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- ELETTRONICA OGGI 467 - GENNAIO/FEBBRAIO 2018

sono necessarie tensioni DC a ondulazione mi-

nima. Essendo in parallelo con il trasformatore

l’optoisolatore funge anche da ponte fra l’in-

gresso AC live e l’uscita DC a bassa tensione

e deve soddisfare i requisiti in termini di com-

pleto isolamento dell’alimentazione e di cle-

arance, ragion per cui le sue dimensioni non

possono essere inferiori a 5 mm quadrati.

La regolazione dal lato primario sfrutta il cam-

pionamento della tensione di uscita riflessa

in un certo punto della forma d’onda dal lato

primario (Fig. 3), così da poter monitorare e

regolare la tensione di uscita senza la neces-

sità di un regolatore shunt o di un optoisola-

tore. Sebbene il controllo è più complesso in-

ternamente, è richiesto un numero inferiore di

componenti e il layout può essere effettuato su

una scheda PCB decisamente più piccola. I soli

componenti aggiuntivi sono un diodo Zener di

uscita per proteggere contro ogni sovratensio-

ne (uno sbalzo sulla rete potrebbe disturbare

momentaneamente l’accuratezza del punto di

campionamento, ragion per cui è consigliabile

una protezione da sovratensione).

La regolazione della tensione di uscita non è

molto precisa, ma per molte applicazioni IoT

la tensione di alimentazione non richiede una

regolazione molto accurata (una regolazione

entro ±10% è adatta per la maggior parte dei

microcontrollori, delle radio e dei sensori). È

anche accettabile un’ondulazione di uscita

superiore, così le capacità di uscita possono

essere più piccole in un design PSR che in un

design con optoisolatore dove un’ondulazione

di uscita più grande influenzerebbe le presta-

zioni del regolatore shunt.

Un altro requisito necessario per le applica-

zioni IoT è un intervallo di carico estrema-

mente ampio. Un modulo GSM può richiedere

una corrente di picco di 2A, mentre inviando

un SMS o durante un handover fra stazioni di

base, ma nella modalità di attesa, la richiesta ti-

pica è di soli 1,5 mA. Comunque perfino questo

intervallo di carico di 1300:1 sembra piccolo in

confronto al modello di consumo di corrente

dei moduli radio BLE con picco di 36 mA e di

1µA nella modalità sleep (36 000:1). L’alimen-

tazione elettrica deve essere in grado di ge-

stire bruschi cambi di carico senza dar luogo

a transitori di tensione di uscita eccessivi. La

maggior parte delle schede tecniche AC/DC

usano un test di deviazione della tensione con

unna variazione di carico transitoria di 50%-

75%, praticamente insignificante per applica-

zioni IoT. Più importante è il tempo di recupero

per un transitorio di carico da 0% a 25% che

dovrebbe essere nel caso ideale 500 µs o an-

che inferiore (Fig. 4). Dovendo operare in modo

discontinuo (DCM), la PSR può avere un tem-

po di reazione più lento che un design flyback

quasi risonante equivalente che funziona in

modo continuo (CCM). Un modo per ridurre il

tempo di recupero è aumentare la frequenza di

commutazione, ma questo avviene a fronte di

un aumento delle EMC.

Limiti di consumo

Poiché le tipiche applicazioni che prevedono

la presenza di un sensore IoT passano molto

tempo nelle modalità a bassa potenza o sleep,

il convertitore AC/DC dovrebbe avere eccel-

lenti valori di consumo in assenza di carico.

In un design con optoisolatore il regolatore

shunt assorbe la maggior parte della corren-

te in assenza di carico (no-load), pertanto le

topologie PSR sono intrinsecamente caratte-

rizzate da consumi minori. La direttiva euro-

pea ErP (EcoDesign), lotto 6, per alimentatori

montati su scheda o interni impone un limite

di consumo in assenza di carico di 0,5W, ma

Fig. 3 – Schema di un convertitore AC/DC regolato dal lato primario. Nonostante le forme d’onda siano molto simili rispetto

a un design che prevede l’uso di un optoisolatore, il circuito PSR ottiene una prestazione simile con un numero ridotto di

componenti, così l’alimentatore può essere molto più piccolo. La tensione di uscita è calcolata campionando il “knee-point”

sulla forma d’onda dal lato primario