I pilastri della futura rivoluzione
Una nuova convergenza tecnologica sta facendosi strada nell’ICT e lascia prevedere cambiamenti per tutte le aziende che producono innovazione: nuovi prodotti e servizi, nuove alleanze, riorganizzazione delle supply chain.
Parliamo di quelli che IDC chiama i quattro pilastri per le nuove piattaforme IT, cloud, mobile, big data e analytics, social networking, e della loro convergenza con device sempre più intelligenti.
Quali risvolti tecnologici e di business potranno risultare da questa tendenza che promette di diventare una rivoluzione? è l’interrogativo che rivolgiamo a Matteo Bambini, marketing manager Italy & Spain di National Instruments.
“National Instruments ha capito l’importanza di questa convergenza di tecnologie da anni, e per questo ha studiato diverse soluzioni che sfruttano a vari livelli queste piattaforme IT, in special modo le prime tre (cloud, mobile e big data/analytics). Il primo passo è stato quello di sfruttarne le potenzialità sia per i nostri prodotti sia per miglioramenti interni, e in alcuni casi le due attività sono andate a coincidere.
Un esempio è stata l’introduzione del servizio di compilazione di codice FPGA su cloud, FPGA Cloud Compile, che appoggiandosi a servizi di fornitori consolidati, quali Amazon Web Services, permette di scaricare una parte onerosa, dal punto di vista computazionale, del processo di compilazione di un programma per dispositivi dotati di FGPA delle famiglie di prodotto RIO, direttamente sul cloud, dove dei server remoti si prendono in carico la compilazione e restituiscono, una volta terminata l’operazione, il codice compilato.
Bene, questo servizio, pensato ovviamente nell’ottica di strumento per i clienti, è oggi pesantemente utilizzato dai programmatori di National Instruments per scaricare tempo di processamento (e quindi “risorse” bloccate) sui PC in locale, per poter continuare a lavorare sull’applicazione mentre si attende il risultato del processo. Questo ovviamente ha un impatto diretto ed evidente sull’efficienza e la produttività dei team di ricerca e sviluppo, application e system engineering”.
EONEWS: Le nuove tecnologie ICT come stanno modificando i prodotti e le soluzioni che proponete ai vostri clienti?
BAMBINI: L’impatto è significativo, perché da un lato National Instruments può sfruttare queste tecnologie per offrire funzionalità innovative ai propri clienti, ma dall’altro sono i clienti stessi a chiedere di poter sfruttare alcune di queste funzionalità o tecnologie con i prodotti a loro più familiari. Un esempio è quello di Data Dashboard per LabVIEW, un’applicazione per creare interfacce uomo-macchina su tablet: NI ha rilasciato una versione preliminare per dispositivi iOs per consolidare le esigenze e la funzionalità richieste, ma l’accoglienza ricevuta dagli utenti è stata sopra le aspettative, e le pressioni per rendere disponibile la versione per dispositivi Android sono state tali da accelerare la fase di rilascio di quest’ultima.
EONEWS: Quali effetti sul business prevedete da questi nuovi trend tecnologici?
BAMBINI: Il business generato direttamente in questo momento rappresenta ancora una porzione ridotta e sicuramente secondaria. L’elemento chiave, però, è che queste tecnologie sono praticamente sempre correlate ad altri dispositivi hardware e software, per cui indirettamente in realtà già oggi generano business, e spesso si rivelano come la chiave vincente per chiudere con successo un’opportunità. Per questo, anche quando oggi non generano ricavi diretti consistenti, NI continua ad investirci in termini di ricerca e sviluppo, perché ne capisce il potenziale nascosto.
EONEWS: Quali settori finali sembrano più interessati a queste nuove possibilità?
BAMBINI: I settori in realtà sono i più disparati, dalla distribuzione dell’energia elettrica al monitoraggio ambientale, strutturale o di controllo dello stato delle macchine, fino a automotive e trasporti, in quanto in tutti questi settori si stanno presentando le problematiche di gestione di questa mole di dati generati e l’opportunità di farne una “miniera d’oro” di informazioni utili.
Un esempio che posso presentare nasce in ambito trasporti, dove i veicoli progettati oggi includono migliaia di sensori, processori e milioni di linee di codice. Veicoli più intelligenti comportano più parametri, sia fisici che elettrici, da testare e monitorare. Gli ingegneri di collaudo richiedono sistemi di data-logging intelligenti e sufficientemente robusti da poter utilizzare all’interno dei veicoli da collaudare.
All’Integrated Test & Measurement (ITM), negli Stati Uniti, ad esempio, avevano bisogno di una soluzione di test a bordo veicolo flessibile e ad alte prestazioni per determinare i livelli di vibrazione del sistema di scarico di un veicolo professionale durante il funzionamento su strada. Hanno sviluppato una soluzione di data-logging per le vibrazioni ad alta velocità, che forniva un’interfaccia wireless da un laptop o dispositivo mobile con il sistema stand-alone NI CompactDAQ programmato con il software per la progettazione di sistemi NI LabVIEW.
Il processore ad alte prestazioni all’interno del sistema stand-alone CompactDAQ ha permesso funzionalità più complesse, come l’elaborazione avanzata del segnale, il trasferimento dei dati ad alta velocità, a oltre 6MB/s, la memorizzazione non-volatile per tutti i 28 ingressi da accelerometri con campionamento simultaneo e connettività Wi-Fi. Grazie all’ultima versione del Data Dashboard for LabVIEW, gli ingegneri di ITB, inoltre, hanno ora la possibilità di sviluppare un’interfaccia utente personalizzata, interagire e controllare il sistema data-logging delle vibrazioni direttamente da un iPad.
