EONews_570 - page 21

EON
ews
n.
570
-
dicembre
2013
21
sito tecnologie di emulazio-
ne continuano a utilizzarle, e
stanno anche aumentando la
capacità, quindi il numero di
emulatori in uso. Altri utenti
stanno adottando l’emulazio-
ne adesso”. Il trend si registra
a livello globale, anche se il
grosso del mercato è per ora
negli Stati Uniti.
Perché l’emulazione sta diven-
tando sempre più importante?
“Uno dei fattori che spingono
al suo utilizzo è la crescita del-
la complessità dei componenti
– processori, GPU, software
di gestione, differenti IP inte-
grate, e interfacce, come PCI
Express, USB, SATA
e quant’altro – che
fanno parte del siste-
ma completo. Ma, a
differenza del pas-
sato, oggi non è più
tanto una questione
di time-to-market,
quanto di ‘fare o non
fare’. Se non si ha la
possibilità di verifica-
re completamente il
componente che an-
drà sul mercato, si
può rilasciarlo? Pro-
babilmente no. Se non si è in
grado di verificare il funziona-
mento dei componenti e fare
una validazione del sistema
completo, si può procedere at-
traverso cicli di ‘silicon respin’,
ma ciò può richiedere anni pri-
ma del rilascio di un prodotto
sul mercato”.
E tale strategia di certo non si
addice a realtà commerciali in
cui, ad esempio, gli utenti del
mondo consumer sono soliti
cambiare telefonino ogni do-
dici mesi. “Dunque, quello che
vediamo è che l’emulazione
sta diventando, un ‘must’, una
necessità più che un ‘nice to
have’, come accadeva qual-
che anno fa”.
La complessità non è nel nu-
mero di gate di per sé, ma
nelle applicazioni che devono
funzionare, quindi nel software
che va nel sistema. “Abbiamo
clienti che avevano iniziato a
usare l’emulatore come ac-
celeratore della simulazione.
Ma l’esplosione dell’uso degli
emulatori è avvenuta quando
questi clienti hanno cominciato
a validare il software prima di
avere il silicio dispo-
nibile”. Gli emulatori
forniscono la possi-
bilità di rappresenta-
re in modo virtuale
l’intera complessità
dell’ambiente interno
del chip e, in sostan-
za, è come se si la-
vorasse con il silicio
reale. Possono poi
essere interfacciati
con il mondo esterno,
quindi a una worksta-
tion equipaggiabile
con tutta una serie di software,
attraverso una connessione a
banda elevata. I dispositivi vir-
tuali, di volta in volta creati sul-
la workstation, sono collegati e
interagiscono con il DUT (de-
sign-under-test) sull’emulatore,
consentendo la verifica delle
interfacce in condizioni simili
a quelle reali. In questo mo-
do, conclude Pulini, si arriva
a ottenere un ‘golden model’,
un modello di riferimento vir-
tuale completamente flessibi-
le, che rende possibile rilevare
gli errori con maggior facilità,
grazie a una totale visibilità sui
dettagli di funzionamento delle
interfacce e dei componenti.
In questo modo, si possono
ridurre i tempi di ‘bring-up’del
silicio, da 4-5 settimane a solo
un paio di giorni.
N
ell’era della proliferazione dei
SoC (System-on-Chip) non so-
lo in smartphone e tablet, ma
anche in molti altri prodotti –
dalle console videogiochi, alle
auto, agli aerei – l’esigenza dei
team di progettazione elettro-
nica di ridurre la complessità
del ciclo di sviluppo dei sistemi
diventa sempre più pressante.
Lo ha spiegato Hanns Winde-
le, vicepresidente per Europa
e India di
,
dicendo come, alla già note-
vole complessità dei singoli
dispositivi (FPGA, o
schede PCB con più
requisiti da soddisfa-
re rispetto al passa-
to), oggi si aggiunga
quella dei cosiddetti
‘sistemi di sistemi’
(system-of-systems).
La Internet of Things
(IoT), che connette-
rà e farà comunica-
re fra loro miliardi di
dispositivi, ne è un
esempio. La com-
plessità delle proce-
dure di verifica dei SoC cre-
sce in maniera esponenziale
con il numero dei gate e, in
uno scenario simile, ha ag-
giunto Windele, la soluzione
dovrà arrivare dall’instaurazio-
ne di ambienti di engineering
‘systems-aware’. Ambienti in
cui, partendo dall’integrazione
dei dati e informazioni prove-
nienti dalle molteplici discipline
che entrano nella realizzazio-
ne di un sistema o prodotto
elettronico, i team di lavoro, in
stretta collaborazione, avran-
no la possibilità di compiere
un’efficace e completa proce-
dura di verifica. C’è poi da con-
siderare, in questi ultimi anni,
anche l’inarrestabile crescita
nei sistemi della componente
software: oggi, ad esempio, il
software embedded in un’auto
di fascia ‘premium’ può arrivare
a 100 milioni di linee di codice,
superando di gran lunga quello
presente nei sistemi avionici di
un aeromobile commerciale.
E i costi di sviluppo del sof-
tware embedded salgono, via
via che si migra verso i suc-
cessivi nodi tecnologici dei
semiconduttori (65,
45, 22, 14 nanome-
tri). Di qui l’importan-
za sempre maggiore
di adottare ambienti
unificati di sviluppo
del codice (Sourcery
CodeBench), oltre a
tecnologie di prototi-
pazione virtuale ed
emulazione, tese a
verificare e validare
in anticipo il sistema
(pre-silicon verifica-
tion), e tutte le sue
componenti hardware (valida-
zione funzionale delle varie in-
terfacce del SoC), senza dover
attendere l’effettiva disponibi-
lità dei chip per la realizzazio-
ne dei prototipi in silicio (first
silicon).
Non è questione
di time-to-market
Le soluzioni di emulazione per
la verifica dei semiconduttori
che entrano in PC, telefonini e
smartphone, televisori HD 4K,
apparati di telecomunicazioni
(base station, router e così via)
e molti altri dispositivi, stanno
registrando un chiaro trend di
crescita. Lo conferma Gabrie-
le Pulini, product marketing
manager Emulation Division
di Mentor Graphics. “Vediamo
che i clienti che hanno acqui-
A
ttualit
Á
System-on-Chip:
“L’emulazione?
Ormai è un ‘must’”
Pulini, Mentor Graphics:
“I clienti che hanno
acquisito i sistemi, ora
ne stanno aumentando
anche la capacità”
G
iorgio
F
usari
Hanns
Windele,
vicepresidente
per Europa e
India di Mentor
Graphics
Gabriele
Pulini,
product
marketing
manager
Emulation
Division di
Mentor Graphics
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