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POWER

LED

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- ELETTRONICA OGGI 450 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015

Nelle figure 1 e 2 è riportata un’implementazione semplifica-

ta del concetto appena esposto.

La tensione di rete AC è rettificata, in modo che la semionda

negativa diventa positiva. L’uscita così rettificata è una semi-

onda sinusoidale di frequenza pari

a 100 Hz che commuta tra 0 e circa

325V (nel caso di tensione di rete

pari a 230V). Durante ciascun semi-

ciclo il primo LED ad alta tensione

(o stringa di LED) è acceso quando

la tensione ha raggiunto un valore

pari a circa 70V, il secondo quando

la tensione arriva a 140V, il terzo a

210V. Nel momento in cui la tensio-

ne è pari o superiore a 280V tutti e

quattro i LED sono illuminati.

In questo schema di regolazione

è presente una sovratensione che

deve essere dissipata attraverso

un regolatore lineare, causando di-

spersione di calore.

Queste perdite di potenza riduco-

no l’efficienza del sistema rispetto

a una soluzione che prevede l’uso

di un alimentatore SMPS. In pratica,

comunque, un progetto che preve-

de LED alimentatati direttamente

in AC permette di realizzare sistemi

caratterizzati da un’efficienza lumi-

nosa fino a 100 lm/W, rispetto ai 130 lm/W di un apparecchio

equivalente che fa ricorso a un alimentatore SMPS.

In una semplice applicazione a basso costo come ad esem-

pio un apparecchio che diffonde la luce verso il basso da

600 lm, un confronto forse più interessante è quello effettuato

con una lampada alogena dicroica equivalente che fornisce

un’efficienza luminosa tipica di 10 lm/W: sostituendo la lam-

pada con una lampada a LED ad alta tensione alimentata di-

rettamente in AC è possibile ottenere una drastica riduzione

nei consumi di potenza.

Un progetto con alimentazione diretta in AC, rispetto a uno

equivalente che prevede l’uso di un SMPS, è più piccolo, sem-

plice e facile da assemblare poich

é

richiede una sola scheda

PCB (Fig. 3).

Tuttavia, oltre a ridurre l’efficienza, la regolazione di LED di-

rettamente in AC nella sua forma più semplice evidenzia altri

svantaggi che in alcune applicazioni assumono una partico-

lare importanza.

Il primo è sicuramente il calore. Osservando la figura 1, si

può notare che la regolazione della corrente e la dissipazione

di potenza sono concentrate in un solo circuito integrato. Nel

funzionamento normale, questo integrato diventa un “punto

caldo” (hot spot). Per questo motivo è necessario adottare

opportune contromisure per evitare rischi di danni dovuti a

sovra-temperatura, compreso l’uso di una scheda MCPCB e

Fig. 3 – Una lampada a LED che utilizza uno schema di regolazione diret-

ta in AC (a sinistra) e uno che impiega un alimentatore SMPS (a destra)

Fig. 4 – Esempio di schema di regolazione a tre fasi, con tre circuiti integrati di regolazione e un tran-

sistor ballast – si tratta della tecnica più comune per implementare una regolazione diretta in AC di

tipo distribuito