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R
eport
EON
ews
n.
566
-
luglio
/
agosto
2013
cambiando la visione tra-
dizionale del mondo acca-
demico, che era negativa
rispetto al rapporto uni-
versità ed impresa?
“L’esperienza degli incuba-
tori sta dimostrando che l’u-
niversità può concorrere allo
sviluppo dell’iniziativa priva-
ta con vantaggi per l’eco-
nomia e per l’occupazione
giovanile senza per questo
privatizzare l’università co-
me molti temevano. Tutto
ciò procura ritorni economi-
ci per l’ateneo e soprattut-
to aumenta la possibilità di
finanziamento della ricerca
da parte di fondi privati. Nei
politecnici, e in particolare
quelli del Nord, questi be-
nefici sono percepiti da tem-
po”.
Quali sono i primi effetti
del decreto Passera sulle
start up?
“È ancora presto per valu-
tarne gli effetti. Il decreto è
importante perché ha dato
dignità normativa a questa
categoria d’imprese, ma
purtroppo non prevede im-
pegni di tipo finanziario, sal-
vo delle agevolazioni fiscali
a chi investe capitali. Come
associazione riteniamo che
uno spin off o una start up
siano riusciti quando cre-
scono e si sviluppano auto-
nomamente e quando ciò
avviene per effetto di part-
nership o addirittura di fu-
sioni con altri soggetti indu-
striali; il risultato è ottenuto
perché l’innovazione è stata
disseminata”.
Quali altre misure po-
trebbero sostenere il vo-
stro sforzo di diffusione
dell’innovazione?
“Oggi le università vengo-
no falcidiate nella dotazione
di fondi e viene detto che
questo tipo di attività debbo-
no essere finanziate preva-
lentemente con capitali che
vengono dall’esterno. Per
ora non riusciamo ad at-
trarre investimenti sui nostri
incubatori. Addirittura ab-
biamo uffici di trasferimento
tecnologico che sono in dif-
ficoltà per carenza di fon-
di, dopo che tanto è stato
speso per la formazione del
personale. Quindi servireb-
be proprio un impegno del
settore pubblico”.
Incubatore I3P
di Torino
, Incubatore di Imprese
Innovative del Politecnico
di Torino, è il principale in-
cubatore universitario ita-
liano e uno dei maggiori a
livello europeo. Favorisce
la nascita di nuove imprese
science-based con valida-
ta potenzialità di crescita,
fondate sia da ricercatori
universitari sia da impren-
ditori esterni, fornendo lo-
ro spazi attrezzati, servizi
di consulenza e professio-
nali per avviare la propria
attività imprenditoriale e un
network di imprenditori, ma-
nager e investitori. Fonda-
to nel 1999, I3P ha avviato
ad oggi oltre 145 start up
che hanno saputo mettere
a frutto i risultati della ricer-
ca in diversi settori: ICT/So-
cial Innovation, Cleantech,
Medtech, Industrial, Elettro-
nica e Automazione. Ogni
anno I3P riceve oltre 200
idee imprenditoriali, valuta
più di 60 business plan e
avvia circa 15 nuove start
up. Marco Cantamessa, il
presidente, risponde ad al-
cune domande di EONews.
Quali effetti ha avuto
sull’università l’esperien-
za con le start up?
“Ritengo che ci siano sta-
ti principalmente due effet-
ti. Uno diretto, in quanto le
startup dell’incubatore inte-
ragiscono con i Dipartimenti
universitari nelle attività di
ricerca applicata, in parte
finanziandola in prima per-
sona ma anche partecipan-
do come partner di progetti
nazionali ed europei. L’ef-
L
a nascita di una nuova
economia può avvenire a
condizione che le nuove
piccole imprese, che ven-
gono concepite per lo più
nell’ambiente della ricerca
universitaria, incontrino un
habitat loro favorevole e
concretamente disponibile a
sostenerle. Agli inizi i primi
supporti in termini di forma-
zione imprenditoriale e con-
sulenza d’azienda arrivano
dalle università. Non tutte,
ma ormai molte, dispongo-
no di uffici di trasferimento
tecnologico che si occupa-
no anche di creazione d’im-
presa. Le migliori start up
trovano anche spazi fisici
e attrezzature a condizioni
vantaggiose negli incubatori
universitari. Più complesso
è accedere al credito per
affrontare i periodi iniziali
mentre per consolidarsi e
crescere come impresa è
indispensabile attrarre ca-
pitali.
È qui che deve entrare in
gioco la collettività impren-
ditoriale nazionale, e in par-
ticolare le medie e grandi
imprese, che devono essere
capaci di comprendere il va-
lore innovativo e il potenzia-
le di business di tante start
up, magari in ambiti attigui
al proprio, per poi investire.
Le università, che in pas-
sato erano piuttosto lonta-
ne dal mondo dell’impresa,
stanno gradualmente ridu-
cendo questa distanza. Le
reti di incubatori universitari
si adoprano per dissemina-
re innovazione sostenendo
le start up e dando loro visi-
bilità; contemporaneamente
promuovono anche le best
practice di trasferimento
tecnologico in tutti gli atenei.
Nel 2004 è nata l’associa-
zione
, una vasta
rete di incubatori universita-
ri, atenei che promuovono
una business plan competi-
tion e incubatori esterni che
sono partecipati dall’univer-
sità. PNICube sostiene la
diffusione dell’esperienza
start up anzitutto attraverso
due importanti manifestazio-
ni che sono il Premio Na-
zionale dell’Innovazione e il
premio Start up dell’Anno.
L’idea è quella di mettere in
concorrenza i business plan
di start up vincitrici di com-
petizioni regionali, nel primo
premio, e i risultati raggiunti
a distanza di tempo dalle
imprese nate su quei pro-
getti, nel secondo caso. I
valutatori sono analisti non
accademici appartenenti al
mondo industriale, del ven-
ture capital e business an-
gel. La visibilità è garantita
per partecipanti e vincitori.
Il presidente di PNICube,
Loris Nadotti, dell’Università
di Perugia, spiega che “ven-
gono selezionati i business
plan che si ritiene possano
dare vita ad imprese con il
maggior tempo di soprav-
vivenza; quindi che hanno
buone prospettive di merca-
to e possibilità di internazio-
nalizzazione”.
A seguito delle esperienze
di incubazione come sta
F
rancesca
P
randi
Università
e start up
Una nuova economia con produzioni e servizi
altamente tecnologici e innovativi, con i quali
sfidare la competizione globale, può nascere anche
nel nostro Paese, a partire dalle tante start up che
stanno crescendo e dimostrando la validità dei loro
progetti imprenditoriali
Marco
Cantamessa,
presidente di
I3P
Francesca
Antoniolli,
PhD, co-
fondatrice di
Genefinity
Aldo Canova,
professore
associato,
Dip Energia,
Politecnico di
Torino – socio
co-fondatore
e presidente
onorario
di AMC
Instruments