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based, dove le credenziali

della carta di credito sono

salvate in un secure element

che si trova nella SIM tele-

fonica, sia le soluzioni HCE;

quest’ultime erano nate alla

fine del 2013 quando

Google

ne aveva annunciato l’inse-

rimento nei propri device

e sono cresciute nel 2014

quando circuiti delle carte

di pagamento come Master-

card e Visa hanno scelto di

supportare questa tecno-

logia, che attualmente è in

fase di testing. Altra grande

novità è stata a fine 2014

l’iPhone 6 con i servizi di Ap-

ple Pay basati su NFC.

Ivano Asaro, ricercatore

dell

Osservatorio Mobile Payment & Commerce

, in

un recente webinar per gli

iscritti al sito

www.osserva- tori.net

ha illustrato le pecu-

liarità dell’HCE nel cloud e

di Apple Pay.

HCE

, host card emulation,

è un sistema aperto che

Google ha iniziato a utiliz-

zare con Android 4.4 Kitkat

nel cellulare Nexus 5 a fine

2013. Per la prima volta un

googlefonino non conteneva

un secure element nel devi-

ce bensì immagazzinava le

credenziali della carta di pa-

gamento nel cloud. HCE in-

fatti viene spesso associato

al cloud. Nel 2014 a partire

dal supporto di Master Card

e Visa sono iniziate numero-

se sperimentazioni e diver-

si partnership in vari paesi

che hanno portato per ora a

qualche lancio commercia-

le da parte di grandi gruppi

bancari.

HCE è un paradigma che

consente l’emulazione di una

carta (credito, debito, abbo-

namento trasporti pubblici e

così via). Ha già un suo ot-

timo framework di sicurezza,

ma la massima protezione si

raggiunge associando il se-

cure element nel cloud. È l’u-

tente che decide quale delle

due utilizzare nelle imposta-

zioni del cellulare. La grande

novità tecnologica sta nel

fatto che libera la card emu-

lation dal rapporto esclusivo

con il secure element conte-

nuto nella SIM.

Eccone il funzionamento.

L’NFC reader nel POS del

venditore lancia la richie-

sta di un certo AID, cioè il

servizio che si vuole usare,

che ad esempio può esse-

re un biglietto di spettacoli,

una carta fedeltà oppure il

pagamento attraverso una

carta di credito. L’NFC con-

troller del cellulare recepisce

il segnale di cosa estrarre

dalla CPU. Nel caso di pa-

gamento con carta di credito

l’utente avrà già impostato il

tipo di sicurezza (SIM based

con secure element oppure

cloud) e la carta di credito

prioritaria e quindi, se non

modifica la scelta, può con-

fermare il pagamento.

Un’ulteriore possibilità di si-

curezza viene offerta dal ser-

vizio di tokenizzazione, che

si può paragonare alla cre-

azione di carta virtuale per i

pagamenti su Internet (ndr).

G

li analisti prevedono che a

breve termine (probabilmen-

te 1-2 anni ndr) la regolazio-

ne delle transazioni con il

cellulare potrà essere un fat-

to diffuso. Le possibili moda-

lità di pagamento in mobilità

sono molto varie, ad esem-

pio un sms piuttosto che una

carta, e alcune vengono già

praticate. Diverse sono le

tecnologie di comunicazione

adottate, dal GSM all’NFC o

all’RFiD e così via; differenti

le procedure di pagamento e

i sistemi di sicurezza utiliz-

zati.Gli utenti più innovatori

si sono già impadroniti del

mobile payment, per acqui-

stare download, sosta nei

parcheggi, noleggi nel bike

e car sharing; altri utilizza-

tori seguiranno una volta

che l’offerta si sarà fatta più

strutturata ed emergeranno

player e tecnologie vincenti.

In questa direzione, la disce-

sa in campo di

Apple

con il

suo nuovo iPhone 6 spingerà

verosimilmente tutto il mer-

cato (non solo quello della

casa di Cupertino) grazie

alla reputazione di cui gode

l’azienda e alle scelte tecno-

logiche effettuate.

Tra i vari paradigmi di paga-

mento, quello più sfidante e

di più recente concezione è

il mobile proximity payment,

che avviene accostando il

dispositivo (smartphone o

anche smartwatch) a un

POS. La soluzione è partico-

larmente attrattiva per utenti,

acquirenti e venditori, e in

particolare piccoli esercenti,

professionisti, taxisti, edicole

e così via.

Un recente studio del

Poli- tecnico di Milano

ha fatto il

punto proprio su questo tipo

di pagamento che potrebbe

alleggerire le tasche dei con-

sumatori... eliminando bor-

sellini e portafogli.

Mobile proximity

payment - Osservatorio

del Politecnico

di Milano

La ricerca condotta nel 2014

dal Politecnico di Milano è

stata presentata a febbraio

2015.

Per il Mobile Proximity

Payment il 2015 sarà l’anno

della reale partita competiti-

va, conclude lo studio, e la

sfida sarà particolarmente

interessante in Italia dove

andranno in competizione

diverse filiere dell’offerta. Da

una parte, la filiera cosid-

detta “SIM-based” che vede

coinvolti operatori telefonici

e banche in una configura-

zione collaborativa. Dall’al-

tra, filiere basate sulle più

recenti tecnologie HCE (host

card emulation) che potran-

no consentire ad alcune

banche di offrire soluzioni di

pagamento su cellulare di-

rettamente, senza utilizzare

la SIM. E infine Apple Pay.

Nel 2014 si è osservato un

grande dinamismo nell’am-

bito del mobile proximity

payment che ha riguardato

sia le soluzioni NFC (near

field communication) SIM-

R

eport

continua a pag.10

9

EON

ews

n

.

586

-

maggio

2015

Pagamenti

in mobilità

Dopo anni di tentennamenti sembra avvicinarsi

la volta buona per i pagamenti in mobilità

attraverso smartphone

F

rancesca

P

randi

Fonte Osservatorio

Mobile Payment

& Commerce