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POWER

BATTERIE

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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015

fene e il catodo di fosfato di ferro e litio. Questa scelta è il

risultato di lunghe sperimentazioni e ha permesso di ottene-

re una densità di energia nelle batterie di 190 Wh/kg sensi-

bilmente maggiore degli attuali valori tipici di 120-150 Wh/

kg e con una capacità specifica fino a 165 mAh/g (contro

gli attuali 150 medi). Questi valori si accompagnano a una

stabilità di prestazioni per almeno 80 cicli di scarica e rica-

rica. Determinante è stato lo sviluppo della tecnica a getto

d’inchiostro per la deposizione degli anodi di grafene nella

forma di nanofiocchi con una particolare geometria che offre

un elevato rapporto fra la superficie esterna e la massa e ha

perciò consentito di massimizzare la capacità specifica.

Elettricità dal calore

Due ricercatori hanno trovato il modo di convertire il calore

ambientale in elettricità usando le batterie scariche. Yi Cui

della

Stanford University

e Gang Chen del

MIT

(Massachu-

setts Institute of Technology) hanno pubblicato a fine mag-

gio su

Nature Communication

(5, 4225 - 2014) il loro lavoro

grazie al quale l’effetto termogalvanico viene ingegnerizzato

ottenendo risultati ripetibili e a basso costo. In pratica, la ten-

sione ai capi di una pila dipende sempre dalla temperatura

e perciò se nell’ambiente ci sono forti e ripetuti sbalzi ter-

mici è possibile trasformarli in elettricità. Il processo consta

di quattro fasi dette heating up, charging, cooling down e

discharging o riscaldamento, carica, raffreddamento e sca-

rica e inizia facendo scaldare la pila scarica con il calore

disperso nell’ambiente. Quando la pila è sufficientemente

calda, allora si applica tensione finché la

pila non si carica completamente e a que-

sto punto la si lascia raffreddare. Mentre la

sua temperatura scende, la pila fa crescere

la tensione ai suoi capi per effetto termo-

galvanico e qui sta il punto perché, dopo

che si è completamente scaricata, si può

misurare una quantità di energia generata

maggiore di quella applicata per caricarla.

Questa energia in più è proprio quella del

calore assorbito dall’ambiente, che ora vie-

ne rilasciato sotto forma di elettricità. Per

massimizzare questo effetto è stato usa-

to un catodo di nanoparticelle cristalline

di rame esacianoferrato, un anodo di Cu/

Cu

2

+ e un elettrolita liquido più economico

ma del tutto compatibile con gli elettroliti

agli ioni di litio o di sodio. Il processo fun-

ziona anche con soli 10 °C di sbalzo termi-

co, ma è sufficiente un gradiente di 60 °C

per ottenere un’efficienza di conversione

del 5,7% superiore rispetto a molti attuali

dispositivi basati sull’effetto termoelettrico,

anche se questi ultimi almeno per adesso

offrono una densità di potenza maggiore,

ma le ricerche sono ancora in corso.

n

Fig. 4 – Una nuova tecnica a basso costo per convertire il calore disperso in energia elettrica

sfruttando l’effetto termogalvanico con elevata efficienza

Fig. 3 – I nanofiocchi di grafene ottenuti a basso costo con una tecnica

a getto d’inchiostro offrono prestazioni superiori alla grafite sia in

densità di energia sia in capacità specifica