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DIGITAL

NEAR-EYE DISPLAY

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- ELETTRONICA OGGI 443 - MARZO 2015

Progettazione di occhiali smart:

come regalare un’esperienza

visiva coinvolgente

A

ttualmente si sta sviluppando un’ampia gamma di

Near-Eye Display (NED), conosciuti anche come

occhiali smart, per realtà virtuale (VR) e realtà

aumentata (AR), grazie ai quali crescono le opportunità di

offrire esperienze visuali che mescolano contenuti digi-

tali e mondo reale. In questo articolo saranno analizzate

alcune delle problematiche principali della progettazione

di soluzioni NED che consentano una visione perfetta e,

al tempo stesso, “fondano” il mondo digitale con il mondo

reale.

Esistono molti casi in cui il perfezionamento tecnico di

una soluzione NED non è semplicemente auspicabile, ma

fondamentale per l’utilizzo degli occhiali stessi. Si pensi a

un chirurgo o un medico del pronto soccorso che indossa

gli occhiali smart come ausilio durante un intervento. In

quella situazione è fondamentale avere una visione chi-

ara a tutto campo. Oppure si pensi a un giocatore di vi-

deogame, per il quale serve un ritardo di visualizzazione

estremamente ridotto per garantire un’esperienza di gioco

fluida in tempo reale.

In entrambi i casi, per avere un’esperienza visiva efficien-

te e coinvolgente, bisogna ridurre al minimo la latenza (ri-

tardo) dell’immagine visualizzata, massimizzare il contra-

sto ottico e allargare il più possibile il campo visivo (FOV)

delle informazioni visualizzate,

Latenza di visualizzazione: la chiave per avere

un’esperienza in tempo reale

Partendo dalla latenza di sistema, molte componenti a li-

vello di sistema possono contribuire alla latenza percepita

dall’utente. Ai fini di questa analisi l’attenzione si concen-

trerà sulla porzione relativa al motore di visualizzazione,

che può essere suddivisa in due componenti:

Latenza di visualizzazione (pixel) = tempo

di aggiornamento dati pixel + tempo

di commutazione pixel

Il primo parametro, chiamato “tempo di aggiornamento dati

pixel”, è il tempo necessario al dispositivo di visualizzazione

per “caricare” un nuovo valore di dati in un pixel. Per mol-

te architetture di motori di visualizzazione, questo tempo è

pari a uno o più fotogrammi, misurato dall’ingresso del mo-

tore. Supponendo un ritardo di un fotogramma, si tratta di

circa 16,67 ms per una fonte a 60 Hz, condizione frequente

perché molti display moderni sono dotati di una memoria

di fotogramma per facilitare l’elaborazione delle immagini.

Per alcuni motori, il tempo di aggiornamento dei dati pixel

può essere di due o più fotogrammi.

Il secondo parametro della latenza di visualizzazione è il

“tempo di commutazione pixel”, cioè il tempo che il pixel im-

piega per passare dallo stato corrente (on oppure off) allo

Carlos Lopez

Strategic marketing manager

Dan Morgan

Systems engineer

Texas Instruments DLP Pico Products

Un esame di alcune delle problematiche

principali della progettazione di soluzioni

NED che consentano una visione perfetta e,

al tempo stesso, “fondano” il mondo digitale

con il mondo reale