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POWER

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- ELETTRONICA OGGI 442 - GENNAIO/FEBBRAIO 2015

DIGITAL

tatori di potenza e i filtri di uscita. L’anello di controllo interno,

invece, assicura la flessibilità propria dell’approccio digitale,

grazie alla quale è possibile erogare in modo preciso la potenza

richiesta dalla particolare applicazione e consentire ai sistemi

di potenza di adattarsi in modo dinamico e in tempo reale alle

differenti condizioni operative. Le funzioni di comunicazione,

monitoraggio e controllo sono implementate mediante PMBus.

Il controllo digitale

è

particolarmente utile per migliorare l’effi-

cienza dei sistemi di potenza delle reti dati. La potenza assorbita

dalle apparecchiature di rete aumenta con il throughput dei dati.

In presenza di un traffico dati ridotto, la rete opera ben al di sotto

della sua capacità, gli alimentatori operano in presenza di un

carico molto inferiore rispetto al massimo previsto e i processori

possono funzionare a velocità di clock più bassa.

Poiché per ridotti valori del carico gli alimentatori sono relati-

vamente inefficienti, il consumo di energia è elevato e il calore

generato va disperso, con conseguenze negative in termini tec-

nici, finanziari e ambientali. L’implementazione di un anello di

controllo digitale, che preveda convertitori di bus intermedio e

convertitori POL, permette di modificare la tensione del bus in-

termedio in modo dinamico in funzione della variazione del cari-

co. In presenza di carichi di basso valore, la tensione di ingresso

del POL è ridotta, con conseguente aumento dell’efficienza di

conversione in queste condizioni operative (Fig. 3).

Alcuni dispositivi di potenza digitali ricorrono alla tecnica DVS

(Dynamic Voltage Scaling) per risparmiare energia. Nel caso sia

richiesta una bassa potenza di elaborazione, sia la frequenza di

clock del processore, sia la sua tensione di alimentazione, pos-

sono essere ridotte. La riduzione dinamica della tensione è

solitamente implementata sotto forma di funzione ad anel-

lo aperto, che prevede una tabella di ricerca che contiene

combinazioni predefinite di frequenza e alimentazione.

La tecnologia AVS (Adaptive Voltage Scaling), senza dubbio

più avanzata rispetto alla DVS, adotta invece un approccio ad

anello chiuso in tempo reale, grazie al quale è possibile adattare

in modo preciso la tensione di alimentazione al valore minimo

richiesto dal processore, in base al carico di lavoro e alla velo-

cità di clock di quest’ultimo. Questa tecnica consente inoltre di

compensare le variazioni sia di processo sia di temperatura del

processore.

Parecchi alimentatori a commutazione utilizzano un anello di

controllo chiuso con retroazione negativa dall’uscita all’ingres-

so. Per regolare la risposta in frequenza

dell’anello al fine di ottenere una risposta ai

transitori ottimale senza compromettere la

stabilità, è richiesta una rete di compensa-

zione. Il progetto della rete di compensazione

può essere un compito oneroso in termini

temporali e non privo di errori. In ogni caso

le prestazioni dei componenti presenti nella

rete possono variare a causa di cambiamen-

ti di temperatura o di fenomeni di invecchi-

amento. Nel 2010 l’americana CUI è stato il

primo produttore a sviluppare e introdurre

sul mercato moduli convertitori POL non

isolati con compensazione automatica, una

funzione digitale che permette di eliminare

completamente questo problema.

Senza dimenticare che l’uso di moduli di po-

tenza digitali semplifica (o consente) l’inte-

grazione di numerose altre funzioni nel corso

della progettazione del sistema di potenza, tra cui la condivisio-

ne attiva di corrente, il rilevamento e la messa in sequenza della

tensione, l’avviamento e l’arresto graduali e la sincronizzazione.

La necessità della standardizzazione

Nel momento in cui è andata via via diffondendosi l’adozione di

moduli di potenza DC-DC, è cominciata a sorgere la necessità di

poter disporre di prodotti di differenti costruttori caratterizzati

da un certo livello di standardizzazione. I clienti, per garantire

l’affidabilità della catena di fornitura, richiedevano la disponibil-

ità di una seconda sorgente per i prodotti: da qui la costituzione

di associazioni che raggruppavano costruttori di alimentatori e

produttori di componenti.

Le alleanze che nel tempo si sono costituite sono riuscite a rag-

giungere accordi sulla standardizzazione del footprint (ovvero

degli ingombri) e dei pinout relativamente a determinate cate-

gorie di convertitori di potenza, come ad esempio i convertitori

DC-DC isolati e non isolati. Questi accordi, se da un lato hanno

garantito un certo grado di intercambiabilità tra prodotti realiz-

zati da costruttori differenti, non sono riusciti a definire in modo

Fig. 2 – Il proliferare di terminali di alimentazione a bordo delle schede ha portato allo sviluppo

di architetture IBA che richiedono la presenza di più convertitori POL