EDA/SW/T&M
POWER SUPPLIES
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- ELETTRONICA OGGI 459 - GENNAIO/FEBBRAIO 2017
Suggerimento 4
– Utilizzare circuiti di scarica pro-
grammabili per aumentare la velocità di test
I condensatori di uscita degli alimentatori si scarica-
no lentamente sotto condizioni di carico leggero o di
assenza di carico. Questo aspetto diventa problema-
tico quando si effettuano test a vari livelli di tensione,
dato che una lenta scarica comporta test più lenti. Per
migliorare ciò, i circuiti di scarica programmabili ne-
gli alimentatori abbassano rapidamente la tensione di
uscita, riducendo rapidamente i tempi di scarica. Due
tipi di circuiti di scarica programmabili sono signifi-
cativi. Nel primo, un FET è posizionato fra i terminali
di uscita (Fig. 1). Quando la tensione di uscita è su-
periore rispetto al valore programmato, il FET si attiva
e scarica il condensatore di uscita. Quest’ultimo può
assorbire correnti fra il 10 e il 20 per cento della cor-
rente di uscita massima dell’alimentatore, provocando
una leggera diminuzione della corrente di scarica at-
torno agli zero volt. In alternativa, il circuito di scarica
programmabile è posizionato fra il terminale sensibile
dell’alimentatore ed una sorgente negativa, che porta
completamente l’uscita verso il livello basso prossimo
allo zero senza degrado delle prestazioni (Fig. 2).
Alcuni alimentatori possono assorbire correnti uguali al
loro valore massimo di corrente, rendendone possibile
l’uso sia come sorgente programmabile, sia come carico.
Suggerimento 5
– Semplificare le impostazioni con
gli alimentatori con regolazione automatica di livello
Con i costi legati allo spazio aggiuntivo sul banco di
lavoro e su rack, essere in grado di produrre un’ampia
gamma di tensioni e di correnti con un unico alimenta-
tore offre vantaggi, ad esempio permettendo di testare
i convertitori DC/DC sotto diverse combinazioni di ten-
sioni e di correnti attorno allo stesso livello di potenza.
Un alimentatore DC di base presenta un’uscita rettan-
golare, avendo una tensione massima (Vmax) e una
corrente impostata (Imax) con un singolo livello mas-
simo di potenza (Pmax=Vmax × Imax). Alimentatori
più avanzati hanno uscite multi livello. Le attuali uscite
con regolazione automatica di livello supportano più
combinazioni di tensioni e di correnti ed eliminano la
necessità di avere più alimentatori (Fig. 3).
Suggerimento 6
– Connettere gli alimentatori in se-
rie o in parallelo per ottenere un’uscita più alta
La connessione di due o più alimentatori in serie forni-
sce tensioni superiori. Tuttavia, è importante evitare di
superare i valori massimi di tensione di ciascuno degli
alimentatori o di sottoporre ciascuno degli alimenta-
tori a tensioni negative. Ciascuno di essi dovrebbe es-
sere programmato indipendentemente per fornire una
frazione uguale della tensione di uscita totale e per li-
mitare la corrente al valore massimo che il carico è in
grado di gestire con sicurezza.
La connessione di più alimentatori in parallelo forni-
sce correnti più alte, ma di nuovo ci sono limitazioni.
Una unità deve operare in modalità a tensione costan-
te (CV) e il resto in modalità a corrente costante (CC).
Il carico di uscita deve prelevare abbastanza corrente
per mantenere la (o le) unità CC in modalità CC. Nei
moderni alimentatori le uscite possono essere rag-
gruppate per creare una singola uscita con correnti
più alte e più capacità in termini di potenza.
Suggerimento 7
– Semplificare l’analisi della scarica
della batteria con i tool di analisi
Per specificare in modo adeguato la sorgente di ali-
mentazione per i dispositivi caratterizzati da carichi di
corrente impulsati e dinamici, è necessario valutare
sia gli assorbimenti di corrente di picco, sia quelli medi
in continua. Un approccio tipico consiste nell’usare un
Fig. 1 – Un circuito di scarica programmabile con un FET posto fra i
terminali di uscita
Fig. 2 – Un circuito di scarica programmabile situato fra l’uscita
positiva dell’alimentatore ed una sorgente negativa