Luci e ombre per Marconi .
Dalla rivista:
EONews
La spina dorsale della nuova società è costituito dallo stabilimento di Latina, dalla sede di Genova-Sestri Ponente (laboratori e uffici), dalla fiorentina OTE, dalla Larimart di Roma, dalla Prod El di Milano e Roma, dalla Elmer di Pomezia, dalla Sirio Panel di Montevarchi, dalla Mid (Marconi-Italtel Defense, ossia la dismissione delle analoghe attività dalla Italtel, trasformate in una joint-venture con il gruppo genovese) con sedi a Milano, L’Aquila e Roma, e dalle attività satellitari concentrate a Catania.
Insieme le due aziende italiane hanno raggiunto, nell’esercizio terminato a fine marzo 2001, un fatturato di 1.446 milioni di euro (circa 2.800 miliardi di lire), con un aumento del 40% rispetto all’esercizio precedente e oltre il 70% della produzione destinata all’export. Il profilo produttivo del gruppo nel nostro paese comprende, oltre alle aziende citate, la Marconi Sud a Marcianise nei pressi di Caserta, che fa capo alla Marconi Communications; lo stabilimento casertano è entrato nella top five dei centri di eccellenza della Marconi plc, per quanto riguarda i sistemi ottici SDH. La Marconi Sud ha cominciato a operare dieci anni fa, trasferendosi da Latina a Marcianise con poche decine di addetti. Dal ’94 in poi, con lo sviluppo delle attività di collaudo e di configurazione dei sistemi di TLC, è stata raggiunta quota 1500 dipendenti all’inizio del 2001, con un fatturato nel 2000 intorno ai 1000 miliardi di lire (circa il doppio rispetto all’anno precedente). Nel ’99 l’impianto ha vissuto una profonda ristrutturazione: la produzione e l’assemblaggio delle piastre sono stati esternalizzati, tramite l’accordo mondiale con la Jabil Circuit, al quale si è accennato in precedenza. Su un’area di 12 mila metri quadri, non molto distante dallo stabilimento centrale, sono state trasferite tutte le attività di montaggio automatico e i magazzini (sul piano locale anche la Ipm e la Novatel offrono servizi in outsourcing alla Marconi, ma le dimensioni dell’outsourcing verso Jabil sono incomparabilmente superiori).
Tra gli altri siti Marconi distribuiti sul territorio nazionale vale la pena di ricordare il centro di Misterbianco (Catania), dove 100 specialisti effettuano progettazione e sviluppo di sistemi di comunicazione, di reti satellitari, nonché di componenti e circuiti a microonde, e il centro di competenza della Marconi Wireless di Pisa, strettamente legato alla locale università.
Il 2000, un anno di grande attività
La fine del 2000 è stato un periodo di particolare attività per il gruppo italiano. L’annuncio più importante dal punto di vista strategico è stato indubbiamente l’intesa con Telit Mobile Terminals per la cessione di Telit Networks, confluita in Marconi Mobile, oltre all’acquisizione della quota del 20 per cento del capitale della Telit Mobile Terminals stessa. Telit Networks, con circa 150 dipendenti a Milano e Chieti dedicati a ricerca e sviluppo di sistemi infrastrutturali per reti mobili, svolgeva attività complementari a quelle di Marconi Mobile per quanto riguarda la mobilità di terza generazione. Il sito di Chieti è stato reso centro di eccellenza, in abbinamento a quello di Genova, per la ricerca sull’UMTS.
Nello stesso periodo, la Marconi Mobile ha acquisito la Amtec di Roma, specializzata nella sicurezza su Internet tramite cryptocards, con stabilimenti e ricerca a Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore (Siena). Infine vale la pena di ricordare gli investimenti effettuati nei siti di Marcianise e Misterbianco, con l’assunzione di 500 nuovi addetti ad alta specializzazione.
Nel corso del 2001 sono stati raggiunti anche buoni risultati commerciali in Italia e all’estero: ad esempio in maggio è stato firmato un contratto con la Telecom Italia Wireline (valore 150 miliardi), per la fornitura di 700 mila linee ADSL e SDSL, destinate alla telefonia fissa e Internet per aziende, mentre la spagnola Retevision ha ordinato una grande rete di accesso wireless. Nel campo degli accordi per la ricerca, nella primavera Marconi Communications, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT), la Scuola Superiore S. Anna di Pisa e CNS hanno stabilito le basi del Centro di ricerche sulle reti e tecnologie fotoniche presso il CNR di Pisa; nella stessa città sono state definite le linee guida per il progetto Metrocore (Metropolitan Core Optical Ring Experiment), prima rete cittadina completamente ottica per supportare la nuova generazione di Internet. Per quanto riguarda il futuro a medio termine delle attività nel nostro paese, la multinazionale Marconi ha annunciato nel settembre del 2001 che le attività riconducibili agli insediamenti italiani erano state confermate all’interno del nuovo perimetro di core business. Invece lo scorso novembre si sono diffuse voci, peraltro non smentite, di potenziale cessione delle attività della difesa, settore che concentra in Italia il 90 per cento degli addetti e fa capo alla Marconi Mobile, alla quale conferisce la stragrande maggioranza del fatturato (le reti mobili pubbliche e private concorrono infatti solo per il 15 per cento). Il settore difesa è attestato su ricavi per oltre mille miliardi di lire, con un export che tocca una quota del 50 per cento e un tasso di crescita del 12 per cento, molto superiore a quello dei concorrenti. Interessati all’eventuale dismissione la British Aerospace, la francese Thales (ex-Thomson CSF), la franco-tedesca Eads, oltre alle americane Boeing e Lockheed.
Ovviamente le vicende della casa madre si stanno riflettendo anche sul contesto italiano, che oggi conta oltre 7500 dipendenti (con possibilità di uscita per 500). Un elemento obiettivo è il calo del fatturato alla fine del corrente esercizio, per effetto delle minori vendite intercompany, mentre con la clientela italiana pare verificarsi una sostanziale tenuta (NdR. Non sono ancora disponibili i dati definitivi al momento di andare in stampa). Sono stati anche confermati i propositi di proseguire sulla strada dell’outsourcing e di dismettere attività periferiche (come ad esempio la quota in Lottomatica).