Mekfin: high-tech italiano con ambizioni europee

Dalla rivista:
EONews

 
Pubblicato il 25 febbraio 2002

Partenza in sordina, ma ambizioni da primo della classe. Finmek spa si proclama oggi secondo gruppo europeo nel settore dell’Electronic Manufacturing Services e punta a un fatturato di 900 milioni di euro nel 2002, nonostante la crisi in atto.
Non molto nota se non agli addetti ai lavori, Finmek fa capo alla holding di controllo Mekfin, che per il 2001 ha presentato un fatturato consolidato di 1.250 milioni di euro (NdR I dati ufficiali non sono stati ancora in possesso della redazione al momento di andare in stampa), con 6300 dipendenti. Questo piccolo impero elettronico, che ha sede a Padova, è stato messo insieme in pochi anni da Carlo Fulchir, imprenditore locale. È nato da alcune acquisizioni minori locali (come la Elektromec), ma è effettivamente decollato con l’acquisto delle attività core della Necsy (vedi box).
Il passo effettuato nel 1993, quando il termine outsourcing era sconosciuto alla massa, ha generato una catena di iniziative che rappresentano oggi una holding internazionale, con 19 stabilimenti in Italia e altri 3 in Europa.
Nel corso del 2001 si è definita con chiarezza la fisionomia del gruppo in tre settori operativi (EMS, ICT e prodotti elettromeccanici).
EMS è il settore dedicato ai servizi di ingegneria e di fabbricazione elettronica. I mercati di riferimento sono rappresentati da telecomunicazioni, informatica, public utilities, automotive, consumer e medicale. Finmek è l’azienda cardine per questo settore.
ICT si dedica allo sviluppo, produzione e marketing di sistemi per accesso ad Internet; personal computer, stampanti professionali e apparecchiature per ICT.
Prodotti elettromeccanici sviluppa, produce e commercializza componenti e sistemi meccanici per automotive e apparati per il controllo e la distribuzione dell’energia elettrica.

La diversificazione di Mekfin

Dal punto di vista organizzativo e di fatturato, il “mondo Mekfin” fa capo per circa il 50 per cento alla Finmek, della quale parleremo più diffusamente in seguito per quanto concerne gli aspetti EMS.
Nel settore ICT è presente la ex-Olivetti di Scarmagno, che fino a oltre la metà degli anni Novanta ha prodotto personal computer, per poi passare a un gruppo internazionale come OP Computers ed approdare infine, dopo altre vicissitudini di tipo legale e proprietario, in casa Mekfin con l’inizio del 2000, quando la neo costituita ICS ha rilevato attività e marchio dell’azienda informatica canavesana e ha dato l’avvio a importanti collaborazioni sul piano nazionale e internazionale (vale la pena di ricordare quella con Lexikon); il “braccio produttivo” della ICS si chiama CMS e fa parte di Finmek. Da citare anche, sempre nel settore informatico, la produzione di stampanti dell’americana Genicom (commercializzate tramite la Compuprint). Per quanto riguarda invece i prodotti elettromeccanici, si inseriscono in questo settore principalmente i dispositivi automotive della ex-Magneti Marelli e i contatori elettronici prodotti per Enel. All’area appartiene anche la Promek (meccanica di precisione). Negli ultimi due anni Mekfin ha rilevato imprese da Ericsson, Siemens, Bull, Fiat, Magneti Marelli, Olivetti, Telit, Italtel, Flextronics e in alcuni casi tali acquisizioni sono state trasferite per competenza alla controllata Finmek. Nella maggior parte dei casi tutti questi gruppi si sono trasformati a loro volta in OEM clienti di Mekfin per i prodotti collocati in outsourcing.
Tra le attività estere da ricordare l’acquisizione della FHM di Kiel, che vanta una solida esperienza nelle telecomunicazioni, conta circa 200 dipendenti e ha fatturato nel 1999 l’equivalente di 50 milioni di Euro. Le altre location estere del gruppo derivano dagli impianti portati in dote da Ixtant, confluita nella Finmek (per es. in Romania). Il portafoglio clienti comprende, oltre ai giganti nominati, anche Acea, Marconi, Motorola, Philips, Emerson e Viasat (navigatori satellitari per automobili).
È evidente lo sforzo del gruppo di riposizionare il proprio baricentro, con la ricerca di nuovi equilibri tra il business di riferimento, quello dell’EMS, e nuove segmenti o nicchie di mercato profittevoli. Operazione particolarmente opportuna in questo periodo in cui anche Finmek sta subendo i contraccolpi della crisi che ha colpito i propri OEM e quindi un riequilibrio in altri settori si rivela un must, dal momento che i ricavi legati alle TLC sono scesi alla fine del 2001 al 65 per cento rispetto al precedente 82 e quindi la modifica del mix di prodotti/servizi offerti, in chiave di diversificazione strategica, è improrogabile.

Finmek: il cuore EMS di Mekfin

La Finmek spa, il gruppo di spicco della cassaforte Mekfin, è controllata all’82 per cento da quest’ultima e per la quota restante da un pool di banche, assicurazioni e fondi di investimento. Dispone di propri stabilimenti a Roma, Sulmona, Padova e detiene inoltre il controllo della società operative Finmek PBA, Finmek Seima, CMS (a Scarmagno, produzione PC), Costelmar (nel Casertano, ex-Siemens) e Ixtant.
Finmek PBA è specializzata nell’assemblaggio di schede e sottosistemi elettronici, di medio e grande volume, per TLC, ICT, automotive e public utilities. Le sue sedi sono a Padova e Pagani.
Finmek Seima Elettronica (ex-Magneti Marelli), con sede a Udine, è attiva nell’assemblaggio e collaudo di schede elettroniche e sottosistemi per ICT e automotive.
Alla metà del 2000, in seguito al riallineamento strategico della Telit, che aveva stabilito di abbandonare per la propria piattaforma EMS, Finmek ha rilevato la Ixtant Electronics Manufacturing, con headquarter a Ronchi dei Legionari (Trieste). Al momento della cessione le fabbriche Ixtant erano 11, per la stragrande maggioranza situate in Italia, oltre che in Croazia e a Timosoara in Romania. Gli impianti più significativi portati in dote da Ixtant in Italia sono stati :
– il sito di Marcianise (ex-Olivetti, ex-Modinform)
– il sito di Chieti (ex-Alcatel)
– il sito di Avezzano (ex-Ceme, ex-Panduit)
– il sito di Aversa (ex-Texas Instruments).
La “corazzata” Ixtant ha conferito al gruppo attività di produzione di terminali portatili per telefonia cellulare e satellitare, palmari, schede e subassiemi per TLC, IT, infomobility e consumer. Con la sua incorporazione (2300 dipendenti, 55 linee SMT) Mekfin, ma nello specifico Finmek, è diventato il maggior gruppo industriale italiano nella fornitura di EMS.

Allegato PDFScarica l'allegato

Anteprima Allegato PDF