EON
ews
n.
561
-
febbraio
2013
11
R
eport
le periferiche finali. L’attività
tradizionale del field applica-
tion o dell’agente di vendita
cristallizzati su una specifi-
ca linea di prodotto è cam-
biata per arrivare a
proporre soluzioni
finite. I maggiori di-
stributori globali fi-
nora hanno seguito
due modelli diversi
nell’area americana
ed europea. Negli
Stati Uniti agiscono
come system as-
sembler per il clien-
te finale e nelle pro-
prie catene di assemblaggio
arrivano anche a inscatolare
un server finito. In questo
modo la supply chain risulta
decisamente accorciata. In
Europa, che ha una gran-
de tradizione di aziende di
assemblaggio, il distributore
globale inizialmente ha am-
pliato la propria attività dalla
sola logistica del componen-
te a quella di
sistemi e ora
cerca di tra-
sferire la logi-
ca americana
del prodotto
finito anche
a l l e propr i e
case mad r i
europee. Per
questo han-
no acquisito
varie socie-
tà di system
a s s emb l i n g
d e l l ’ Eu r o p a
dell’Est che
producono so-
prattutto server. Oltre a ciò
stanno cercando di diversi-
ficarsi anche con la fornitura
di servizi software, vendita e
assistenza, tramite aziende
specializzate che vanno ac-
quisendo.
Di fatto, a mio parere, il
modello americano di as-
sembler general purpose si
scontra da noi con una tra-
dizione molto forte di system
assembling a elevatissima
specializzazione.
Dal punto di vista della no-
stra azienda il distributore
resta il nostro fornitore e
non diventa competitor per-
ché la nostra attività di pro-
duzione di sistemi elettronici
e di subsystem as-
sembling è estre-
mamente specializ-
zata e necessita di
un know how così
elevato che il distri-
butore non è in gra-
do di fornire.
In Europa la tipica
attività di distribu-
zione di compo-
nenti, con il distri-
butore che sostanzialmente
assume su di sé la logistica
dei prodotti è sicuramente
in difficoltà. L’Europa pro-
duce sempre meno e i costi
di magazzino pesano gra-
vemente sui margini. Per
questo, in molti casi, il lead
time dei distributori si è co-
sì allungato che ad aziende
come la nostra si trasferi-
sce il compito
di identificare
i codici criti-
ci e tenerli in
stock.
Nella filiera
de l l ’ embed -
ded, quindi,
la crisi ha evi-
denziato un
e c c e s s o d i
passaggi nel-
la catena che
giustifica le ri-
strutturazioni
in corso.
Noi abbiamo
un doppio rap-
porto con la distribuzione:
siamo nel contempo clienti,
per il silicio, e fornitori dei
nostri prodotti finiti. In Euro-
pa abbiamo anche piccoli di-
stributori locali molto vertica-
li, specializzati ad esempio
nell’automotive, nel gaming,
nella robotica, nell’industria-
le più avanzato. Questi pic-
coli distributori con un know
how elevato conservano un
preciso valore nella supply
chain; gli altri, invece, sono
destinati a finire”.
Gianluca
Venere,
Sales
director di SECO
“...il cliente
globale si
aspetta di
acquistare
localmente
a un prezzo
unico in tutto
il mondo”
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10 12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,...32