Il 5G secondo Giorgio Angiolini, responsabile product marketing di Italtel

Pubblicato il 4 dicembre 2017

Il 5G è uno dei trend tecnologici del momento. In che modo la vostra azienda è impegnata in questo ambito?

Giorgio Angiolini: Il 5G è lo scenario che si sta aprendo e su cui dobbiamo trasformare in senso digitale la nostra vita, le città e il lavoro. Questo è un obiettivo che come Italtel indirizziamo sia collaborando in modo attivo a quattro grandi progetti finanziati del programma europeo Horizon2020 in ambito 5G – Sesame, Matilda, 5G City e 5G Essence – sia lavorando in collaborazione con il partner Cisco e con diverse università italiane per sviluppare progetti in diversi ambiti, dalla sanità all’Industria 4.0,  che sfruttano il paradigma 5G. Oggi siamo impegnati su questo ambito anche con Exprivia, la realtà internazionale dell’ICT con cui stiamo completando il processo di integrazione, per lo sviluppo di use case in particolare nei contesti Smart City e Healthcare.

Come definisce la situazione italiana? 

Secondo tutti i più aggiornati dati della Comunità Europea, l’Italia sembra essere oggettivamente in ritardo su molti aspetti che riguardano la cultura digitale, dall’utilizzo di internet da parte dei cittadini, alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda, in particolare, la capillarità e pervasività delle reti fisse a Banda Ultra Larga, necessarie anche per la concentrazione e il trasporto delle informazioni raccolte dall’accesso radiomobile, l’Italia è significativamente sotto la media europea se si guarda alla connettività di edifici e persone. Grazie alle iniziative volute dal Governo, l’Italia oggi è il paese europeo con il più alto trend di crescita e con tariffe concorrenziali. Bisogna proseguire su questa strada, per colmare il gap con i principali paese omologhi, mettendo un focus particolare sulle cosiddette aree a fallimento di mercato, laddove coincidano con porzioni di territorio dove si organizzano filiere e distretti industriali. Ottima l’iniziativa del MISE in merito alla sperimentazione della tecnologia 5G.

A che punto siamo con l’ammodernamento delle reti?

L’evoluzione verso le reti 5G consentirà alle reti pubbliche di garantire la massima flessibilità richiesta per gestire tipologie di traffico molto eterogenee e per ottimizzare la copertura geografico-territoriale. A fianco dell’infrastrutturazione che serve per l’interconnessione di oggetti intelligenti e sensori, c’è comunque bisogno di una efficiente infrastruttura a Banda Ultra Larga che possa sostenere lo sviluppo di un ecosistema di servizi digitali per le imprese e le comunità. Il Piano Agenda Digitale va nella giusta direzione e il nostro Paese sta colmando un gap significativo accumulato in passato.

Che impatto avrà la diffusione delle reti 5G sull’IoT?

Le reti 5G nascono con l’intento esplicito di essere rapidamente configurabili e perfettamente adattabili ad ogni tipologia di traffico. L’aspetto più rilevante per quanto riguarda l’Internet delle Cose è soprattutto la possibilità di avere un numero elevatissimo di device connessi per km. quadrato e bassi consumi energetici; due fattori chiave per pensare a una rapida diffusione dell’IoT in tutti i settori verticali. La disponibilità di una rete di operatore, distribuita capillarmente su tutto il territorio nazionale, capace di garantire i più stringenti requisiti di sicurezza e qualità del servizio, sarà un potente abilitatore per la diffusione di servizi come “Massive IoT” (metering, logistics, agriculture, etc.), sia “Critical IoT” (healthcare, automotive, industry 4.0, etc.).

Quali sono le sfide da affrontare, oltre alla velocità, per le reti  5G?

Nell’evoluzione verso il 5G, insieme alla moltiplicazione della velocità di punta per un fattore 10 (quindi fino a alcuni Gigabit al secondo), alla riduzione di un fattore 10 della latenza (ossia del tempo di ritardo alla trasmissione delle informazioni pari a pochi millisecondi), allo sviluppo di una copertura molto capillare anche nelle aree dove non necessariamente saranno presenti smartphones tramite la moltiplicazione di un fattore 10 delle attuali antenne, le reti 5G nasceranno con la capacità di gestire “strati” diversi di rete ossia i “5G Network Slices”.

Ciascuno di questi strati ha un profilo specifico per determinate esigenze. Semplificando molto, potremo avere uno “Strato Best Effort” dedicato, come oggi, all’accesso universale a Internet tramite un determinato insieme di APPs potremo avere uno “Strato Video ad Alta Definizione” dove la rete offre prestazioni molto superiori allo strato Best Effort, e potremo avere uno “Strato Dati e Transazioni a Bassa Latenza” dove il tempo di ritardo nella fruizione delle informazioni è molto ridotto.

Quali opportunità si aprono con la diffusione delle reti 5G?

L’infrastruttura di rete 5G sarà un potente abilitatore su molteplici scenari.

Nell’ambito dell’Industry 4.0 il 5G può rendere possibile un generale cambiamento del modo di produrre che può risultare strategico per una nazione ancora fortemente industriale come l’Italia per recuperare competitività sui mercati internazionali.

Altrettanto rilevante è l’impatto su quelle applicazioni della Sanità digitale che potranno sfruttare i vantaggi offerti dalle bassissime latenze del 5G: i teleconsulti o le operazioni a distanza ne sono un esempio.

Un altro fenomeno di estrema importanza è quello delle cosiddette Automobili Connesse, che in prima istanza sono collegate in rete e forniscono dati in tempo reale, ma che a tendere saranno la base delle Self-Driving Cars, auto capaci di procedere senza una guida umana.



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