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LED
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- ELETTRONICA OGGI 450 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015
regolazione a tre fasi (con tre stringhe di LED HV), anche se
è possibile adottare schemi a due o quattro fasi, o persino
schemi che prevedono più di quattro fasi.
Il primo vantaggio dello schema di controllo distribuito è
senza dubbio la flessibilità in fase di progetto. La versatili-
tà a livello di topologia per esempio, garantisce ai progettisti
la massima libertà nella configurazione dei LED e permette
di ottenere il miglior bilanciamento possibile tra prestazioni,
funzionalità e costi (Fig. 6).
L’adozione di un approccio di tipo distribuito consente di
utilizzare qualsiasi tipo di LED, dai classici modelli a bassa
tensione ai modelli ad alta tensione multi-giunzione. Il pro-
gettista ha la più ampia libertà di scelta in termini sia di tipo
di package sia di specifiche prestazionali (flusso, efficienza,
temperatura di colore e resa cromatica). Esso inoltre si pre-
sta sia per implementazioni compatte (che prevedono l’uso
di un numero di ridotto di LED di tipo High Flux – ovvero
caratterizzati da elevato flusso erogato rispetto alla superfi-
cie emittente) sia per applicazioni che richiedono un’uscita
luminosa più diffusa e utilizzano quindi un maggior numero
di LED caratterizzati da un flusso più basso.
Adottando la struttura circuitale bilanciata supportata
dall’architettura distribuita o aggiungendo un solo conden-
satore è possibile ottenere una riduzione del fenomeno di
flicker (sfarfallio) e la compatibilità con dimmer (regolatori di
intensità luminosa) a controllo di fase; inoltre, l’aggiunta di un
resistore zavorra (bleeder) per garantire una migliore com-
patibilità con gli schemi che utilizzano regolatori di intensit
à
luminosa a triac non presenta alcuna difficoltà.
La maggior libertà di scelta del tipo di scheda PCB, del fattore
di forma e del layout sono gli ulteriori vantaggi derivati dalla
flessibilità dell’architettura distribuita per un sistema a LED
che utilizza l’alimentazione AC.
Ciò è dovuto al fatto che un’architettura di tipo distribuita
può essere realizzata utilizzando componenti a montaggio
superficiale, mentre una scheda PCB di tipo single sided (a
singola faccia) è sufficiente per eseguire il layout del circuito.
In un’architettura di tipo distribuito il calore è dissipato sfrut-
tando un maggior numero di circuiti integrati di pilotaggio,
eliminando il problema dell’”hot spot” tipico delle architettu-
re di tipo tradizionale. Gli schemi di tipo distribuito, quindi,
permettono spesso di utilizzare schede PCB di tipo FR4 e di
ottenere layout più compatti, con interspazi più ridotti tra i
diversi componenti. Oltre a ciò, i componenti a basso pro-
filo utilizzati negli schemi di tipo distribuito consentono al
progettisti di realizzare sistemi di illuminazione di qualsiasi
forma, comprese strisce lineari e moduli di illuminazione con
luce diffusa uniforme senza ombre.
Rispetto a una regolazione di tipo centralizzato, quella distri-
buita garantisce altri vantaggi. La topologia sviluppata da
Exar, per esempio, garantisce un’immunità contro tensioni
transitorie superiori a 750V. In uno schema di tipo centra-
lizzato, invece, per assicurare l’immunità contro questo tipo
di fenomeni è necessario ricorrere a un MOV (Metal Oxide
Fig. 6 – Confronto tra le prestazioni di uno schema di controllo distribuito a 1, 2, 3 e quatto fasi