Liberalizzare le frequenze: l’obiettivo di Gasparri.
Dalla rivista:
EONews
Domanda: Ci sono alti costi per le imprese all’applicazione del WLL?
Gasparri: “Abbiamo previsto prezzi contenuti e variabili per ogni Regione perché il mercato ha bisogno di flessibilità a prezzi differenziati. Se vogliamo puntare ad allargare il processo di liberalizzazione della telefonia fissa, dobbiamo prevedere ampia scelta delle tariffe e garantire all’utente la stessa situazione differenziata, simile a quella offerta dalla telefonia mobile. Abbiamo previsto prezzi bassi perché puntiamo alla presenza di tanti operatori anche locali per avviare il processo di liberalizzazione del mercato tlc di telefonia fissa. Per le tariffe vorrei garantire la stessa situazione della telefonia mobile e dare agli utenti la possibilità di avere ampia scelta. E naturalmente l’ampia scelta influenza le tariffe”.
Domanda: Significa quindi fare concorrenza da parte dei gestori locali al grande gestore Telecom Italia con tariffe più basse?
Gasparri: “Non è questo il punto. Non serve parlare di concorrenza e restrizioni a Telecom Italia. E’ una scelta federalista che offre flessibilità a livello regionale, rapportando il traffico su quantitativo regionale, e consente a tutte le Regioni di essere presenti sul mercato. Infatti per la gara del WLL la base d’asta più alta è stata prevista per le Regioni con maggiore traffico telefonico in rapporto alle quote nazionali”.
Domanda: Si aprirà quindi un mercato delle frequenze dove gli operatori e i gestori di Tlc potranno usare e riprendere ogni tipo di trasmissione telefonica, televisiva, radiofonica. Non sarà troppo agli operatori di Tlc? Non si creerà confusione per l’utente e le imprese, come sono state le tariffe iniziali del mobile?
Gasparri: “Il mercato delle Tlc non sta certo attraversando una fase espansiva. Le vicende di Blu e Ipse sono sotto gli occhi di tutti. La competenza delle licenze da parte del Ministero è stata attribuita dal precedente Governo di Sinistra; non è quindi in mio potere discrezionale. Inoltre stiamo comunque valutando la possibilità di liberalizzare le frequenze con l’introduzione di un mercato secondario. L’obiettivo è la razionalizzazione finale dello spettro delle frequenze. Stiamo approntando studi di modifica sull’impianto normativo attuale, avvalendoci della consulenza del Prof Nicholas Negroponte del MIT Media Lab e con il supporto della Fondazione Ugo Bordoni. Abbiamo affidato il compito di studiare assetto e vincoli dello spettro di frequenze. Contiamo di definire il tutto nell’arco di mesi. Le decisioni concrete non possono attendere anni.”
Domanda: Il passo successivo?
Gasparri: “Sarà verso il mercato secondario delle frequenze per tutti gli operatori anche telefonici, ma solo se assegnatari di licenze. Infatti alla base di questo progetto le assegnazioni delle frequenze statali saranno a monte, ma poi liberamente negoziate tra gli operatori se provvisti di licenze”.
Domanda: Sulle frequenze come mercato secondario, come mai?
Gasparri: “Una direttiva EU approvata a dicembre: è stata la prima ad introdurre il concetto di mercato secondario delle frequenze. La Commissione permanente sta studiando anche l’accesso radio a Internet senza licenze che sarà destinato a semplificare il collegamento in rete verso le zone rurali e suburbane. Credo che la diffusione degli strumenti Internet sia indispensabile e da incrementare nel Sud che ha potenzialità enormi sia umane sia naturali. L’arrivo della tecnologia moderna non potrà fare altro che bene. E per questo il Governo sta lavorando per trovare la soluzione migliore. L’Italia deve recitare un ruolo di primo piano. Il Governo è rivolto ad operare verso questo impegno e troverà tutte le sue energie per dare all’Italia un assetto di primo piano nel settore delle Comunicazioni.”