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XVI

Lighting

LIGHTING 15 -

NOVEMBRE/DICEMBRE 2017

Oggi che la tecnologia LED ha conquistato il merca-

to dell’illuminazione, i costruttori cercano di rendere

questi diodi più efficienti e sicuri oltre che, ovviamente,

di allungarne la vita.

Invero, la problematica che appare più critica in queste

lampade è dovuta alla temperatura di eccitazione del

silicio che le surriscalda e, di conseguenza, ne riduce

la durata di vita media, anche se quest’ultima rimane

comunque nettamente superiore a

quella delle lampade a fluorescen-

za. I dissipatori di calore passivi

sono già d’uso comune e offrono

buoni risultati ma devono essere

considerati appena soddisfacenti

quando si applicano alle condizioni

d’impiego più impegnative, laddo-

ve la potenza elettrica sui LED supe-

ra qualche centinaio di Watt. Qui,

infatti, entrano in gioco i sistemi di

raffreddamento attivo e se, fino ad

oggi, sono stati sinonimo di vento-

le addette a muovere l’aria, ebbene

questi ventilatori sono stati final-

mente superati da nuove soluzioni

meno ingombranti, più affidabili

nel tempo e più economiche.

La più diffusa di queste soluzioni atte a spostare l’aria

calda per raffreddarla consiste nell’utilizzo di un dia-

framma oscillante a comando elettromeccanico che ap-

pare più robusto, silenzioso, affidabile ed efficace rispet-

to ai ventilatori. In pratica, per raffreddare i COB LED,

Chip-On-Board LED, è necessario muovere molto calore

con la minor aria possibile e a tal scopo i sistemi a dia-

framma sembrano molto adatti quando sono incastonati

in un’intelaiatura che riesce a convogliare l’aria attraver-

so dei condotti appositamente studiati per ottimizzare

l’efficacia di smaltimento del calore.

Questo approccio è stato oggi ottenuto in modo passivo,

realizzando uno o più condotti refrigeranti di tal gene-

re, detti “heat pipe”, incapsulati dentro a un contenitore

cilindrico e riempiti con un liquido, in modo tale che al

centro del cilindro questo liquido possa fluire dal basso

verso l’alto e poi attraverso la corona esterna ridiscende-

re verso il basso. Nella prima salita raccoglie il calore dal-

la base e lo porta in cima, dove viene dissipato, e poi nel

percorso di discesa si raffredda ulteriormente per anda-

re a raccogliere nuovo calore alla base. Questo ciclo può

autosostenersi a lungo, in modo tale

da mantenere la temperatura della

base controllata ed è, per dovere di

cronaca, una tecnologia concepita in

ambito aerospaziale.

MechaTronix ne ha ingegnerizzato

il processo realizzando nel suo Co-

olTube un ciclo continuo, formato

da quattro percorsi che partono dal

centro del chip COB e si espandono

per rimuovere il calore sia in vertica-

le sia in orizzontale, ottenendo un’e-

levata efficienza di raffreddamento

in rapporto alla superficie occupata

dal LED. Inoltre, dato che ci sono sei

tipologie standard di chip COB, che

si differenziano nelle caratteristiche

elettromeccaniche dello zoccolo di

supporto, anche il CoolTube è progettato per potersi fa-

cilmente adattare a tutte le geometrie, comprese le più

moderne, dove in spazi dalle forme più varie sono instal-

lati numerosi diodi che, presi insieme, generano un’ele-

vata potenza. Inoltre, il CoolTube può essere accoppiato

al filtro di protezione induttivo, che viene spesso installa-

to nel modulo di alimentazione dei LED più potenti, allo

scopo di prevenire le sovracorrenti capaci di surriscalda-

re i diodi fino a danneggiarli.

LED Cooler per tutti i gusti

MechaTronix è nata nel 2007 dall’unione di cinque

costruttori specializzati in componenti elettromecca-

Elettromeccanici

per il raffreddamento dei LED

I CoolTube di MechaTronix consentono di ridurre la temperatura nei LED a elevata

potenza in modo passivo e affidabile e ciò ne prolunga nettamente la durata di vita oltre

a migliorarne il rendimento

Fig. 1

– Il principio di funzionamento del CoolTube

consiste in un liquido che dalla base a contatto con

il LED raccoglie il calore e lo va a smaltire dall’altra

parte in un ciclo continuo, grazie a cui la temperatura

sul LED scende oltre una decina di gradi

Massimo Fiorini