati”,
oppure manterremo un alto profilo morale perdendo
vendite, margini di profitti o entrambi?
I
notiziari hanno dedicato
parecchio tempo a ripetere,
analizzare e commentare
la promessa di Apple e di
altri importanti produttori di
apparecchiature elettroni-
che da utilizzare, all’interno
dei propri prodotti,
unicamente minerali
che non provengano
da zone interessate
da conflitti. I consu-
matori, a loro volta,
sono all’improvviso
diventati pienamen-
te consapevoli della
“Sezione 1502” della
riforma delle rego-
lamentazioni di Wall
Street nota come
Dodd-Frank Act e della leg-
ge a tutela dei consumatori,
e più propensi, rispetto al
passato, a voler acquista-
re dispositivi elettronici che
non siano legati a fenomeni
di violazione dei diritti umani
e sfruttamento (cioè conflict-
free).
Ovviamente, i materiali pro-
venienti da una filiera etica
risultano spesso più costosi
e, considerando la natura
intrinsecamente competitiva
dell’industria elettronica sul-
la questione dei prezzi, ap-
pare molto improbabile che
la maggior parte dei consu-
matori sia disposta a pagare
un extra per acquistare pro-
dotti elettronici non prove-
nienti da zone di conflitto. Ed
ancor più inverosimile è che
la differenza di costo venga
assorbita dai fabbricanti di
prodotti elettronici. Di con-
seguenza l’industria dei
componenti elettronici viene
a trovarsi fra l’incudine e il
martello, in bilico fra due in-
terrogativi: venderemo pro-
dotti più a buon mer-
cato con l’impiego
di minerali “moral-
mente contaminati”,
oppure manterremo
un alto profilo mora-
le perdendo vendite,
margini di profitti o
entrambi?
è uno dei
principali produttori
al mondo di conden-
satori al tantalio: nel-
la nostra azienda abbiamo
dovuto affrontare questo di-
lemma già alcuni anni fa. Ab-
biamo deciso di mantenere i
nostri prodotti convenienti
dal punto di vista economico
e di assumerci, allo stesso
tempo, una responsabilità
morale, controllando com-
pletamente la nostra catena
di approvvigionamento del
tantalio, dall’inizio alla fine.
Nel 2011 iniziammo ad ap-
plicare in concreto la nostra
strategia per una catena di
fornitura del tantalio verti-
calmente integrata e a fi-
liera corta. Acquistammo
un produttore di polvere di
tantalio in Nevada, cambian-
done il nome in “KEMET
continua a pag.20
Per Loof,
Chief executive
officer di KEMET
Electronics
EON
ews
n.
577
-
luglio
/
agosto
2014
P
er
L
oof
Il sito minerario
di Kisego nella
provincia del
Katanga, DRC
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