EONEWS: Quali componenti hardware sono più toccati da queste innovazioni?
BAMBINI: Nell’hardware ci sono due elementi fondamentali per tutti quei dispositivi di monitoraggio e controllo, in particolare embedded. Un elemento chiave è la dotazione di reti di comunicazione (ethernet, wireless e così via) che permettano di connettersi a intranet e Internet in modo immediato; ma allo stesso tempo è necessario che i medesimi sistemi dispongano, nei propri “driver” o negli strumenti di programmazione, di tecnologie di connettività alla rete, di trasmissione dei dati e di interfacciamento ai protocolli del web il più integrati e di accesso immediato possibile.
Un esempio sono servizi web e protocolli ftp o similari, che spesso nel mondo dell’automazione non sono “dotazione standard” di sistemi di monitoraggio e controllo, mentre lo sono per tutto il panorama dei prodotti National Instruments, permettendo così di accedere in remoto ad un dispositivo, di trasferire file via ftp dal campo a database aziendali, salvare dati su un cloud sicuro e protetto tramite funzioni ad accesso rapido, e poter visualizzare gli stessi dati dall’altra parte del mondo su un tablet con un’interfaccia utente chiara, sintetica e, perchè no, anche piacevole.
EONEWS: A livello di software e di software packages che includono queste tecnologie, quali evoluzioni si possono prevedere?
BAMBINI: La proliferazione, in tutto il mondo, dei dispositivi mobili ha permesso alle persone di accedere alle informazioni in modo immediato ed istantaneo. La tecnologia mobile ha creato l’aspettativa naturale della connessione continua con le informazioni, che ora influenza anche il mercato dell’acquisizione dati. Gli ingegneri e i tecnici stanno sviluppando sistemi a cui si può accedere mediante dispositivi mobili; allertano i tecnici quando i test sono completi e offrono la possibilità di cambiare i dati in movimento.
Nel settore dell’acquisizione dati, si stanno utilizzando tecnologie mobili con accesso continuo alle informazioni per ottenere miglioramenti in termini di rendimento e, in molti casi, evitare problemi prima che diventino costi. La possibilità quindi di sviluppare sistemi di monitoraggio o HMI su piattaforme mobile, palmari e tablet diventa quindi un valore aggiunto importante, e cambia di conseguenza anche il mercato dell’acquisizione dati.
Il primo passo per creare un HMI remoto per un sistema di misura è scegliere come trasmettere i dati di misura e selezionare quale client di dati standardizzare. Gli ingegneri stanno apprendendo sempre di più sulle opzioni per creare soluzioni HMI remote, considerando questa funzionalità primaria nella scelta della piattaforma per il sistema di misura. Per questo quindi queste funzionalità si abbinano poi a una potente infrastruttura cloud.
Prima si accennava alla disponibilità, già oggi, di strumenti di programmazione per interfacce utenti su tablet iOs, Android e Windows 8. Nel futuro quello che vediamo più significativo per i nostri utenti sarà quello di poter programmare in LabVIEW direttamente da un tablet o da dispositivi multi-touch, direzione in cui le nuove generazioni di portatili si stanno orientando con forza.
Abbiamo già mostrato delle “anteprime tecnologiche” di queste funzionalità, per capire anche quali sono le complessità a livello di ricerca e sviluppo: poter “disegnare” codice grafico su un tablet significa tenere presente di come spostare le icone su un diagramma con il movimento di un dito, come collegare delle icone in modo automatico, come ridisporre le connessioni fra funzioni in modo logico e ordinato, e queste tecnologie saranno la base dell’usabilità, e quindi del successo, di una futura versione di LabVIEW per tablet.
Un’altra funzionalità software che riteniamo in forte sviluppo e molto promettente è quella dei servizi di data storage su cloud. I progressi nella tecnologia informatica – come l’aumento della velocità dei microprocessori e la maggiore capacità di archiviazione del disco rigido – insieme alla riduzione dei costi di hardware e software, hanno generato un’esplosione di dati a ritmi elevatissimi. Nelle applicazioni di misura, in particolare, ogni giorno, ingegneri e tecnici sono in grado di acquisire un’enorme quantità di dati al secondo.
Questi sono quelli provenienti dal mondo fisico, sono dati analogici, catturati e digitalizzati; per questo motivo si può parlare di “Big data analogici”. Utilizzare l’archiviazione in cloud e le risorse computazionali del cloud per creare un punto di aggregazione unico per i dati provenienti da un vasto numero di dispositivi embedded (ad esempio i DAAN, ovvero nodi di acquisizione e analisi distribuita), fornendo accesso a quei dati da qualsiasi dipartimento interno all’azienda è semplice.
In questo modo si risolve il problema delle due reti informatiche e embedded parallele che non interoperano. Servirsi di risorse computazionali e di servizi di archiviazione quasi infiniti provenienti dal cloud, utilizzati e programmati su richiesta e al momento dagli utenti, fornisce soluzioni alle sfide per la gestione dei sistemi distribuiti e all’enorme serie di dati di misura acquisiti. Le suite di strumenti per i big data offerte dai fornitori cloud, infine, semplificano la raccolta e danno un senso a queste enormi serie di misure.
Leggi il Report completo “Le grandi opportunità del cloud e dell’Internet delle cose” su Eonews di dicembre (coming soon)
Francesca Prandi
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