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POWER

HIGH VOLTAGE

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- ELETTRONICA OGGI

459 - GENNAIO/FEBBRAIO 2017

triidrato di alluminio (ATH), combinati come additivi

per i materiali incapsulanti in modo da soddisfare i

requisiti di infiammabilità, come quelli previsti dalla

norma 94-V0 UL. A temperature di 220 °C e superio-

ri, l’ATH si scompone e rilascia il 35% del suo peso

sotto forma di vapore acqueo. Quando si verifica un

arco in un sistema ad alta tensione, è possibile che si

crei del plasma, con temperature superiori a 2000 °C.

Tuttavia, è stato possibile osservare la rottura di ma-

teriali a temperature ben al di sotto delle loro speci-

fiche in presenza di un campo elettrico di intensità

moderata. Il rilascio di vapore acqueo da ATH è van-

taggioso per ridurre la propagazione della fiamma,

ma è particolarmente indesiderato nei sistemi di iso-

lamento ad alta tensione (Fig. 2).

Da quanto esposto si evince che sono molti i poten-

ziali problemi di progettazione da prendere in con-

siderazione in un sistema ad alta tensione e i punti

fin qui analizzati rappresentano sono una parte. Dal

momento che i problemi di progettazione o di pro-

duzione possono richiedere anni per manifestarsi,

ognuno di loro deve essere compreso e considerato

prima del rilascio di un nuovo prodotto o processo. È

necessaria una grande attenzione ai dettagli duran-

te la progettazione e la produzione per evitare difetti

latenti. La corretta applicazione di concetti di inge-

gneria elettrica, ingegneria meccanica, chimica e fi-

sica sono tutti necessari durante la progettazione dei

prodotti ad alta tensione e dei loro processi produt-

tivi per poter ottenere un’alta affidabilità. Utilizzando

processi ben sperimentati per produrre prodotti ad

alta tensione permette di avere unità che funzione-

ranno per decenni, anche in condizioni estreme.

Un esempio di applicazione ad alta tensione che la-

vora in un ambiente estremo è quello con oltre 5,000

sensori di rilevamento dei neutrini, sepolti a due chi-

lometri di profondità nel ghiaccio polare antartico al

Polo Sud. Ogni sensore incorpora un modulo ottico

digitale (DOM) che utilizza un alimentatore ad alta

tensione XP Power. Con un funzionamento continuo

fino a -40 °C, e un service life di 20 anni, l’affidabilità

è un punto critico poiché non vi è alcuna possibi-

lità di riparare i sensori. I DOM sono stati operativi

nel ghiaccio per oltre dieci anni e non sono stati se-

gnalati guasti all’alta tensione. Il tempo medio per un

guasto critico (MTTCF) dell’alimentatore calcolato è

risultato essere 123 anni.

Fig. 2 – I residui di polvere bianca rimasti con questa particolare for-

mula di resina epossidica che si scompone sotto le sollecitazioni di un

campo elettrostatico e diversi cicli di temperatura. La polvere mostra

il percorso della corrente di dispersione