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EMBEDDED
49 • SETTEMBRE • 2013
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IN TEMPO REALE
SMART DEVICES
uest’anno fra le dieci tecnologie conside-
rate strategiche per la maggior parte delle
organizzazioni si colloca anche la cosiddetta
‘Internet delle Cose’: lo ha predetto qualche
mese fa la società di analisi Gartner, che
per ‘strategica’ intende una tecnologia con il potenziale di
determinare un impatto notevole a lungo termine sui piani,
le iniziative e le attività delle imprese nei prossimi tre anni,
soprattutto in termini di forte capacità dirompente rispetto
ai modelli di IT e business attuali, e di rischi per la compe-
titività di quelle aziende che dovessero adottare in maniera
troppo tardiva la tecnologia stessa.
In sostanza, la IoT (Internet of Things) rappresenta l’evo-
luzione di Internet. È il Web che esce allo scoperto, evade
dal solo mondo virtuale – fatto di server, pc, monitor e reti
d’ufficio – e si espande capillarmente nel mondo fisico.
Tanto che il futurologo e consulente di innovazione tecno-
logica Thomas Bialas ama provocatoriamente chiamarlo
‘Outernet’. Outernet manifesta il suo carattere ubiquitario
nell’ambiente in cui ci muoviamo tutti i giorni, attraverso
un’ampia varietà di dispositivi. Vengono subito in mente i
device mobili intelligenti di uso comune e sempre online,
come gli smartphone e i tablet.
Accanto ad essi, in continua diffusione, oggi esistono però
anche varie categorie di sensori (sensori di umidità, pres-
sione, temperatura e così via), e tag RFID (radio frequency
identification) applicati a una moltitudine di oggetti; tecno-
logie di identificazione e riconoscimento delle immagini,
terminali elettronici di pagamento nei punti vendita retail;
sensori medicali, sensori per l’industria alimentare, sistemi
domotici, apparati d’intrattenimento domestico e quant’al-
tro. Ciascun dispositivo è pronto a connettersi e a diventare
un nodo della rete. A seconda dei casi, questi device intel-
ligenti si collegano al Web attraverso le reti WAN (wide
area network) geografiche, costituite dalle infrastrutture
wired e dalle reti di comunicazione radiomobile (GSM,
GPRS, 3G, LTE, WiMAX e così via); oppure tramite le reti
wireless locali (Wi-Fi) o, ancora, utilizzando comunicazioni
di prossimità (NFC – near field communication, ZigBee
e così via). Tutti questi sensori, o dispositivi embedded
di elaborazione dati, sono in grado di comunicare diret-
tamente con Internet o con altri device connessi al Web
(M2M – machine-to-machine). L’enorme quantità di dati
e informazioni acquisibile grazie a tutti gli smart device
disseminati in ogni angolo del mondo fisico rappresenta
un grande potenziale per il settore dell’automazione, ma
richiede anche la messa in campo nella cloud di infrastrut-
ture di storage ed elaborazione dati adeguate allo scopo.
Inoltre, l’eterogeneità che caratterizza le tecnologie e gli
standard in uso, più o meno affermati, rappresenta ancora
un ostacolo non indifferente. Si tratta però di barriere all’a-
dozione il cui superamento permetterà di aprire le porte
alla creazione di nuove, potenti applicazioni e servizi.
Q
Internet delle Cose,
servono più standard
e sicurezza
L’eterogeneità delle tecnologie utilizzate nelle varie applicazioni e i problemi di IT security restano i
principali ostacoli alla realizzazione di sistemi interconnessi
Giorgio Fusari
Fig. 1 - Uno schema dell’applicazione di video-
sorveglianza realizzata da Funkwerk Information
Technology (Fonte: Advantech)
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