Un’elegante tecnica per limitare il controllo a ponte H su un motore in continua

Dalla rivista:
Elettronica Oggi

 
Pubblicato il 30 ottobre 2009

Gli interruttori limite di fine corsa servono per spegnere un motore quando raggiunge una delle sue due posizioni finali. Per questo genere di applicazioni, anche se s’implementa un sofisticato controllore basato su microprocessore bisogna comunque prevedere lo spegnimento del motore via hardware usando opportuni fermi di sicurezza. I circuiti di questo tipo devono, in pratica, lavorare inibendo, di volta in volta, il movimento del motore in una direzione ma consentendolo nell’altra per permettere al motore di ritirarsi da una delle due posizioni finali e, viceversa, fare la stessa cosa sull’altra posizione finale.

Fig. 1 – Questo circuito lavora con interruttori meccanici che inibiscono il movimento del motore in una direzione, ma lo consentono nell’altra per permettere al motore di ritirarsi dalla posizione finale

La figura 1 mostra come funziona un semplice circuito basato su interruttori meccanici che, tuttavia, costituiscono un approccio obsoleto e inefficace in molte condizioni applicative perché si rischia che la corrente sul motore diventi troppo alta per interruttori di chiusura che possono essere alquanto deboli. Se al suo posto si sceglie, invece, d’implementare un ponte H si ottengono le medesime funzioni operative, ma con una configurazione molto più efficace e versatile.

Fig. 2 – Questa configurazione cortocircuita verso massa un ingresso del ponte H per forzare la circolazione della corrente nell’altra direzione all’accensione dell’altro ingresso

Nel circuito della figura 2 un ingresso del ponte H viene collegato apposta a massa affinché la circolazione di corrente sia possibile solo nell’altra direzione quando viene attivato l’altro ingresso.

Fig. 3 – In questo caso il circuito interrompe la connessione all’alimentazione e setta gli ingressi a valore basso utilizzando due resistori di pull down

Quando gli interruttori si aprono in entrambe le loro posizioni finali ecco che il circuito della figura 3 interrompe la connessione all’alimentazione e setta gli ingressi al valore basso utilizzando due appositi resistori di pull down.

Fig. 4 – Questo circuito è lo stesso del precedente, ma implementa due fototransistori senza alcun’altra sostanziale modifica

Fig. 5 – È quasi la stessa configurazione precedente e anche qui il valore delle resistenze dipende dai componenti attivi che si scelgono di utilizzare

Lo stesso circuito può essere realizzato con due fototransistori senza alcuna sostanziale modifica, come si vede nelle figure 4 e 5. Qui il valore delle resistenze dipende per forza dai componenti attivi che si scelgono d’implementare, ma generalmente un valore attorno ai 10 kΩ dovrebbe andare bene nella maggior parte dei casi.
 

Andreas Grün, Wedemark



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