Semiconduttori: Adelante Pedro, con juicio..

Dalla rivista:
EONews

 
Pubblicato il 18 giugno 2002

Personal Computer

Un mercato ormai maturo in tutti i paesi industrializzati, che ha raggiunto la saturazione e dove l’opportunità di vendere a nuovi acquirenti diminuisce in modo significativo. Una situazione economica depressa può inoltre allungare il ciclo di vita del prodotto installato. Di converso l’evoluzione tecnologica rimane un fatto determinante, anche se non dominante e nel medio termine la base installata richiede il rimpiazzo indipendentemente dalle condizioni economiche generali. Questo dovrebbe far riprendere il mercato, ancora una volta, a partire dal secondo/terzo trimestre e con un incremento del 5% annuo in numero di unità vendute. Se il trend di aumento dei prezzi dovesse mantenersi, l’influenza positiva sul mercato dei semiconduttori dovrebbe essere anche più marcata.

Lo scenario economico generale sarà il fattore dominante!

La supply chain ormai sostanzialmente ripulita, la capacità produttiva ridimensionata, nessuna applicazione killer all’orizzonte, tutti i settori del mercato nella stessa situazione di attesa. La ripresa non potrà che essere pilotata dalla situazione economica generale o meglio dalla percezione che i consumatori avranno dell’andamento economico e quindi della loro capacità di spesa in nuovi beni di consumo tecnologicamente avanzati. Gli indicatori a cui fare riferimento sono quindi i tipici indicatori economici quali la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e il livello di confidenza dei consumatori. L’economia USA sembra essersi scrollata di dosso la recessione del 2001 chiudendo il 4T con una crescita del PIL dell’1,7%. Il Governatore della FED anticipa una crescita abbastanza sostenuta guidata da un’inversione di tendenza delle scorte, pur rimanendo cauto sulla domanda finale. Una serie di dati congiunturali – il più rilevante è quello relativo alla produzione industriale che ha registrato un incremento dello 0,4% ed una correzione al rialzo dello 0,2% (contro una stima iniziale negativa) – confermano che gli USA si avviano verso una ripresa significativa già a partire dal 1T. Diversi analisti sono concordi nello stimare un miglioramento sulle aspettative per il 2002. Anche in ambito europeo l’attività economica, se pur in leggero ritardo rispetto agli USA, sembra avviata su un sentiero di ripresa, come evidenziato dal costante miglioramento della fiducia delle imprese in diversi paesi dell’unione. Le aziende, dopo la riduzione dello scorso anno, dovranno ricostituire le scorte. La BCE si è detta ragionevolmente ottimista sulle prospettive economiche, ribadendo che il ritmo di crescita tornerà ad essere vicino al potenziale (2-2,5%) verso la fine dell’anno.

Il PIL giapponese nel 4T’01 è calato dell’1,2% a causa del crollo delle spese per investimenti. Le esportazioni hanno continuato a ridursi anche se il calo si è attenuato mentre hanno tenuto i consumi privati. Altri indicatori – la produzione industriale e la situazione delle scorte – fanno pensare che la contrazione dell’economia nipponica abbia toccato il fondo perlomeno nei settori principali dell’economia, quali l’high tech. Le ultime previsioni dell’FMI sembrano volgere al sereno: la crescita mondiale si assesterà a fine anno al 2,5%, valore rivisto dal 2,4% della stima precedente. Secondo il fondo la ripresa sarà trainata dalla “locomotiva” americana. I fattori chiave nel rilancio saranno il basso costo delle materie prime, la conclusione del ciclo delle scorte, la ripresa dei mercati azionari, la buona tenuta dei consumi e della fiducia dei consumatori. Da segnalare la situazione anomala delle borse mondiali che solitamente anticipano i dati economici muovendosi sulle aspettative; dopo aver dato segni di recupero durante il 4T del 2001, nella prima parte dell’anno hanno segnato il passo e perso, principalmente nel comparto tecnologico, quanto avevano guadagnato in precedenza. Nel totale una situazione ancora di incertezza: i segnali positivi ci sono ma la stabilità di questi ultimi è ancora tutta da verificare. È quindi questa incertezza che fa mantenere le forbici delle previsioni ancora abbastanza divaricate: tra un +3% ed un–5% per la chiusura del 2002.

Cosa si vede sul fronte dei produttori?

Il rapporto annuale da poco pubblicato da SEMI (Semiconductor Equipment and Material International) riporta per il 2001 una flessione del fatturato del 41% ed un rapporto ordinato/fatturato che solo a marzo ha superato l’unità per la prima volta dal novembre del 2000. Questo valore si è distribuito tra uno 0,97 per il front-end (i sistemi di diffusione) e per l’ 1,41% nel back-end (testing ed assemblaggio). Gli investimenti nel back-end sono tipicamente pilotati dall’aumento dei volumi dei componenti, che tendenzialmente partono prima rispetto alla completa utilizzazione delle linee di diffusione. Linee che nel frattempo sono state portate verso tecnologie più raffinate come 0,18 e 0,13 micron consentendo quindi, a parità di wafer processati, di ottenere un numero maggiore di componenti da inviare all’assemblaggio. I produttori continuano nell’implementazione dei piani di ristrutturazione, già annunciati per migliorare la flessibilità e la capacità di rispondere ai cambiamenti del mercato, nelle acquisizioni e merging – vedi per esempio la dichiarazione di intenti siglata da Hitachi e Mitsubishi per per la fusione delle loro linee di System LSI . Dopo una chiusura dell’anno con bilanci per tutti pesantemente in rosso e le previsioni sui primi sei mesi che potranno contare solamente sulle correzioni strutturali, più che su un aumento dei ricavi, la gestione degli investimenti sarà sicuramente molto cauta almeno per tutto il primo semestre fiscale. Nuovi capitali da riversare in investimenti verranno generati solamente per il fiscale 2003 e solo in una situazione particolarmente promettente saranno avviati nella seconda metà dell’anno e porteranno risultati solamente tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

Conclusioni?

Contrariamente a quanto fatto nelle previsioni in apertura d’anno, ora è possibile schierarsi tra gli ottimisti ed è quindi plausibile che l’obiettivo del +3% sia raggiungibile se non superabile. La ripresa c’è, anche se debole e se nessun avvenimento particolare – per esempio un aumento esagerato del greggio – disturberà gli equilibri, andrà consolidandosi. Il secondo trimestre ne darà conferma.
I lead time si stanno allungando anche se ancora a macchia di leopardo: le tecnologie più avanzate – 0,13 e 0,18 micron – sono in difficoltà già oggi e col procedere del trend positivo la situazione andrà estendendosi sempre più a tutti i prodotti. Nella seconda metà dell’anno si potrebbe avere una situazione di allocazione, vista la limitata propensione dei produttori anche solo a riattivare le linee messe in quiescenza dalla passata situazione di overcapacity. Per alcuni prodotti commodity potrebbe avere effetti dirompenti sui prezzi: la necessità di recuperare profittabilità da parte dei produttori sarà il driver assoluto. Un consiglio agli acquisitori: è il momento di una pianificazione attenta per una ricostruzione del portafoglio ordini, con una finestra temporale di una certa consistenza con un occhio di riguardo ai prodotti custom.

Allegato PDFScarica l'allegato

Anteprima Allegato PDF