Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  25 / 86 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 25 / 86 Next Page
Page Background

25

- ELETTRONICA OGGI 442 - GENNAIO/FEBBRAIO 2015

TECH INSIGHT

3D

sensori MEMS, accrescendo-

ne la velocità di elaborazione

grazie ai collegamenti interni

TSV. In ogni caso, tuttavia,

va sempre ricordato uno dei

principi fondamentali dell’e-

lettronica, ossia che quanto

più si spinge l’integrazione fra

i sottosistemi circuitali e tanto

maggiormente specializzati si

ottengono i sistemi compositi

risultanti; viceversa, i sottosi-

stemi che svolgono funzioni

meno specializzate sono più

facilmente riutilizzabili. La cor-

sa all’elettronica 3D, quindi,

non è solo ardua dal punto di

vista termico ma può rischiare

di essere controproducente

per i progettisti di circuiti, ra-

gion per cui è bene valutare

con attenzione i vantaggi ot-

tenibili nelle prestazioni dei si-

stemi in rapporto ai rischi che

possono comparire durante la

progettazione e ai costi di svi-

luppo e verifica, che di conse-

guenza potrebbero parimenti

lievitare.

Circuiti 3D europei

I

laboratori IBM

di Zurigo sono

i principali protagonisti del

progetto europeo

Compose3

dove si studia come realizzare

nuovi dispositivi sovrapponibi-

li scegliendo opportunamente

i materiali semiconduttori, in

modo tale da ridurre il calore

dissipato e permettere la con-

vivenza di almeno due livelli

di elementi circuitali. Questo

progetto fa parte del Seventh

Framework Program (FP7)

dell’Unione Europea, partito a

gennaio di quest’anno con un

finanziamento triennale di 4,7

milioni di Euro e coordinato dal

centro ricerche IBM di Zurigo

insieme, al quale partecipano

anche il centro di ricerca fran-

cese

CEA-LETI

di Grenoble,

il

CNRS

di Parigi, i laboratori

STMicroelectronics

di Crolles,

i laboratori

DTF Technology

di

Dresda, l’

università di Glasgow

in Scozia, il

Tyndall National

Institute

irlandese e l’

IMDEA

(Madrid Institute for Advanced

Studies of Materials) spagnolo.

In pratica, il progetto mira a

sviluppare la tecnologia ne-

cessaria per poter depositare

sopra un substrato due livelli

circuitali, ossia due strati di se-

miconduttori contenenti degli

elementi circuitali che possa-

no funzionare sia in orizzonta-

le, interagendo con gli elementi

circuitali del loro stesso livello,

sia in verticale, interagendo

con gli elementi circuitali che

si trovano sull’altro livello. Per

far ciò i ricercatori hanno

studiato approfonditamente

i materiali dei gruppi III, IV e

V della tavola periodica e poi

hanno deciso di realizzare il

primo strato che si trova vicino

al substrato in silicio-germanio

(SiGe) e il secondo sovrastante

in arseniuro di gallio-indio (In-

GaAs), perché sono due semi-

conduttori a elevata mobilità

elettronica capaci, quindi, di

offrire un’alta velocità circuita-

le con una minima dissipazio-

ne termica. Nel primo strato in

SiGe hanno disegnato un cir-

cuito costituito da soli transi-

stor pFET, mentre nel secondo

di InGaAs un circuito formato

da soli nFET ma tutti i transi-

stor sono posizionati in modo

tale da sovrapporsi solo in

certi punti laddove possono di-

ventare un elemento circuitale

composto dal pFET sul primo

livello e dall’nFET sul secon-

do. In altre parole, si ottiene un

circuito con due livelli orizzon-

tali di piste circuitali e con un

array di collegamenti verticali

fra i due livelli. L’equilibrio ter-

mico è consentito dalla bassa

dissipazione dei due semicon-

duttori ed è anche favorito dal-

la scelta di fare il circuito con

i pFET nello strato in SiGE e il

circuito con gli nFET nell’In-

GaAs. La combinazione fra

un pFET e un nFET consente

come

è noto di disegnare una

cella elementare di memoria

Sram ed è perciò che il primo

prototipo realizzato a Zurigo è

proprio una memoria di que-

sto tipo, ossia una “3D-stacked

Sram”. La scelta del SiGe e

dell’InGaAs, inoltre, consente

di scendere con la geometria

di riga grazie alla buona ro-

bustezza meccanica dei due

materiali e in effetti il prototipo

è stato fabbricato con le piste

da 14 nm, ma i ricercatori pen-

sano che si possa scendere ul-

teriormente. Le caratteristiche

dei due tipi di transistor e le

prestazioni degli elementi cir-

cuitali formati dal loro contatto

sono risultate eccellenti nel-

le prime sperimentazioni ma

sono tuttora studiate, soprat-

tutto per verificarne l’affidabi-

lità, dato che le dimensioni na-

nometriche possono favorire

la nascita di effetti quantistici,

che a loro volta possono intro-

durre errori di funzionamento.

Attualmente le ricerche mira-

no ad approfondire la realizza-

bilità dei circuiti su due livelli

con gli attuali processi di fab-

bricazione in tecnologia CMOS

nei wafer da 300 mm nonché a

verificarne le prestazioni real-

mente ottenibili con le odierne

linee di produzione per volumi.

In particolare STMicroelec-

tronics sta approfondendo la

possibilità di fabbricare i cir-

cuiti 3D di questo tipo con i

processi FD-SOI, Full Depleted

Silicon On Insulator, caratte-

rizzati dalle ridotte dimensioni

dell’emettitore e del collettore

dei transistor rispetto alla base

perché ciò consentirebbe di

ottenere nFET e pFET più ef-

ficienti contenendo i costi di

produzione.

Q

Fig. 2 – Negli innovativi circuiti 3D sviluppati nel vecchio continente ci

sono un primo livello di transistor pFET in SiGe e un secondo livello di

transistor nFET di InGaAs che possono interagire sia in orizzontale sia

in verticale