In questo caso interviene un
token provider, che invia una
stringa crittografata associa-
ta a quel determinato paga-
mento. Diversamente si può
utilizzare il secure element
del dispositivo stesso, dove
si possono anche salvare
i token. Questo sistema si
può già utilizzare nei POS
con contactless installato.
Per registrarsi al servizio di
pagamento si scarica la app
dal cloud, che è protetta da
misure di sicurezza, come
ad esempio il sandboxing
che sostanzialmente iso-
la dalle altre l’applicazio-
ne HCE al fine di renderla
meno vulnerabile.
Apple Payè il nuovo sistema
di pagamento di Apple pre-
sentato a settembre 2014.
Il sistema permette di ag-
giungere le proprie carte di
credito all’interno di Passbo-
ok per poter effettuare pa-
gamenti in totale sicurezza
grazie ai nuovi iPhone 6 e
6 Plus, che supportano le
tecnologie NFC e Touch ID.
Sarà sufficiente avvicinare
il proprio iPhone o Apple
Watch al POS dell’esercen-
te abilitato per pagare con il
riconoscimento dell’impron-
ta digitale, riducendo così i
rischi relativi alla clonazio-
ne della carta di credito. Il
Touch ID non è una novità,
ad esempio viene utilizza-
to per accedere alle stanze
d’albergo attraverso la pro-
pria tessera su Passbook.
Passbookè un’applicazione
sviluppata sempre da Apple
con la quale si possono ge-
stire biglietti di viaggio, cou-
pon, carte fedeltà, carte di
credito e biglietti per acces-
so a eventi. È ormai chiaro
che Apple sta puntando
molto sulle potenzialità di
questo software, che sta di-
ventando lo standard per i
biglietti digitali.
Apple Pay utilizza un secure
element nel proprio device
per salvare un token, che
viene creato a ogni paga-
mento,
indifferentemente
che avvenga in store con
NFC oppure da remoto. Il si-
stema ha riscosso un buon
successo negli Stati Uniti,
avvantaggiato dal fatto di
avere già in circolazione ac-
count iTunes con una carta
registrata. Già al momento
del lancio 250mila esercen-
ti potevano utilizzarlo e ora
sono oltre 300mila. L’inseri-
mento della carta di credito
può avvenire molto sempli-
cemente scattando una foto
della stessa.
Per pagare si avvicina lo
smartphone al POS tenen-
do sempre appoggiato il dito
sul tasto centrale che fun-
ziona da lettore di impronta
R
eport
segue da pag.9
10
EON
ews
n
.
586
-
maggio
2015
digitale. Salvo diversa scelta
dell’utente, per una spesa
sotto i 25 dollari non è ri-
chiesto un PIN. Il POS rico-
nosce la stringa, la passa ai
circuiti che la detokenizzano
ed effettuano il pagamento,
restituendo conferma all’e-
sercente e alle banche coin-
volte.
Ivano Asaro ha osservato
come Apple abbia avuto la
capacità di scegliere bene
tecnologie già esistenti nel
mondo del mobile payment,
creando una soluzione che
piace all’utente.
Passbook infatti era già sta-
to lanciato nel 2012; la fo-
tografia della carta è una
soluzione ARM CORDIO
radio core IP del 2011,
acquisita poi da Pay Pal; la
tokenizzazione era già stato
messa in atto qualche mese
prima dai circuiti che poi
l’hanno sfruttata.
Negli Stati Uniti inizialmen-
te solo un numero limitato
di banche aveva deciso di
aderire e accettare così la
tokenizzazione delle proprie
carte. Il servizio è affidato
ai circuiti e la fee trattenuta
alla banca ruota intorno allo
0,15%. In Europa si parla di
un possibile lancio nel corso
di quest’anno, ma non è an-
cora chiaro come Apple Pay
voglia approcciare le banche
europee e se il business mo-
del con fee possa essere lo
stesso anche in Europa.
Oltre a quelle descritte in
dettaglio da Ivano Asaro, sul
mercato si affacciano molte
altre proposte che combina-
no in modo a volte originale
le varie tecnologie possibili.
Ad esempio
Samsungha
presentato al Mobile World
Congress di Barcellona una
soluzione che si basa su
NFC, con un secure element
nel cellulare e una magnetic
secure transmission; in que-
sto modo è possibile pagare
anche a un POS non dota-
to di contactless in quanto
il cellulare sa generare un
campo magnetico che simu-
la la modalità di pagamento
POS tradizionale.
Windows, all’interno della
propria strategia orientata
al servizio, sta annunciando
per Windows 10 il supporto
al
“ tap to pay”, oltre a modifi-
che all’NFC e alla possibilità
di gestire tanti nuovi sensori.
La funzione “tap to pay”,
ovvero la possibilità di effet-
tuare pagamenti elettronici
semplicemente avvicinan-
do lo smartphone al POS,
sarà integrata nativamente
in Windows 10. Sarà quindi
sganciata da app di terze
parti o dal servizio fornito
dall’operatore
telefonico,
grazie al supporto all’HCE
(Host Card Emulation) e
con possibilità di gestire i
pagamenti dei circuiti Visa,
Mastercard e American Ex-
press. Windows 10 dovrebbe
arrivare entro l’estate nel-
la versione desktop e entro
l’anno in quella mobile.
Come si comprende, i paga-
menti in mobilità coinvolgono
ormai tutti i possibili attori:
banche, circuiti delle carte di
credito, service provider per
la tokenizzazione, produttori
di smartphone e così via. Il
mercato partirà e crescerà
rapidamente se le varie part-
nership sapranno formulare
proposte convenienti per tut-
ti e convincenti per il consu-
matore. Molto si gioca sulla
capacità di comunicazione
di proposte che devono ne-
cessariamente essere sem-
plici e sicure. Le tecnologie
ci sono.
Le catene
del valore a
confronto (Fonte
Osservatorio
Mobile Payment &
Commerce)
I pagamenti
in mobilità
coinvolgono
ormai tutti i
possibili attori