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R
eport
EON
ews
n.
566
-
luglio
/
agosto
2013
stoso (a differenza di quelli
delle funivie) si rivolge ad
un mercato potenziale di 1
milione di ascensori e ai mi-
lioni di carroponte esistenti
sul territorio italiano. AMC è
diventata rapidamente lea-
der nel mercato del solleva-
mento pesi nazionale, a cui
fornisce le proprie strumen-
tazioni, mentre nell’ascen-
soristica offre il proprio ser-
vizio di elaborazione test e
certificazione alle società di
manutenzione. In casa sono
stati sviluppati l’elettronica
e il software, mentre per la
parte meccanica l’azienda
si avvale di fornitori. Fino-
ra l’assemblaggio è stato
mantenuto all’interno, ma
in seguito verrà terziarizza-
to. Alla spin off partecipano
anche il Politecnico di To-
rino e un socio industriale
di minoranza. Il fatturato è
raddoppiato ogni anno e en-
tro due anni dovrebbe rag-
giungere i 5 milioni di euro.
“Siamo stati il primo spin off
del nostro dipartimento -rac-
conta Aldo Canova, docente
del Politecnico di Torino, e
a distanza di 5 anni ne so-
no stati creati una decina.
Ciò manifesta che le iniziali
diffidenze e i timori di una
sottrazione di parte della ri-
cerca al mondo accademico
sono stati superati. Oggi il
trasferimento tecnologico è
considerato un elemento di
merito nei concorsi univer-
sitari e anche nella recente
abilitazione nazionale com-
pariva l’esperienza negli
spin off. Il sistema sta quindi
evolvendo; anche se in ritar-
do, ma sta migliorando”.
è vincitrice
di start up dell’anno 2013.
Opera nel settore della dia-
gnostica, producendo un
endoscopio potenziato dal-
la capacità di analizzare in
real time il liquido biologi-
co prelevato e individuare
fattori di rischio neoplastico
per tumore allo stomaco e
al colon nonché la presen-
za del bacillo Helicobacter
Pylori. In questo modo si
evitano inutili e costose
biopsie.
Il fondatore Paul Muller ha
deciso di fare impresa dopo
una lunga esperienza nel
trasferimento tecnologico e
nel venture capital.
Ha acquistato la proprietà
intellettuale di una tecnolo-
gia inventata da un gastro-
enterologo italiano, ha quin-
di reingegnerizzato la mac-
china e coinvolto un socio
industriale di altro settore.
Ottenute tutte le certificazio-
ni del medicale e la marca-
tura CE, è seguito un pro-
cesso di validazioni scien-
tifiche da parte di speciali-
sti italiani apprezzati dalla
comunità medico scientifica
internazionale.
Avviata la fase di commer-
cializzazione, i risultati sono
molto interessanti e promet-
tenti sia in Italia che a livel-
lo mondiale. “Sicuramente
stringeremo accordi di di-
stribuzione o licensing per-
ché questo può aiutarci a
crescere più rapidamente;
tuttavia vorremmo rimanere
indipendenti e differenziarci
su altri prodotti molto inno-
vativi”.
NISO Biomed ha utilizzato
i servizi di incubazione di
I3P (vedi sopra) che “ci ha
messo in contatto con alcu-
ni gruppi di ricerca dell’uni-
versità, ci ha consentito di
arrivare al credito con una
convenzione e di ottenere
l’iscrizione immediata all’U-
nione Industriali. La consu-
lenza dell’incubatore è stata
molto utile nel processo di
certificazione e acquisizione
della proprietà industriale”.
“Credo che tutte le start up
ad alto contenuto tecnologi-
co (anche quelle non acca-
demiche ndr) debbano fare
riferimento ad un incubatore
universitario, soprattutto per
il collegamento con il mon-
do della ricerca”.
le del processo di stampa,
la tecnologia sviluppata ag-
giunge al codice una cor-
nice non riproducibile che
garantisce l’autenticità della
stampa”.
L’impresa sta affrontando
ora la prova del mercato.
“Non è semplice per dei tec-
nici e ricercatori quali siamo
noi -spiega Giacomo Can-
celli, amministratore dele-
gato di ViDiTrust- e nell’at-
tuale situazione economica
diventa particolarmente dif-
ficile.
Dobbiamo riuscire a dimo-
strare il valore economico
della vittoria sulla contraffa-
zione e trovare dei partner
industriali particolarmente
sensibili al tema”.
ViDiTrust ha beneficiato de-
gli spazi e delle attrezzature
di laboratorio dell’università
a condizioni molto vantag-
giose ma non ha ricevuto
supporti di tipo manageriale/
imprenditoriale perché l’uf-
ficio di sostegno alla cre-
azione di impresa nacque
proprio ai tempi della costi-
tuzione della start up.
è una giovanissi-
ma start up molto dinami-
ca. Nata nel 2011 dalla vo-
cazione imprenditoriale di
un ingegnere meccatroni-
co dell’Università di Trento,
Andrea Rao, l’impresa ha
usufruito dei servizi di incu-
bazione forniti da Trentino
Sviluppo per la provincia
autonoma di Trento. “Abbia-
mo scelto una start up non
accademica perché ave-
vamo bisogno di tempi di
risposta più rapidi di quelli
dell’università -spiega Rao.
Infatti alcuni industriali locali
(Rovereto) avevano reagito
prontamente e in modo po-
sitivo alle nostre proposte”.
L’impresa ha ideato e rea-
lizzato un sistema in grado
di effettuare una scansione
tridimensionale di qualsiasi
oggetto al fine di ottimizzar-
ne forma e struttura, dimi-
nuendo il peso a parità di
resistenza. In molti settori
applicativi si possono così
realizzare dei componen-
ti che hanno il minor peso
possibile. Al momento sono
molto interessati i produttori
di sistemi di sollevamento
con gru per autocarro. L’im-
presa investe moltissimo
in ricerca. “Stiamo svilup-
pando un sistema di scan-
sione 3D molto semplice
-spiega Rao, e un sistema
per controllare rapidamente
la correttezza delle analisi
eseguite; attraverso l’uso di
piccoli sensori sul campo
verifichiamo se le specifi-
che di progetto sono state
raggiunte”. “Credo che l’u-
niversità debba rapportar-
si più decisamente con il
mercato, dato che la ricer-
ca di base non contribuisce
molto alla concorrenzialità
del paese -conclude Rao;
università e industria devo-
no incontrarsi”.
, start up
dell’anno 2011, nasce nel
2007 come evoluzione di
un’attività di ricerca mecca-
tronica presso il Politecnico
di Torino. L’impresa si occu-
pa della produzione e ven-
dita di dispositivi per con-
trollare funi metalliche; tema
importante nelle funivie e in
generale nel sollevamento
merci e persone (ascensori,
ad esempio), dove il control-
lo avviene esclusivamente
a vista. II sistema di con-
trollo, leggero e poco co-
segue da pag. 9
“L’università
può concorrere
allo sviluppo
dell’iniziativa
privata”
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