components
PASSIVES
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- ELETTRONICA OGGI 448 - SETTEMBRE 2015
Controllo motore: il ruolo
dei componenti passivi
S
toricamente le auto con motore a combustione interna
hanno un solo motore elettrico ad alta corrente: lo start-
er. Questa unità da 12V/100A (valori tipici) non richiede
un controllo sofisticato in quanto il suo comportamento è di
tipo on/off e il suo compito consiste molto semplicemente nel
fornire la tensione di 12V necessaria per l’avviamento del
motore stesso. Gli altri motori presenti a bordo, come quelli
dei tergicritalli, sono di piccole dimensioni e controllabili con
facilità.
Le odierne automobili, per contro, sono equipaggiate con de-
cine di motori di piccole e medie dimensioni, utilizzati per for-
nire la potenza necessaria per comandare i finestrini, regolare
la posizione dei sedili, degli specchietti esterni e delle prese
d’aria. Il numero dei cablaggi di un moderno veicolo, richiesti
per la gestione di tutte queste funzioni, è divenuto così elevato
che i motori sono ora connessi in rete in quanto i singoli fili
occupano troppo spazio, mentre il loro numero si riflette ne-
gativamente sul peso e sul costo della BOM (Bill of Material),
oltre a comportare l’insorgere di notevoli problemi in termini di
localizzazione e messa a punto di eventuali guasti.
Con l’avvento dei veicoli elettrici (HV - Electric Vehicle) e
ibridi (HEV - Hybrid Electric Vehicle) la situazione è divenuta
più complessa. I sistemi presenti nei veicoli elettrici devono
istradare potenza elevate (dell’ordine di centinaia di A e V o
anche più) ai motori montati delle ruote (i motori della Toyota
Prius, ad esempio, operano a 200V) che devono quindi essere
progettati con molta cura per soddisfare i requisiti imposti in
termini di prestazioni.
Il controllo del motore, ovviamente, non è limitato al classico
MOSFET che commuta la potenza verso questi motori e ai pro-
cessori che fanno girare gli algoritmi di controllo del motore
per alimentare/disalimentare i MOSFET. Sebbene i componenti
attivi siano sicuramente dispositivi critici, vi sono molti altri fat-
tori da tenere in considerazione. La necessità di fornire energia
e di controllare un’ampia gamma di motori, da quelli di media a
quelli ad alta potenza, sta contribuendo a spostare l’attenzione
su due categorie di componenti passivi:
•
I resistori di rilevamento per l’anello del controllo del mov-
imento che permettono al controllore del motore di conos-
cere con precisione il comportamento del motore e la cor-
rettezza del suo funzionamento. L’assolvimento di questi
compiti diventa più arduo all’aumentare del valore di cor-
renti e tensioni
•
I connettori preposti alla gestione della tensione e della po-
tenza che devono garantire caratteristiche quali compattez-
za dimensionale, costo ridotto, sicurezza di utilizzo, facilità di
connessione/disconnessione per l’esecuzione dei collaudi
in fabbrica e delle riparazioni sul campo, oltre all’affidabil-
ità necessaria per l’uso in un ambiente ostile come quello
automotive.
Rilevamento del flusso di corrente
Quando è necessario conoscere il comportamento del motore
ed eseguire un confronto con le azioni impostate (posizione ve-
locità) bisogna implementare una funzione di retroazione. Per far
ciò è possibile ricorrere a un encoder ad albero (a effetto Hall,
ottico, magnetico) o al rilevamento del flusso di corrente attra-
verso gli avvolgimenti del motore. In linea generale i progettisti
preferiscono utilizzare questo secondo approccio, meno costoso
e più semplice da implementare rispetto al primo.
Bill Schweber
Mouser ElectronicsOltre ai tradizionali MOSFET e ai processori, i
componenti passivi quali resistori di rilevamento
e connettori sono elementi che devono essere
scelti con particolare attenzione
Un motore elettrico con i connettori ad alta tensione