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EON
ews
n.
576
-
giugno
2014
11
cata metropolitana a uffici con
temperature polari. Questo è
l’obiettivo che si sono dati ad
esempio un gruppo di ricerca-
tori del
, che ha disegna-
to una camicia che prende in
prestito dalla NASA le tecnolo-
gie dei materiali delle tute spa-
ziali, ed è in grado di sottrarre
e conservare calore quando il
corpo è troppo caldo per resti-
tuirlo quando si raffredda.
Secondo osservatori america-
ni Apple potrebbe avere obiet-
tivi più “vicini “ alle esigenze
del mondo della moda, e per
questo si sarebbe assicurata
la collaborazione di figure di
spicco provenienti da Burberry
e Yves Saint Laurent.
La Electronic
Skin Technology
L’elettronica flessibile e in-
dossabile rientra nei progetti
di ricerca dell
pea
che, fra gli altri progetti,
sta finanziando la formazione
multidisciplinare di giovani ri-
cercatori capaci di operare
su questa e altre tecnologie
estremamente innovative. Per
questo ambito specifico è par-
tito nell’ottobre 2012 il proget-
to europeo
,
finanziato con 3,81 milioni di
Euro nell’ambito del Marie
Curie Actions – FP7 People
Specific Programme. Coordi-
natrice del progetto è la
,
ente di ricerca della Provincia
Autonoma di Trento, attraver-
so il proprio Centro Materiali
e Microsistemi. Al progetto
partecipano diverse realtà di
ricerca accademiche e indu-
striali:
,
,
e l
,
e
; sono partner associa-
ti l
e quella di
. Ognuno di
questi centri ha un giovane ri-
cercatore selezionato su base
internazionale, che si occupa
di sviluppare specifici temi
del progetto sulla sensoristi-
ca tattile e altri tipi di sensori
sofisticati, attraverso tecnolo-
gie differenti, in una logica di
esplorazione ad ampio spettro.
Responsabile tecnico-scienti-
fico del progetto è Ravinder S.
Dahiya. “La tecnologia dell’e-
lettronica flessibile sarà dirom-
pente, introdurrà una nuova
rivoluzione nel settore dell’e-
Italia. Ad esempio un’azienda
italiana vorrebbe utilizzare il si-
stema per connettere dei LED
a scopo di illuminazione e per
creare nel tessuto un leggero
schermo virtuale. Le idee sono
tantissime e anche la perso-
nalizzazione delle soluzioni
richiesta dai clienti è molto
ampia. E tuttavia, la maggio-
re sfida di mercato per queste
soluzioni così innovative è per
ora quella di fare comprendere
il prodotto”.
Il fashion drizza
le orecchie
Anche il mondo della moda
si sta facendo sensibile alle
suggestioni delle tecnologie
wearable, che sicuramente
centrano l’obiettivo di stupi-
re e attirare l’attenzione che
è proprio di una buona parte
del fashion. Nelle pieghe e
nella trama dei tessuti di ab-
bigliamento si possono na-
scondere luci LED, batterie,
device elettronici e anche veri
e propri computer. Le crona-
che riferiscono soprattutto
di accessori elettronici, nella
forma di gioielli, braccialetti,
anelli e gadget vari. In alcune
sfilate 2013-2014 si sono viste
anche le prime costosissime
applicazioni nei tessuti, come
alla London Fashion Week
o allo statunitense Wearable
Technology Fashion Show del-
lo scorso febbraio. Ecco alcuni
esempi. Le “maglie dell’umore”
disegnate da Neidlinger, che
aiutano le persone con disordi-
ni dell’elaborazione sensoriale
a esternare i propri sentimenti.
La maglia è stata disegnata
per cambiare colore rifletten-
do lo stato dell’umore di chi la
indossa. Luci LED, sensori e
filo conduttore sono parte del-
la trama del tessuto. Oppure
la “gonna sfavillante”, un pro-
getto sviluppato con Flora di
.
Flora è un microcon-
trollore rotondo, compatibile
Arduino, cucibile sul tessuto,
che può incorporare vari sen-
sori GPS, di movimento e luci.
La gonna si illumina quando
chi la indossa si muove. Un’al-
tra gonna molto speciale è sta-
ta proposta da
e Fyodor
Golan. Sulla struttura della
gonna, realizzata con stampa
3D e taglio laser, sono sta-
ti agganciati 35 smartphone
Nokia Lumia 1520 che la co-
lorano in sincronia a seconda
del movimento; gli schermi del
Nokia sono reattivi al mondo
circostante anche attraverso
fotografie e video.
Nel fashion, comunque, il vero
appeal sul consumatore, an-
che sì tecnologico, è tutto da
dimostrare. Un articolo su The
New Yorker riferisce circa gli
interessi dei grandi vendor
tecnologici alla ricerca di una
novità dirompente per tenere
saldamente in mano il mer-
cato dopo i successi, ormai
datati, negli smartphone piut-
tosto che nei vari pad.
sembra avere dato segnali in
questa direzione così come al-
tri che nel 2013 avrebbero in-
vestito nella Silicon Valley ben
158 milioni di dollari in aziende
che producono prodotti weara-
ble come tracker per il fitness
o monitor per bambini. Tutta-
via, al di là forse dei prodotti
per il fitness, sembra che gli
americani non siano molto at-
tratti dall’indossare occhiali dal
design così tecnologico come
quelli di
. L’azienda
avrebbe compreso la lezione,
tant’è vero che ha stipulato
una partnership con
,
probabilmente per ritrovare un
certo stile. Uno studio del
Pew
avrebbe evi-
denziato poi come più della
metà dei cittadini statunitensi
ritenga che la vita volgerebbe
al peggio se molte persone
indossassero o portassero
implantate tecnologie che for-
niscono costantemente infor-
mazioni sul mondo che li cir-
conda. Nel mondo della moda,
quindi, la linea di sviluppo più
probabile potrebbe essere
quella di un computing al ser-
vizio dello scopo principale
dell’abbigliamento: mantenere
il corpo caldo, asciutto, protet-
to. Non più spogliarsi e poi ri-
vestirsi passando da un’infuo-
R
eport
continua a pag.12
Mercato
globale dei
dispositivi
indossabili
(Fonte ABI
Research)
Leandro
Lorenzelli,
head of
Microsystems
Technology
(MST) Research
Unit, Center for
Materials and
Microsystems,
FBK - “Bruno
Kessler”
Foundation
Ravinder
S. Dahiya,
responsabile
tecnico-
scientifico
del progetto
CONTEST
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