Le imprese italiane e l’e-business nel Rapporto Federcomin

Dalla rivista:
EONews

 
Pubblicato il 11 aprile 2002

Quanto è ampio l’utilizzo dell’e-Commerce piuttosto che dell’eProcurement? Quali sono i vincoli a una diffusione più estesa del Customer Relationship Management piuttosto che dell’eLearning? Risponde Federcomin, la federazione delle imprese delle comunicazioni e dell’informatica, con la ricerca intitolata “E-business: realtà e prospettive”, condotta in collaborazione con IDC Italia e presentata nel gennaio scorso. Si tratta di uno studio molto approfondito che ha coinvolto in tutto 1.200 imprese. Tra settembre e novembre 2001 sono stati intervistati due gruppi di aziende e cioè un campione di 1.000 imprese con più di 20 dipendenti, costruito in modo da rappresentare il tessuto economico italiano, e un gruppo di 200 imprese con più di 200 dipendenti, scelte nei segmenti più attivi nell’adozione di soluzioni di e-business. Per il primo gruppo hanno risposto i responsabili di sistemi informativi o di telecomunicazioni, per il secondo i manager responsabili di funzioni aziendali diverse, quindi né IT né TLC. Dai risultati della ricerca emerge un quadro piuttosto incoraggiante. Le aziende hanno compreso che l’e-business migliora l’efficienza dell’azienda. La net economy sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di imprese definite tradizionali e nei prossimi 12-18 mesi c’è da attendersi una rapida crescita dell’adozione di soluzioni di e-business proprio nell’ottica di recuperare efficienza. Ma resta ancora molto da fare per una diffusione più estesa, afferma il rapporto. Deve ancora crescere l’interesse delle aziende e devono migliorare la qualità e la velocità dei collegamenti, la funzionalità delle applicazioni, i costi di implementazione e gestione, e devono approfondirsi le conoscenze informatiche di chi utilizza le applicazioni. Ma vediamo le principali indicazioni emerse dai due gruppi di intervistati.

All’interno del campione di 1000 imprese, rappresentative del tessuto economico nazionale, risulta che ben l’80% ha un proprio sito o lo avrà entro breve tempo, il 55% ha una Intranet e il 29% una Extranet. In queste imprese, quindi, Internet rappresenta una vera e propria struttura di comunicazione nell’ambito delle relazioni interne ed esterne. L’eCommerce è utilizzato dal 39% del campione, soprattutto nei rapporti con la propria clientela business e con la rete di distributori, venditori e agenti della catena distributiva. Le altre applicazioni sono adottate in misura minore; da una parte perché sono ancora poco conosciute e dall’altra perché hanno un senso solo per alcuni tipi di aziende. Ad esempio il CRM può interessare generalmente imprese di una certa dimensione e in effetti solo il 13% del campione lo utilizza o prevede di farne uso prossimamente. Il 21% invece adotta applicazioni per ricerche di marketing online, il 9% la eLogistic, il 7% il Supply chain management e il 5% l’eProcurement. Ma al di là dei dati sulla diffusione delle applicazioni, i ricercatori valutano molto interessanti gli obiettivi che le imprese assegnano ai loro progetti di e-business. Nel breve e medio periodo, gli intervistati danno maggior importanza all’efficienza interna e all’integrazione dell’azienda con l’esterno piuttosto che all’espansione del business. Ciò denota un approccio “più maturo e razionale rispetto al recente passato: tra gli imprenditori intervistati infatti è minima la percentuale di chi ha creato da zero nuove divisioni o aziende completamente basate sulle attività online e Internet è visto non più come una nuova ‘practice’ dell’azienda, ma come una infrastruttura pervasiva che ne migliora processi e comunicazioni a tutti i livelli”.
Anche le imprese più ‘esperte’ del secondo campione condividono questo giudizio. Anzi, qui l’e-business è considerato un’opportunità importante con effetti sia nel breve che nel lungo termine in quanto “migliora l’efficienza dell’azienda all’interno della propria rete del valore”. Tuttavia queste imprese, che nel 78% dei casi hanno già sviluppato almeno un’applicazione di e-business, ne denunciano alcuni aspetti problematici.

E principalmente il fatto che questa innovazione impatta in modo considerevole sulle procedure esistenti e spesso non è semplice utilizzare le nuove applicazioni in modo efficace. Sono richieste capacità tecnologiche e manageriali “non banali” e ci si deve preparare a una fase di sperimentazione, se si vogliono ottenere risultati migliori. Viste le particolari competenze richieste a chi in azienda dovrà condurre la transizione all’e-business, molti intervistati del campione auspicano lo sviluppo di una figura professionale ad hoc con competenze trasversali di tipo tecnologico e strategico-economico. Una figura definita come eBusiness Manager o come eBusiness Advisor, che viene posta in posizione di staff alla Direzione Generale. Presso il gruppo delle aziende rappresentative del tessuto economico nazionale, invece, il maggiore ostacolo all’adozione dell’ e-business riguarda la “mancata corrispondenza tra le prestazioni della singola applicazione e la struttura dell’azienda”. In particolare, secondo gli intervistati, le applicazioni sarebbero pensate per imprese di grandi dimensioni e in ogni caso le attività e i processi prioritari per l’azienda non potrebbero essere supportati efficacemente dalle soluzioni attuali. Gli estensori della ricerca concludono che c’è quindi ancora molto lavoro da fare sul piano della comunicazione, soprattutto verso i top manager, che sono coloro che decidono l’acquisto insieme al responsabile IT.

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