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DIGITAL

WEARABLE PROCESSOR

nuova generazione hanno più elementi in comune con

gli stessi smartphone rispetto ai precedenti dispositivi

“stupidi”. In effetti, molte delle innovazioni – dalle inter-

facce MMI per display e touchscreen ai prodotti per la

connettività wireless come BLE, WiFi e GPS – affonda-

no le proprie radici nella tecnologia degli smartphone.

Un aspetto che un progettista deve tenere nella mas-

sima considerazione è la capacità di creare disposi-

tivi abbastanza interessanti da invogliare l’utente a

continuare a utilizzarli e ad acquistarli nel corso delle

successive generazione. Lo dimostra una ricerca in

cui è emerso che la metà di tutti gli activity tracker

(braccialetti per il fitness) acquistati non vengono più

utilizzati, mentre un terzo finiscono tra i rifiuti dopo

solo sei mesi dall’acquisto. Tra i motivi della perdita

di interesse vi sono la scarsità di funzioni, la difficoltà

di utilizzo e la mancanza di praticità, non ultima in

termini di autonomia di ricarica. Da qui la necessità

di riuscire a proporre dispositivi indossabili in grado

di abbinare un gran numero di funzionalità, eccellen-

ti prestazioni e lunga durata della batteria.

Problematiche di progetto

I nuovi dispositivi indossabili richiedono l’integrazio-

ne di una varietà di blocchi funzionali in uno spazio

molto ristretto, come illustrato in figura 1.

Processori, batterie e alimentatori, display, audio,

MMI, interfacce e dispositivi di sicurezza sono solo

alcuni degli elementi che concorrono alla creazione

del dispositivo. Oltre a questi è necessario integrare

anche accelerometri, giroscopi e una vasta gamma di

sensori che inviano segnali che dovranno essere ac-

quisiti ed elaborati.

Anche se il numero di funzioni non rappresenta un se-

rio ostacolo, occorre considerare il fatto che i requisiti

sono tra di loro contrastanti. L’aumento di funziona-

lità e prestazioni può facilmente essere ottenuto con

un processore più veloce e di maggiori dimensioni,

che ha comunque un impatto rilevante sugli ingom-

bri e sull’autonomia della carica. L’attività su base

continuativa di sensori e funzioni di comunicazioni

contribuisce a ridurre la durata della batteria, ragion

per cui i progettisti devono adottare metodologie per

disalimentare quelle parti di sistema che non sono

utilizzate in un dato momento. Anche se i dispositivi

indossabili sfruttano parti di progetto mutuate dai loro

“cugini” smartphone, il problema dello spazio richiede

l’adozione di regole più severe per quel che concerne

i consumi e l’insorgere di problematiche legate alle in-

terferenze elettromagnetiche (EMI).

Per raggiungere l’obiettivo di garantire prestazioni

soddisfacenti in un fattore di forma ridotto con con-

sumi ottimizzati per ottenere un’autonomia adeguata

della batteria, i progettisti devono considerare molto

attentamente la tecnologia del processore scelto.

Tecnologia dei processori integrati

nei dispositivi indossabili

Per aiutare i progettisti a risolvere questi problemi, un

numero sempre maggiore di aziende propone proces-

sori ottimizzati per applicazioni IoT e per dispositivi in-

dossabili. I processori applicativi della serie ApP Lite

di Toshiba, ad esempio, sono destinati all’impiego in

orologi “intelligenti” e dispositivi per il monitoraggio

delle attività. Il più recente membro di questa famiglia

è il modello TZ1200, il cui schema a blocchi è riportato

in figura 2.

Si tratta di un dispositivo compatto (8x8x0,6 mm), ba-

sato su un processore RISC ARM Cortex-M4F in vir-

gola mobile a 32 bit a elevate prestazioni e dotato di

unità di protezione della memoria e di un versatile

processore di interrupt in grado di funzionare a una

frequenza massima di 120 MHz. Questo core, abbina-

to al modulo di gestione della potenza integrato, per-

mette al processore TZ1200 di assorbire solamente 78

µA/MHz durante il funzionamento normale. Con una

batteria da 200 mAh e un apposito software di gestio-

ne della potenza, il tempo tra le ricariche è di circa

una settimana per i cardiofrequenzimetri e di circa un

mese per gli orologi.

Oltre ai 2,2 MB di SRAM embedded ad alta velocità,

il dispositivo TZ1200 integra al suo interno interfacce

per chip di memoria esterni come SPI NOR, SPI NAND

ed e•MMC. Un controller LCD avanzato con motore

grafico 2D supporta i protocolli MIPI DBI (Display Bus

Interface) e DSI (Display Serial Interface) ed è compa-

tibile con display HVGA (480x320) a 30 fps e display

QVGA con frequenze di aggiornamento fino a 50 fps.

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- ELETTRONICA OGGI 458 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

Fig. 2 – Schema a blocchi del processore TZ1200