Qimonda dichiara la resa incondizionata. E si avvia verso lo spezzatino
A nulla sono serviti gli oltre 300 milioni di euro rastrellati a dicembre dello scorso anno, anche grazie al suo azionista di riferimento Infineon, per rimettere in sesto l’attività del costruttore di Dram.
A gennaio aveva dichiarato il proprio stato di insolvenza portando i libri al tribunale fallimentare di Monaco. Il presidente e CEO Kin Wah Loh non aveva però mancato di ostentare una certa fiducia nella possibilità di recupero, ritenendo di “poter continuare l’attività con l’appoggio dell’amministratore straordinario, dei dipendenti e seguendo le linee del piano di ristrutturazione”.
Rimasta praticamente inattiva dallo scorso mese di aprile, ora Qimonda issa definitivamente bandiera bianca. Tutti gli sforzi messi in campo dal commissario liquidatore Michael Jaffé di trovare un acquirente della società produttrice di memorie DRAM si sono purtroppo rivelati inutili. Tant’è che è stato deciso di avviare definitivamente le pratiche di liquidazione, ipotizzando la chiusura definitiva dei battenti entro la fine dell’anno.
Per proseguire nelle sue attività, Qimonda avrebbe avuto ancora bisogno di una iniezione di 300 milioni di euro, che però non sono arrivati. Dunque i 325 milioni di euro ricevuti a dicembre nell’ambito di un pacchetto di aiuti straordinari messo a disposizione dallo stato della Sassonia e da Infineon, il suo azionista di maggioranza, e da una banca d’affari portoghese sono purtroppo stati bruciati senza possibilità di recupero.
Secondo fonti ben informate, il commissario straordinario Michael Jaffé, d’accordo i sindacati dei lavoratori in stato di agitazione oramai permanente, non mollerà nella ricerca di possibili acquirenti. Anche se, con tutta probabilità, gli asset produttivi della fabbrica di Dresda saranno smantellati e venduti a pezzi. Sembra che alcuni papabili acquirenti stiano già ispezionando gli impianti in vista di una imminente valutazione.
Nel frattempo, dei 200 lavoratori ancora impegnati nella manutenzione degli impianti, il 50% verrà purtroppo licenziato. Ironia della sorte, ciò accade proprio in un momento dove sembra che il mercato delle memorie inizi a mostrare segnali di ripresa, sia con incrementi di prezzo sia con scorte di magazzino che stanno arrivando al punto critico del riordino.
Le operazioni di dismissione saranno seguite dai due direttori generali del sito di Dresda Frank Prein and Wolfgang Schmid. Kin Wah Loh, CEO dimissionario, ha lasciato la società non comunicando alcunché sul suo futuro.
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