Da reichelt elektronik un rapporto sulla supply chain

Pubblicato il 28 ottobre 2024
reichelt

Analizzando i dati del più recente rapporto sulla supply chain di reichelt elektronik, realizzato su 250 aziende industriali italiane da OnePoll, emerge che la situazione è ancora lontana dall’essersi normalizzata. I problemi nella catena di distribuzione infatti continuano a essere diffusi tra le aziende italiane e il report indica che, quest’anno, circa quattro aziende su cinque (il 74%) hanno segnalato interruzioni significative o moderate a causa di colli di bottiglia della catena di distribuzione. In particolare quasi la metà (48%) delle aziende è stata costretta a fermare la produzione per almeno 20 giorni a causa della mancanza di componenti. Si può rilevare però un certo miglioramento rispetto al 2022 dato che il numero medio di giorni di produzione persi è notevolmente diminuito. Mentre le macchine sono rimaste ferme per 32 giorni nel 2023, quest’anno la cifra è stata di circa 17 giorni, contro i 44 giorni del 2022.

Nel 2024 gli elementi più difficile da ottenere sono stati i pezzi di ricambio per dispositivi e macchinari (40%), i sensori (40%), i semiconduttori (38%) e i pezzi di ricambio per utensili e macchinari (27%).

Le aziende, inoltre, hanno riscontrato come l’aumento dei prezzi dei componenti critici (70%) sia stato più problematico dei colli di bottiglia (48%). Una chiara differenza rispetto al 2023: quest’anno le aziende intervistate sono molto più ottimiste che la situazione possa migliorare nei prossimi dodici mesi (lo sono il 48% rispetto al 38% dell’anno scorso).

Il 40% degli intervistati ha dichiarato di prestare ancora più attenzione alla disponibilità a lungo termine dei componenti durante lo sviluppo di nuovi prodotti. Meno della metà (41%) comunque ha identificato fornitori alternativi per tutti, o quasi tutti, i componenti.

Per proteggersi dalla carenza di materiali, inoltre, la maggior parte delle aziende ha optato per soluzioni a lungo e breve termine. Per esempio, il 34% ha già aumentato i propri livelli di stock, mentre un ulteriore 46% prevede di farlo nel 2025.

Un altro elemento è la sicurezza e, secondo il report presentato da reichelt, un’azienda su tre (29%) ha adottato misure quest’anno per aumentare la sicurezza delle proprie supply chain e proteggersi da attacchi informatici. Quasi la metà delle aziende (46%) prevede di compiere questo passo nel prossimo anno.

Oltre all’aumento dei costi dei componenti, le aziende intervistate considerano i costi energetici elevati (69%) come il secondo maggiore ostacolo.

Dai dati della ricerca emerge anche che le aziende italiane vorrebbero dal Governo una maggiore protezione dell’industria nazionale contro i concorrenti esteri, in particolare se questi sono sostenuti da sussidi statali, come accade in Cina (36%). Hanno anche bisogno di sovvenzioni o aiuti per ridurre i costi elevati (37%) e di una riduzione della burocrazia (32%). Il 20% auspicherebbe, inoltre, di poter concludere con una maggiore facilità nuovi partenariati commerciali con Paesi africani o del sud-est asiatico.

Christian Reinwald, Head of Product Management and Marketing presso reichelt elektronik ha dichiarato: “Sebbene i colli di bottiglia della catena di approvvigionamento abbiano ricevuto meno attenzione quest’anno di fronte a sfide altrettanto importanti, come i costi energetici elevati, ciò non significa che la situazione della catena di approvvigionamento sia migliorata, le aziende devono ancora trovare modi intelligenti per garantire efficienza, qualità e controllo dei costi nella loro produzione. Il fatto che le aziende stiano optando per soluzioni a breve e lungo termine è un buon segno”.



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