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A
ttualit
Á
EON
ews
n.
564
-
maggio
2013
tori esistono poi gli estremi
per il configurarsi di una si-
tuazione di dumping.
Anche da un punto di vista
normativo si introducono
regole sempre più stringen-
ti, si pensi alle normative
ambientali, senza però as-
sicurarsi che vengano ri-
spettate anche da chi non
produce localmente e que-
sto incide negativamente
sulla competitività delle im-
prese europee.
Questo fenomeno di dein-
dustrializzazione è perico-
loso per l’Europa ed è ciò
contro cui dobbiamo lot-
tare ripartendo da alcune
eccellenze anche italiane
che, malgrado le difficoltà,
riescono a competere nel
mondo globale esportando
però oltre il 90% del fattu-
rato.
EONEWS:
Quale tipo di
azioni concrete, concer-
tate a livello europeo,
potrebbero contribuire a
rafforzare la competitività
dell’industria elettronica
e supportare i produtto-
ri di circuiti stampati?
MERONI:
L’Europa sta ri-
prendendo consapevolez-
za dell’importanza di avere
un’industria locale e anche
l’elettronica, e in particolare
la microelettronica, sono ri-
tornate al centro del dibatti-
to nella ricerca e nella poli-
tica industriale. Se guardia-
mo all’Italia questa svolta
non sembra esserci stata.
Per esempio in ambito R&S
alla componentistica elet-
tronica manca una dignità
settoriale, resta confinata
in una generica posizione
di tecnologia per vasiva,
ma non viene riconosciuta
esplicitamente in nessuno
dei nove cluster nazionali
recentemente costituiti dal
bando del MIUR sul poten-
ziamento dei cluster tecno-
logici nazionali.
Abbiamo bisogno di azioni
incisive affinché vengano
rispettati ovunque gli stan-
dard di salute, sicurezza
e protezione ambientale
vigenti in Europa e questo
vale non solo per i circuiti
stampati. Poi si deve inter-
venire su alcune storture,
come quella che citavo
relativa ai dazi sulle mate-
rie prime per i PCB, e so-
prattutto si deve avviare la
concertazione sulla filiera
elettronica, coinvolgendo
le parti sociali per definire
azioni di politica industria-
le che consentano a tut-
ta la catena del valore di
poter produrre in Europa,
acquistando qui almeno
una quota parte dei pro-
pri prodotti. Non si tratta
di erigere barriere ma di
adottare misure incenti-
vanti per mantenere sul
suolo europeo know-how
e occupazione.
EONEWS:
Cosa è emer-
so dall’incontro europeo
del 27 febbraio, quando
nell’ambito della Com-
missione Europea è stato
avviato il Gruppo che ha
il compito di seguire l’im-
plementazione del piano
di azione sulle tecnolo-
gie abilitanti fondamentali
I
n occasione dell’incontro
del 10 gennaio scorso Ga-
briella Meroni – presidente
Associazione Componenti
Elettronici di Federazione
– aveva illustrato la
situazione del settore par-
lando di una penalizzazio-
ne subita dai produttori di
circuiti stampati a causa di
regolamentazioni europee.
EONEWS:
In che sen-
so
lei disse che regole
continentali hanno pe-
na l i zzato i produt tor i
di circuiti stampati eu-
ropei? Quali capacità
e oppor tunità si sono
perse di conseguenza?
MERONI:
Quello del set-
tore dei circuiti stampati è
un caso emblematico che
potrebbe insegnare molto
anche a chi prende deci-
sioni strategiche di politica
industriale in Europa. Nel
2000 il settore vedeva in
Italia una presenza indu-
striale importante con circa
90 aziende produttrici con
un valore della produzione
di quasi 900 mln di Euro
e circa 2000 addetti. Oggi
sono rimasti solo 50 produt-
tori nazionali, molte micro
imprese e solo 5 classifi-
cabili come PMI, il valore
della produzione è crollato
a 500 mln di Euro e gli ad-
detti si sono circa dimezza-
ti. Il fenomeno è condiviso
a livello europeo dove nel
2000 erano presenti oltre
500 imprese con 44.000 di-
pendenti e oggi ne sono ri-
maste circa 250 con 20.000
addetti. Il mercato dei PCB
in Europa è oggi ancora in-
feriore a quello del 2000 in
un mondo dove l’elettronica
è infinitamente più diffusa
rispetto a tredici anni fa.
Se si scompone il dato
di mercato italiano, si ve-
de come la penetrazione
dell’import di circuiti stam-
pati dal far-east è cresciu-
ta moltissimo soprattutto in
Italia dove, in generale, c’è
un alto consumo di compo-
nenti elettronici importati da
paesi terzi. La penetrazione
dell’import, quasi per il 60%
proveniente dalla Cina, è
nel 2011 pari al 39% con-
tro una media europea che
non supera il 30%.
Oltre a problemi legati ai
bassi livelli di competitivi-
tà che si raggiungono nel
produrre in Europa vi sono
delle anomalie di tipo pret-
tamente commerciale che
affliggono i produttori eu-
ropei. In questo settore per
esempio la materia prima
che serve per la fabbrica-
zione del circuito stampato,
e che non è più prodotta in
Europa ma solo in Asia, è
soggetta a un dazio all’im-
portazione. Invece, chi ac-
quista direttamente il pro-
dotto finito da un Paese ter-
zo non deve pagare nessun
tipo di dazio.
Analizzando le politiche
commerciali degli importa-
Produzione elettronica in Italia:
quale futuro?
In un incontro tenutosi il 10 gennaio 2013 con il vice-
presidente della Commissione Europea, Angelo Tajani,
Confindustria Anie aveva avanzato la proposta di un
tavolo europeo in difesa della produzione industriale
nella microelettronica, con focus sui circuiti stampati
F
rancesca
P
randi
Fig. 2 - Le
importazioni
di circuiti
stampati
in Italia: i
principali
mercati di
provenienza
(Fonte:
Elaborazione
ANIE su dati
Eurostat)
Fig. 1
Evoluzione
del mercato
europeo
a 27 stati
dei circuiti
stampati dal
2000 (Fonte:
Elaborazione
ANIE su dati
Eurostat)
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...32
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