Lattice lancia la gamma ECP5

I nuovi FPGA puntano a risolvere esigenze progettuali ad alto volume nel mondo delle comunicazioni dati: microserver, celle compatte, soluzioni di imaging

Pubblicato il 15 aprile 2014

Negli ultimi dieci anni, Lattice Semiconductor ha venduto oltre un miliardo di dispositivi programmabili. Tuttavia, con la propria strategia di business, sottolinea il presidente e amministratore delegato Darin Billerbeck (nella foto) parlando al Globalpress euroasiaPRESS 1:1 a San Jose, Lattice punta oggi a essere considerata un protagonista indiscusso nella fornitura di FPGA caratterizzati da costo ridotto, basso consumo di energia, minimo ingombro sulla scheda, indirizzati ad applicazioni dove il fattore time-to-market si rivela cruciale. Da tempo dunque, non intende più competere con i due big mondiali degli FPGA, nella fascia dei dispositivi high-end che indirizzano le esigenze di massime prestazioni di computing, dove i consumi di energia inevitabilmente crescono.

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Il dispositivo FPGA ECP5 implementato su una scheda

In tale contesto, al summit di Globalpress, il nuovo annuncio è quello della famiglia di FPGA ECP5, per i quali la produzione e commercializzazione dei primi esemplari è programmata a partire da agosto. Una linea di dispositivi con cui Lattice intende letteralmente “infrangere le regole” degli approcci convenzionali utilizzati tradizionalmente nel mondo degli FPGA, puntualizza Brent Przybus, senior director corporate e product marketing della società. “Infrangere”, nel senso che questi FPGA non sono dispendiosi, ma forniscono alte prestazioni posizionandosi con un costo inferiore del 40% rispetto a soluzioni concorrenti, e anche con un consumo di energia fino al 30% inferiore.

In un package  da 10 x 10 millimetri, un dispositivo ECP5 integra più di 200 I/O e può abilitare fino a 85.000 LUT (look up table) e SerDEs, che equivalgono al doppio della densità funzionale di soluzioni concorrenti. Il confronto diretto, che Lattice mette in evidenza, a livello di costo, è quello fra i device ECP5, con tecnologia a 40 nanometri, e alcune famiglie di FPGA a 28 nanometri (Cyclone VGX, Arria), mentre, a livello di dimensioni e consumo di energia, la comparazione è quella con alcune linee di FPGA a 28 nm, 45 nm e 60 nm (Cyclone IV GX/VGX, Spartan 6 LTX, Arria).

Il campo di applicazioni principale di ECP5 è quello della connettività e delle comunicazioni dati, in microserver, stazioni radio base cellulari di piccole dimensioni, o nelle videocamere industriali: tutti mercati in forte crescita, dove riduzione massima di costo, consumo e dimensioni risultano fattori cruciali. In questi settori l’uso di FPGA con queste caratteristiche, e consumi di pochi milliwatt, consente di realizzare soluzioni altrimenti non fattibili, a causa dei tempi e costi di sviluppo degli ASIC, o della mancanza di flessibilità degli ASSP.

Ma Przybus precisa: “La strategia di Lattice non è sostituire gli ASIC con gli FPGA, ma di fornire ‘companion chip’ per gli ASIC”. La flessibilità e programmabilità della gamma ECP5 permette infatti agli ingegneri di integrare questi chip sulle schede, per aggiungere con rapidità funzionalità in grado di completare quelle degli ASIC e ASSP. È il caso ad esempio  delle funzioni di connettività flessibile che è spesso necessario implementare, con costi molto contenuti, nelle celle compatte per l’uso all’aperto.

Giorgio Fusari



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