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POWER

INTERMEDIATE-BUS

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- ELETTRONICA OGGI 450 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2015

Quando si adotta una modulazione di tipo PWM (Pulse Width

Modulation), che rimane la tecnica più adatta per una conver-

sione step down a elevata efficienza, un problema correlato

all’elevato rapporto di tensione è rappresentato dal fatto che la

risposta alla commutazione del convertitore deve essere molto

veloce. In un convertitore basato sulla modulazione PWM, pic-

cole raffiche (burst) di carica sono trasferite

al carico a intervalli regolari. I condensatori

e gli induttori contribuiscono a livellare l’us-

cita per mantenere una tensione stabile con

ondulazione ridotta. Il circuito di controllo ef-

fettua il monitoraggio dell’uscita per assicu-

rarne una regolazione precisa. Solitamente è

possibile ottenere miglioramenti in termini di

dimensioni ed efficienza utilizzando frequen-

ze di commutazione elevate, il cui valore è

limitato solamente dalle perdite che si verifi-

cano durante la commutazione.

In presenza di carichi di valore ridotto, al car-

ico devono essere trasferiti solo piccoli pacchetti di carica per

ogni impulso. Nel caso di un rapporto di conversione elevato,

il tempo di “on” del FET di potenza principale (quanto ciò il

dispositivo è nello stato di “on”) è dell’ordine delle decine di

nanosecondi (Fig. 2). Ciò richiede l’uso di un circuito di con-

trollo molto reattivo, solitamente basato su un approccio di tipo

digitale piuttosto che su un circuito analogico tradizionale.

Un altro problema causato da tempi di “on” così brevi è l’accu-

ratezza nel campionamento della tensione. Tempi di on ridotti

possono provocare l’ingresso di segnali affetti da rumore nel

circuito di controllo che possono influire negativamente sulla

regolazione. Di conseguenza, nella progettazione dei conver-

titori sono stati adottati altri meccanismi come il campiona-

mento “current-valley” (della corrente minima), che prevede il

campionamento della tensione in uscita durante il tempo di

“off” del FET, in modo da ottenere una valutazione più chiara e

coerente dello stato del terminale (rail) della tensione di uscita.

Le tecniche multifase, in cui più stadi di modulazione PWM

sono utilizzati in parallelo ma con un offset in termini di tempi

di commutazione, permettono di supportare correnti di picco

molto elevate garantendo nel contempo elevata efficienza ai

bassi carichi. Adottando una strategia multifase, le fasi della

modulazione PWM possono essere abilitate e disabilitate in

modo selettivo in funzione della richiesta di corrente, mentre

tutte le fasi sono impiegate solamente in condizioni di carico

elevato.

I nuovi semiconduttori

Grazie all’introduzione di nuove tecnologie a semiconduttore,

è possibile ottenere miglioramenti in termini sia di velocità di

commutazione sia di efficienza. Una delle tecnologie più pro-

mettenti prevede l’utilizzo del nitruro di gallio (GaN). Questo

materiale supporta architetture HEMT (High Electron-Mobil-

ity Transistor) caratterizzate da una maggiore velocità degli

elettroni rispetto a quelle conseguibili con i dispositivi tra-

dizionali basati su silicio. L’elevata mobilità è il risultato della

formazione di un gas di elettroni bi-dimensionale alle interf-

acce tra i materiali componenti. I portatori in

questo gas si muovono molto più liberamente

rispetto a quanto possibile in altri materiali

come il silicio. Una peculiarità di questo tipo

rende i transistor GaN particolarmente adat-

ti all’uso in applicazioni dove sono richiesti

circuiti di commutazione di potenza ad alta

frequenza. Frequenze più elevate non solo

supportano rapporti di conversione di ten-

sione più alti, ma assicurano altri vantaggi,

tra cui una riduzione dello spazio occupato a

bordo della scheda da condensatori e indut-

tori. Il nitruro di gallio, inoltre, è caratterizzato

da un’intensità critica del campo elettrico maggiore rispetto

a quella del silicio, garantendo un miglior rapporto tra tensi-

one di breakdown e on-resistance. In altre parole, consente la

realizzazione di dispositivi più piccoli e sottili che contribuis-

cono a ridurre la on-resistance senza penalizzare i requisiti

per quel che concerne la tensione di breakdown. In origine i

dispositivi GaN richiedevano substrati particolati, realizzati ad

esempio in zaffiro ma, grazie ai costanti progressi tecnologici,

è ora possibile realizzare transistor di questo tipo utilizzando

i tradizionali wafer di silicio. Il risultato di questa evoluzione

è il crescente utilizzo di dispositivi GaN nei progetti dei con-

vertitori di potenza. L’abbinamento tra questo materiale con le

architetture di potenza di tipo digitale permetterà lo sviluppo

di nuove topologie e innovative tecniche, finalizzate all’aumen-

to dell’efficienza della distribuzione di potenza a tensioni più

elevate all’interno di un sistema.

L’impiego di architetture digitali permetterà ai costruttori di

valutare uno spettro più ampio di tensioni del bus intermedio,

al fine di ottimizzare l’efficienza all’interno del sistema sulla

base delle perdite di conversione e per conduzione. A differen-

za delle architetture di conversione di potenza di tipo analogi-

co, i convertitori digitali possono essere regolati variando i co-

efficienti impiegati mediante algoritmi interni. Di conseguenza

la tensione del bus intermedio può essere modificata a livello

di singole configurazioni in modo da assicurare la scelta del

punto di funzionamento più efficiente in termini energetici, un

approccio finora non perseguibile.

Grazie allo sviluppo di tecnologie come la conversione digi-

tale e l’avvento di nuovi materiali per i transistor, i produttori

di sistemi possono ora sfruttare i vantaggi derivati dall’uso di

tensioni del bus intermedio di valore più elevato.

L’impiego di

architetture digitali

permetterà ai

costruttori di valutare

uno spettro più ampio

di tensioni del bus

intermedio