ANALOG/MIXED SIGNAL
TIMING
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- ELETTRONICA OGGI 444 - APRILE 2015
Integrati per la
temporizzazione distribuita
L
a grande quantità di sottosistemi presenti
nelle moderne schede elettroniche richiede
una rete di distribuzione del segnale di tem-
porizzazione capace di sincronizzare selettivamente
i dispositivi presenti in modo da garantire la corretta
sequenzialità funzionale di tutte le parti del sistema.
Questa rete, innanzi tutto, deve tenere conto che
per i sottosistemi più lontani dall’oscillatore di clock
occorre compensare il maggior tempo di propa-
gazione rispetto ai sottosistemi più vicini in modo
che siano effettivamente sincroni e, inoltre, deve
offrire dei percorsi dedicati per i sottosistemi che
necessitano invece di essere asincroni rispetto agli
altri. Fondamentale è la presenza di quegli integrati
capaci di ricevere all’ingresso un segnale di clock e
offrirne in uscita svariate repliche sincrone che ven-
gono poi trasferite ai vari sottosistemi con opportuni
buffer di ritardo interposti nei tragitti più lunghi. La
capacità di un integrato di pilotare più uscite viene
detta anche fan-out e più alto è il suo valore e più
repliche sincrone del clock all’ingresso si possono
generare. In teoria se tutti i chip avessero l’impe-
denza d’uscita nulla e quella d’ingresso infinita si
potrebbero distribuire infiniti clock ma in pratica
lo stadio d’uscita di ogni chip ha un’impedenza finita che
limita in uscita la massima corrente erogabile alla tensione
prefissata per i simboli binari e perciò stabilisce il massi-
mo numero di chip che si possono collegare continuando
a distinguere senza errori il valore dei simboli trasferiti.
Inoltre, l’impedenza d’ingresso dei chip presenta sempre
una componente capacitiva che rallenta questi collegamenti
e perciò soprattutto nei sistemi con clock particolarmente
elevato va tenuto conto di questi ritardi che dipendono dallo
stadio d’ingresso dei chip ai quali il clock deve arrivare o
meglio dalla loro impedenza in funzione della frequenza
oltre che dalla distanza percorsa.
A complicare le reti di distribuzione del clock si sono oggi
diffuse le implementazioni dove occorre far convivere più
segnali di clock diversi e incompatibili perché relativi a do-
mini funzionali differenti come nel caso delle schede che
montano insieme sottosistemi analogici e digitali. In questi
casi non è detto che occorrano più generatori di clock per-
ché ci sono integrati che consentono di dividere la frequenza
base ottenendo clock multipli da un solo oscillatore. Inoltre,
ci sono anche sistemi con sottoreti suddivise in domini dov’è
possibile imporre periodi limitati nei quali il clock viene dimi-
nuito dai buffer o addirittura fermato quando i sottosistemi
presenti nella sottorete non sono utilizzati e perciò si può
evitare che consumino energia inutilmente. Queste varianti
complicano molto il layout delle schede ma possono essere
vantaggiose soprattutto nelle schede che ospitano numerosi
sottosistemi con funzioni specifiche.
Lucio Pellizzari
Per realizzare sistemi multifunzionali efficienti
sono indispensabili i chip che consentono di
distribuire i segnali di temporizzazione a tutti
i sottosistemi ospitati nelle schede
Fig. 1 – Il buffer Analog Devices AD9508 ha quattro uscite configurabili come single-
ended Cmos oppure differenziali Lvds e Hstl con frequenza di 1,65 GHz che può
essere divisa per 1, 2, 4, 8 o 16