TECH INSIGHT
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- ELETTRONICA OGGI 442 - GENNAIO/FEBBRAIO 2015
3D
I
sistemi elettronici tridimen-
sionali sono da molti anni
incautamente annunciati nelle
riviste tecniche come un’ico-
na che poi però sul silicio
trova poco riscontro, perché
in realtà è ben difficile sovrap-
porre gli elementi attivi senza
evitarne il surriscaldamen-
to; prova ne è che i recenti
annunci di transistor 3D intro-
ducono in effetti degli accor-
gimenti che modificano solo
in parte la geometria struttu-
rale sul silicio, aumentando in
vari modi le dimensioni della
base ma senza alterare l’im-
postazione fondamentalmente
planare nel chip di supporto.
Il problema è che le moderne
giunzioni a semiconduttore
lavorano tipicamente sopra il
centinaio di gradi centigradi e
quando ce ne sono migliaia in
pochi micron quadrati non è
possibile prescindere dall’as-
soluta necessità di dissipare
il calore sopra il chip; è perciò
vitale lasciarvi al di sopra lo
spazio minimo indispensabile
per far circolare un adeguato
flusso d’aria, almeno in una
direzione. Occorre, in pratica,
che le giunzioni dei transistor
si stabilizzino in un equilibrio
termico che permetta loro di
smaltire almeno un centinaio
di gradi, in parte per con-
duzione attraverso i materiali
semiconduttori e metallici che
le stanno attorno nel substra-
to e nel resto del circuito e
poi soprattutto per conve-
zione, attraverso i materiali
della superficie superiore del
package sopra alla quale c’è
l’aria. Quest’ultima modalità è
preponderante e, solo se il
calore da smaltire è limita-
to attorno a un Watt termico,
può bastare il contatto della
superficie del package con
l’ambiente esterno; se cresce
però verso la decina di Watt
allora bisogna ricorrere alla
ventilazione forzata e/o ai dis-
sipatori. Fortunatamente nei
moderni chip a basso consu-
mo quest’ultima ingombrante
soluzione va perdendosi ma
ciò non toglie che almeno la
dissipazione verso la superfi-
cie superiore del chip debba
essere sempre garantita, altri-
menti non c’è modo di raffred-
dare le giunzioni che, oltre a
peggiorare nelle prestazioni,
rischiano di surriscaldarsi
fino a causare il breakdown
del circuito.
Oggi sono molti i laboratori
che ricercano e sviluppano
tecnologie circuitali innovati-
ve con l’intento di migliorare
la compattezza dei sistemi
elettronici, pur garantendo
comunque un efficace smal-
timento del calore. Le princi-
pali tendenze in atto da alcu-
ni anni sfruttano i Through
Silicon Vias, ossia opportuni
canali scavati a livello del
substrato in grado di collega-
re parti circuitali fisicamen-
te separate. In questo modo
si possono comporre due o
più sottosistemi in un unico
grande sistema strutturato,
che permette loro di scam-
biare i dati attraverso i TSV e
rimanere tutti dentro un unico
package. Si parla, dunque, di
System-In-Package (SIP) 2,5D
quando i sottosistemi sono
affiancati e condividono sia i
collegamenti TSV nel substra-
to sottostante sia la superficie
superiore del package attra-
verso cui smaltire il calore,
mentre si parla di SIP 3D-IC
o 3-D TSV IC quando i sotto-
sistemi sono montati a coppie
uno sopra l’altro ma intercalati
da più strati di substrato iso-
lante e metallo termicamente
conduttivo, che permettono
al calore di fuoriuscire dal si-
stema intermedio per smaltire
attraverso le superfici laterali
del package, mentre il sistema
in alto può smaltire attraverso
la sua superficie superiore.
Quest’ultimo può quindi ospi-
tare i circuiti più caldi, come le
CPU, mentre in mezzo si pos-
sono mettere le memorie e fra
i due livelli si trovano i TSV,
che permettono ai due sotto-
sistemi di scambiare dati ad
alta velocità pur garantendo il
mantenimento di un adeguato
equilibrio termico. Diversa-
mente si possono montare i
due sottosistemi in verticale
con i circuiti rivolti verso l’e-
sterno, dove smaltiscono il
calore verso le rispettive su-
perfici laterali del package,
mentre in mezzo si appoggia-
no a un unico substrato che
ospita i TSV, attraverso cui
possono comunicare e che li
sostiene poggiando a sua vol-
ta sul connettore di supporto
sulla scheda.
In tutti questi casi è necessa-
rio permettere all’aria di fluire
sulle superfici del package e
occorre anche fare una pre-
ventiva simulazione termica
adeguatamente precisa per
assicurarsi dell’effettivo smal-
timento di tutto il calore ge-
nerato. D’altro canto, queste
soluzioni hanno il vantaggio
di consentire una maggior
diversificazione dei sistemi,
dato che si possono comporre
i sottosistemi a livello circuita-
le oltre che a livello funzionale
e, per esempio, unire dentro
un solo package un’unità di
calcolo e una memoria oppu-
re un front-end RF e uno o più
Elementi circuitali planari in 3D
Lucio Pellizzari
Dopo i package composti da più chip separati ma interconnessi
attraverso un opportuno substrato di silicio, arrivano i circuiti
disegnati su due livelli nei quali i transistor possono funzionare
sia in orizzontale sia in verticale
Fig. 1 – Il centro ricerche IBM di Zurigo è protagonista nel progetto
europeo COMPOSE3 ma STMicroelectronics ne sta curando l’implemen-
tazione sulle linee di produzione in tecnologia FDSOI