FBDi: calo delle vendite in Q2 per la distribuzione tedesca di componenti

Pubblicato il 12 settembre 2024
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In base ai dati di FBDi, il fatturato dei membri dell’associazione tedesca, dopo il calo del -28% nel primo trimestre 2024, sono scesi fino al 38%, su base annua, a poco meno di 890 milioni di euro nel secondo trimestre del 2024. Lo stesso andamento è stato rilevato per gli ordini in entrata, con 628 milioni di euro (-28%), un valore al di sotto delle aspettative.

Gli analisti quindi non intravedono un’inversione di tendenza, sebbene il rapporto book-to-bill sia leggermente aumentato a 0,71.

Il settore dove sono state evidenziate delle criticità sono quelle dei semiconduttori, con le vendite diminuite del 44%, a 565 milioni di euro. Gli ordini in entrata hanno raggiunto i 365 milioni di euro, il -27% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, ma comunque con un leggero aumento sequenziale del 6% rispetto al primo trimestre del 2024.

L’andamento dei segmento dei componenti passivi è stato leggermente migliore, con le vendite del Q2 in calo del 31% a 125 milioni di euro. L‘elettromeccanica ha registrato una performance relativamente buona con un calo del 19% a 130 milioni di euro. La situazione degli ordini in entrambi i segmenti è stata leggermente migliore, ma -precisano gli analisti- non ha mostrato segni di stabilizzazione.

Gli altri segmenti, come sensori, display, alimentatori e assemblaggi hanno seguito la tendenza generale. La distribuzione delle vendite tra le varie tecnologie dei componenti si è spostata a scapito dei semiconduttori, che ora rappresentano solo il 63% del totale.

Georg Steinberger, CEO di FBDi ha affermato: “Il 2024 si rivela difficile, come previsto. Come ha detto il mio collega del consiglio di amministrazione Tom Gerhardt qualche mese fa, ‘dopo la pausa delle prenotazioni arriva la pausa della fatturazione’. Gli ordini rimangono a un livello basso e mostrano scarso impulso alla crescita. La nostra impressione positiva di primavera è un po’ svanita. La visibilità nella catena di fornitura al cliente finale è peggiore di quanto non lo sia stata per molto tempo. E rispetto ad altri Paesi, la Germania non sembra avere solo un problema di inventario”.

Commentando la situazione, Steinberger ha dichiarato: “La Germania dipende molto dall’elettronica automotive e industriale, e anche l’elettronica industriale è influenzata dal destino della produzione automobilistica in Germania. Stimiamo che il mercato nel suo complesso dipenda per circa il 50% dall’automotive. Ed è proprio qui che le cose stanno andando male al momento, che si tratti della strategia di mobilità elettrica mal riuscita o della debolezza delle esportazioni di veicoli alimentati a combustibili fossili. Insieme all’incertezza tra i clienti finali dovuta alla situazione politica ed economica, non ci si può aspettare molto di buono nel breve termine. Tuttavia, i piani per la trasformazione digitale ed energetica che potrebbero far progredire il nostro mercato sono da tempo sul tavolo. E ci sono anche segnali positivi, ad esempio nella produzione di energia rinnovabile”.

Tuttavia, FBDi rimane ottimista: “L’industria tedesca ha poco da segnalare nell’attuale clamore sull’intelligenza artificiale, quindi mi aspetto poco slancio per il settore dei componenti. Ma non abbiamo affatto cancellato la ricostruzione dell’industria energetica europea e la transizione verso una società completamente elettrica. Siamo convinti che questo possa essere raggiunto con le innovazioni europee e non solo con quelle cinesi. Forse la società tedesca non dovrebbe perdersi in inutili polarizzazioni politiche e concentrarsi invece su ciò che un tempo ha reso grande l’economia tedesca: idee e competenze ingegneristiche. FBDi si è posto l’obiettivo di promuovere sempre di più gli sviluppi dei think tank tedeschi e delle università che potrebbero essere adatti per il mass market.”



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