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POWER

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- ELETTRONICA OGGI 442 - GENNAIO/FEBBRAIO 2015

DIGITAL

Potenza è sinonimo

di digitale

Q

uesto articolo analizza l’evoluzi-

one delle architetture di potenza

distribuite (DPA – Distributed

Power Architecture) a partire dall’intro-

duzione del primo convertitore DC-DC a

commutazione ad alta frequenza avve-

nuta nel 1984. Esso descrive i fattori

che hanno guidato questa evoluzione

ed evidenzia alcune delle innovazioni

più significative. Saranno quindi presi

in considerazione i progressi nel campo

della potenza digitale avvenuti in questi

ultimi anni e i requisiti che bisogna rispettare per soddisfare

la crescente richiesta di potenza da parte di apparecchiature

di storage e per reti dati, minimizzando nel contempo l’impatto

ambientale. Infine, si evidenzieranno altri aspetti quali le oppor-

tunità offerte dalla “collaborazione competitiva”, che potrà fare

da volano all’innovazione nell’industria dei sistemi di alimen-

tazione digitali, i benefici in termini di ingegnerizzazione per i

progettisti di sistemi di potenza, i vantaggi commerciali per le

società che utilizzano alimentatori e la possibilità di ridurre l’im-

patto ambientale potenzialmente negativo, legato alla crescente

domanda di informazioni oramai rigorosamente in formato

digitale.

Le architetture di tipo distribuito (DPA) sono sempre più ampia-

mente utilizzate per il progetto di sistemi di potenza destinati alle

apparecchiature per data center e per reti telecom e datacom

ad alte prestazioni. L’abbandono dell’approccio tradizionale, che

prevedeva cioè una potenza centralizzata – un semplice alimen-

tatore AC-DC, magari con batteria di backup, che alimenta le

schede presenti in un rack – è divenu-

to inevitabile. Le tensioni di funziona-

mento dei dispositivi a semiconduttore

sono progressivamente diminuite, a

causa del passaggio a geometrie sem-

pre inferiori, un’evoluzione questa

necessaria per aumentare la potenza

di elaborazione dei circuiti integrati.

Questi ultimi erano in grado di garan-

tire prestazioni più elevate e operare

con tensioni ridotte, con conseguente

aumento della corrente richiesta. Poi-

ché la presenza di piste molto lunghe sulle schede PCB (Printed

Circuit Board) si traduceva in un aumento a livelli non più accet-

tabili delle perdite per effetto Joule (I2R, ovvero proporzionali al

quadrato della corrente), riducendo l’efficienza del sistema di

potenza, l’unica via percorribile era l’adozione di architetture di

potenza distribuite. Questa tendenza continua tuttora. Dagli anni

‘80 la richiesta di potenza dei data center è passata da 300 a

1.200W per scheda e alcune previsioni indicano che si raggiun-

geranno a breve 5 kW per scheda, complice la crescita espo-

nenziale del traffico su reti IP.

Nel 1984, con l’introduzione dei convertitori DC-DC della serie

PKA da parte di un team che operava all’interno di Ericsson

ABB, Ericsson Components – RIFA Power (che diventerà suc-

cessivamente Ericsson Power Modules), si sono avute le prime

conferme dei vantaggi economici che si potevano ottenere dallo

sviluppo di sistemi di potenza distribuiti. Grazie all’introduzione

di questa famiglia, descritta da Ericsson come la prima linea di

alimentatori a commutazione DC-DC ad alta frequenza, i proget-

Mark Adams

CUI

Patrick Le Fèvre

Ericsson Power Modules

Steve Pimpis

Murata

Un “excursus” sull’evoluzione della potenza

digitale, dall’introduzione del primo convertitore

DC-DC a commutazione ad alta frequenza avvenuta

nel 1984, alla costituzione, alle fine del 2014, del

consorzio AMP (Architects of Modern Power) il cui

obbiettivo è consentire di realizzare le soluzioni

di potenza distribuite end-to-end più avanzate dal

punto di vista tecnico, mettendo a disposizione

un ecosistema completo che abbina hardware,

software e supporto