Pronti per i mobile payment?

Pubblicato il 18 gennaio 2018

Orologi, braccialetti e gioielli. Per non parlare degli occhiali e dei vestiti. I dispositivi indossabili sono fashion e piacciono molto, anche se i più venduti continuano a essere i wearable basic, come le fasce per il fitness. Secondo gli analisti di IDC, però, ciò che farà impennare le vendite di questa categoria di prodotti sarà l’opportunità di fare acquisti grazie allo sviluppo di soluzioni e applicazioni di mobile payment.

Va detto che fare acquisti pagando con lo smartphone è sempre più sicuro, ed è anche per questo che Gartner, in un suo report, ha previsto che entro il 2018 il 50% dei consumatori in Europa, Nord America e Giappone pagherà i propri acquisti mediante smartphone  o altri wearable.

È questa la percezione degli utilizzatori che mostrano sempre più fiducia nei pagamenti mobile, anche grazie anche ai nuovi sistemi di identificazione attraverso parametri biometrici.

Come si paga?

In generale, i modelli di pagamento cui fare riferimento avvengono mediante smartphone o wearable, e branded-mobile wallet, fanno capo a banche o a società finanziarie.

Il tutto senza carte di credito o bancomat fisici, nei negozi. Il primo utilizza la tecnologia Nfc, la stessa alla base delle carte contactless. In pratica, si avvicina il cellulare al pos e avviene l’addebito sulla carta associata al servizio, via app. Funzionano così Apple Pay e i servizi Unicredit, Vodafone, Tim, Cartasì, Postemobile, Intesa San Paolo.

L’altra categoria sono servizi dove il pagamento avviene su internet, tra contatti che hanno aderito alla stessa piattaforma. I quali possono essere normali utenti o gli stessi negozianti. Funzionano così Jiffy, Satispay, Tinaba, i primi due con addebito su conto e il terzo su una carta dedicata.

E chi sono gli utilizzatori? I Millennial sono in gran parte già abituati a utilizzare questi servizi di pagamento. E in effetti il settore che ha maggiormente attratto i pagamenti tramite mobile è quello degli eventi: concerti, eventi sportivi, parchi tematici.

I servizi che permettono di pagare con lo smartphone coinvolgono anche i due più importanti sistemi operativi mobile, cioè iOS e Android. Il primo è già arrivato in Italia con Apple Pay: si appoggia alle carte di credito delle banche con cui ha stretto accordi e permette di fare acquisti.

 Non tutto è semplice

Sembrerebbe tutto semplice e a portata di smartphone. Ma non lo è. Un primo limite riguarda i cellulari supportati  e le banche cui appoggiarsi. Apple, per esempio, non è sempre supportato. La seconda categoria soffre invece dello scarso numero di esercenti abilitati, anche se Satispay  sta facendo grossi progressi. Conviene informarsi sul tipo di cellulare da utilizzare.

Le tecnologie

Dopo un inizio incerto, la tecnologia NFC – Near Field Communication (comunicazione in campo ravvicinato) è la più diffusa. È una tecnologia che permette lo scambio dati a meno di 10 cm, tra due apparecchi provvisti di questo dispositivo.

il Codice QR è tornato in auge grazie a popolari applicazioni come Snapchat, Kik e Messenger e alle nuove regole sulle etichettature dei prodotti alimentari.  Ma il suo ritorno è anche in gran parte guidato dalla Cina e dalle piattaforme di pagamento basate su codice QR  come AliPay e WeChat Pay.

E poi arrivano i “pagamenti invisibili” con Bluetooth Low Energy (BLE) che non richiedono alcuna interazione tra il consumatore e il rivenditore. Le integrazioni tecnologiche necessarie per consentire pagamenti veramente invisibili sono molto complesse e vi sono  progetti pilota che esplorano approcci diversi.  La tecnologia BLE beacon è essenziale per abilitare i pagamenti invisibili nel negozio.

Antonella Pellegrini



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