Italtel lancia un programma di Open Innovation

Pubblicato il 21 novembre 2017

Italtel ha lanciato un programma di Open Innovation allo scopo di individuare start-up e giovani imprese con cui fare innovazione, acquisire tecnologie e prodotti market-ready e andare congiuntamente su mercati verticali come Industry 4.0, smart city, sanità digitale e con tecnologie quali IoT, blockchain, cybersecurity.

Difficilmente le imprese oggi possono contare solo sulle proprie forze per fare innovazione. E’ importante che sappiano sviluppare un modello di innovazione a rete, non chiuso nei laboratori, ma basato sulla capacità di interagire, collaborare, sviluppare partnership, aprirsi alla contaminazione delle competenze.

Il tessuto imprenditoriale italiano, così ricco di piccole imprese e di creatività, può rivelarsi un terreno particolarmente favorevole allo sviluppo di modelli innovativi di questo tipo.

”Abbiamo lanciato il programma di Open Innovation con l’obiettivo di entrare in contatto con realtà piccole, startup o anche microimprese, per mettere a sistema competenze e tecnologie e trarne reciproco vantaggio”, commenta Luca Ferraris, Head of Strategy, Innovation & Collaboration di Italtel. “Collaboriamo alla messa a punto del prodotto, offriamo asset e competenze per industrializzare un processo produttivo e renderlo competitivo”.

All’interno del suo programma, Italtel è in grado di offrire ai partner, nelle sedi di Settimo Milanese e Carini (Palermo), la possibilità di utilizzare spazi fisici, test plant e risorse informatiche, facilitando lo sviluppo e il test delle soluzioni nella logica del co-working. Nato sei mesi fa, il programma ha già portato alla valutazione di una sessantina di aziende e stanno concretizzandosi le prime opportunità specifiche in ambito Industry 4.0.

“Siamo una grande azienda e offriamo ai partner la possibilità di scalare, in senso commerciale, e arrivare ai mercati esteri. Il valore di scambio, per noi, sono le tecnologie e le applicazioni innovative che startup e PMI hanno messo a punto e che sarebbe troppo lungo per noi sviluppare in casa”, aggiunge Ferraris.

Maggiori informazioni nella sezione del sito dedicata a Open Innovation



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