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TECH-FOCUS

I3C

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- ELETTRONICA OGGI 467 - GENNAIO/FEBBRAIO 2018

più una aggiuntiva per i segnali di interrupt.

Rispetto alle I2C, nelle I3C il clock passa a 12,5

MHz e ciò decuplica la velocità dati massima

a 37,5 Mbps e consente di utilizzare protocolli

di riconoscimento master/slave più sofisti-

cati che consentono di collegare fino a 2000

slave e 2500 master nonché eliminare buona

parte dei collegamenti diretti che l’attuale I2C

costringe a implementare proprio perché non

riesce a trasportare abbastanza bit. Questo

vantaggio è inoltre ottenuto con un consumo

che si abbassa da tre a nove volte, secondo la

modalità di trasferimento dati prescelta, il che

costituisce il requisito più importante per le

applicazioni IoT.

Precisamente, il protocollo di acquisizione

per le comunicazioni I3C fra master e slave

comincia in configurazio-

ne Open-Drain esattamente

come per le I2C e in questo

modo può proseguire nella

modalità SDR (Single Data

Rate) con velocità fino a 10,6

Mbps. Poi, se il master I3C

riceve un segnale di ACK con

cui riconosce di essersi col-

legato a uno slave altrettanto

di tipo I3C allora commu-

ta nella modalità HDR (High

Data Rate) con le due linee

(clock e dati) in Push-Pull

a 12,5 MHz e così la velo-

cità passa a 20 Mbps nelle

interfacce HDR-DDR e a 33,3

Mbps nelle HDR-TSP. In ogni

caso il riconoscimento dei

simboli è simile alle I2C dov’è

0 se la tensione è minore di

0,3V

dd

e 1 se supera 0,7V

dd

, ma la soglia è

configurabile in modo tale che sia sempre 0

quando la tensione è molto vicina a 0V e 1

quando non lo è, abbracciando così le carat-

teristiche di tutti i nuovi protocolli circuitali. È

detto chiaramente che i chip

con I/O adatti per I2C potran-

no interfacciarsi in modo tra-

sparente anche con i chip

già predisposti per I3C ma

non potranno sfruttarne le

migliori prestazioni e quindi

limiteranno banda e velocità

a 400 kHz e 0,35 Mbps nella

modalità FM (Fast Mode) o

a 3,4 MHz e 3 Mbps in HSM

(High Speed Mode). Secondo

gli esperti della MIPI Alliance

ciò darà modo a tutti di ade-

guarsi con una migrazione

graduale e priva di rischi. Del

resto, il report Global Mixed

Signal IC Market 2017-2021

degli analisti inglesi di Technavio stima per

i prossimi anni una crescita con Cagr del

7% per tutti i circuiti integrati a segnali misti

ma conferma il ruolo di leader per NXP nelle

soluzioni circuitali di comunicazione che com-

prendono le interfacce I2C e I3C. In ogni caso

ora siamo alla versione 1.0 dello standard

MIPI I3C ma la prossima 1.1 è già in lavorazio-

ne e offrirà nuove funzioni fra cui la possibilità

di gestire gli indirizzamenti di gruppo e gli

scambi multi linea.

Fig. 2 – Le I3C sono pensate per le applicazioni IoT perché consentono di collegare e

gestire 2000 sensori indipendentemente dalle loro caratteristiche circuitali

Fig. 3 – Schema dei moduli Cadence Master/Slave Controller IP pensati per progettare

le interfacce I3C e integrarle come sottosistemi nei SoC