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ANALOG/MIXED SIGNAL

LOCK-IN AMPLIFIER

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- ELETTRONICA OGGI 448 - SETTEMBRE 2015

Misure di precisione con

gli amplificatori lock-in

L’

amplificatore lock-in o “agganciato” serve per catturare

i segnali o talune loro componenti in frequenza quando

subiscono la sovrapposizione di forti rumori ed è perciò

uno strumento che risolve un’infinità di problemi non solo in

laboratorio ma anche sul campo, laddove le interferenze sem-

brano proibitive per qualsiasi strumento standard. In pratica,

sono progettati per estrarre da un segnale complesso solo ciò

che sta molto vicino a una ben precisa frequenza d’interesse,

escludendo tutto il resto inmodo da abbatterne l’energia e l’inter-

ferenza. Una volta isolata nel dominio della frequenza la frazione

che serve, lo strumento la filtra accuratamente per ripulirla da

ogni disturbo e poi la amplifica fornendo in uscita un segnale che

offre una nitidezza che talvolta appare persino straordinaria in

confronto alle condizioni in cui si trovava originariamente.

Per far ciò, il lock-in amplifier (LIA) necessita di un riferimento

che deve essere perfettamente sintonizzato in frequenza con la

componente del segnale, che si intende catturare e perciò, quan-

do è possibile, si prende direttamente dalla stessa sorgente che

ha generato il segnale o, in mancanza di essa, si ricostruisce con

un buon generatore di segnali che può anche essere un semplice

oscillatore controllato in tensione (VCO) ma è fondamentale che

sia a basso rumore. Gli amplificatori lock-in sono anche chiamati

Phase Sensitive Detector o rilevatori a sensibilità di fase proprio

perché ne viene bloccata la frequenza, in modo tale da aggan-

ciarsi con quella di interesse attorno alla quale avviene la misura

nel dominio della fase. In pratica, funzionano con due ingressi.

Da una parte entra il riferimento e dall’altra il segnale che passa

attraverso un filtro passa-basso la cui frequenza passante è sele-

zionata dal riferimento. Dopodiché c’è un moltiplicatore che fa il

prodotto fra i due e così viene volutamente aumentata l’energia

del segnale e anche del rumore in modo tale che poi si può far

passare il risultato attraverso un secondo filtro che fa riscendere

l’energia tagliando un’altra volta il rumore nell’intorno della fre-

quenza centrale e fornendo all’uscita il segnale allo stesso livello

che aveva all’ingresso ma drasticamente ripulito. Questa impo-

stazione è molto simile a ciò che in passato si definiva ricezione

omodina, anche se è un po’ modificata ma il concetto fondamen-

tale rimane inalterato. In pratica, con un amplificatore lock-in si

possono estrarre le componenti dei segnali con una risoluzione

in termini energetici di 105 ~ 106 e ciò significa che si possono

rivelare nitidamente componenti con energia di pochi nanoVolt

in mezzo a segnali con energia media di decine di milliVolt. È la

dinamica dello strumento, ossia la Dynamic Reserve espressa in

dB, che indica fino a quanto ci si può spingere nel catturare le

componenti di segnale rispetto al rumore di fondo e tipicamente

con 100 dB si possono rivelare i segnali fino a un milione di volte

più deboli rispetto all’energia media. Questa prerogativa rende

i lock-in indispensabili non solo per le ricerche scientifiche ma

anche per lo sviluppo industriale nella progettazione, nel collau-

do e nelle verifiche di qualità.

Lock-In con Clock-Stopping

Stanford Research Systems

attualmente ha già in distribuzione

alcuni amplificatori lock-in come i modelli SR510 e SR530 con

frequenza di cattura che va da 0,5 Hz a 100 kHz e 80 dB di dina-

mica, i modelli SR810, SR830 e SR850 DSP che lavorano da 1mHz

a 102,4 kHz con una dinamica di oltre 100 dB e il modello SR844

Lucio Pellizzari

Gli amplificatori agganciati in frequenza

consentono di rilevare segnali debolissimi rispetto

al rumore di fondo e perciò sono indispensabili sia

nella ricerca e sviluppo sia nelle verifiche di qualità

Fig. 1 – Schema molto semplificato del funzionamento di un amplifi-

catore ad aggancio di frequenza con cui si riescono a osservare segnali

persino un milione di volte più deboli del rumore

Fig. 2 – L’Analog Lock-In Amplifier SR124 di SRS ha una banda di misura

che va da 0,2 Hz a 200 kHz, 100 dB di dinamica e una sensibilità in ten-

sione che va da 100 nV a 500 mV