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EFFICIENZA ENERGETICA

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- ELETTRONICA OGGI 463 - GIUGNO/LUGLIO 2017

più elevata. In un periodo pari a 1 secondo le perdi-

te di commutazione rivestono un ruolo marginale. In

ogni caso è utile segnalare che le perdite di commuta-

zione (tratteggiate in rosso nel grafico di Fig. 1) stanno

assumendo un’importanza sempre più rilevante.

Power gating: concetti di base

Nella figura 2 viene descritto il principio base della

tecnica di “power gating”. L’esclusione di alcuni cir-

cuiti dovrebbe comportare una riduzione delle perdi-

te imputabili alle correnti di dispersione. Tali correnti

(ovviamente indesiderate) scaricano le capacità pre-

senti nel circuito: più elevata è la temperatura, mag-

giore sarà la velocità di scarica. Tali capacità sono di

natura intrinseca e di tipo parassita. Essi limitano le

cadute di tensione dovute ai picchi di corrente a un

livello di sicurezza. Quando viene utilizzata la tecnica

di “power gating”, il consumo di energia dinamica au-

menta mentre le condizioni di commutazione contribu-

iscono a incrementare le perdite di energia. In nume-

rose condizioni operative gli alimentatori sono accesi

e spenti in parallelo al “power gating”. Ciò comporta

un ulteriore aumento delle perdite di commutazione e

dinamiche. A questo punto è utile chiedersi quali sono

le condizioni operative che apportano i maggiori be-

nefici sotto il profilo del consumo di energia. Il secon-

do elemento che deve essere preso in considerazione

sono gli elementi che fanno parte dell’ambiente in cui

opera il sistema, come ad esempio la fonte di energia,

la temperatura o il profilo di temperatura.

La fonte di energia fornisce la regolazione della ten-

sione di funzionamento, ad esempio mediante un re-

golatore lineare o un convertitore DC/DC. Nelle MCU

di fascia bassa viene solitamente utilizzato un regola-

tore alla volta, mentre nei sistemi ad alte prestazioni

(che prevedono l’uso di SoC multi-core) sono presenti

più alimentatori che operano contemporaneamente.

Il profilo di temperatura deve essere preso in consi-

derazione quando le perdite di energia, ad esempio

le correnti di dispersione, rappresentano la maggior

di processo ridotte hanno evidenziato l’impatto della

tensione e della temperatura sul budget energetico.

Per questo motivo, sono state sviluppate tecniche di

power gating (esclusione dall’alimentazione della lo-

gica non utilizzata) e di scaling (variazione dinamica)

della frequenza e della tensione. Si tratta di tecniche

divenute standard nella realizzazione di MCU/SoC a

basso consumo. Nonostante ciò, vi sono alcune do-

mande che un progettista di sistemi si deve porre:

• Quali metodi e criteri sono utilizzati dal costruttore

e quali criteri sono importanti per la particolare ap-

plicazione considerata? Tali criteri corrispondono?

• Quali modalità operative hanno un impatto ottimale

sui consumi di energia?

Il primo fattore da tenere in considerazione è la durata

(il tempo speso) di una particolare modalità energeti-

ca, considerando il contributo di ciascuna modalità al

consumo totale di energia – e le condizioni di commu-

tazione dinamica:

• La modalità operativa (1) influenza direttamente il

consumo di energia – funzionalità e codice devono

essere eseguite.

• La modalità di sleep (2) ha il proprio livello di con-

sumo di energia – funzioni e codici vengono ar-

restati e richiedono un evento esterno per essere

riavviate. Entrambe le modalità appena descritte (1

e 2) contribuiscono al consumo di energia.

Condizioni di commutazione di funzioni che non sono

di tipo on/off.

Nell’Energy Benchmark messo a punto dal consorzio

EEMBC (le cui sequenza base cono riportate nella Fig.

1) la modalità operativa 1 (esecuzione/run) esegue il

codice definito. Gli utenti selezionano la modalità ope-

rativa, ad esempio la regolazione della tensione da

parte dell’LDO o del convertitore DC/DC, la frequenza

di funzionamento e così via. Essi possono scegliere la

modalità che utilizza la minor quantità di energia per

la loro applicazione. La funzione di clock in tempo re-

ale (RTC/RTCC), implementata tramite un oscillatore o

un quarzo a 32 kHz, è attiva e rappresenta il secondo

fattore che consuma energia. Il periodo in questo caso

è pari a 1 secondo. Il benchmark misura il consumo

di energia piuttosto che quello di corrente. I futuri

benchmark di questo tipo prevedono l’aggiunta di un

fattore che tenga conto delle perdite di commutazione.

Nelle attuali MCU/SoC la modalità operativa è il fattore

che contribuisce in misura maggiore al consumo di

energia. In generale è possibile ridurre il tempo di ese-

cuzione per compensare la corrente di funzionamento

Fig. 2 – Schema di principio della tecnica di “power gating”