dall’altra si prevede che au-
menteranno i sistemi con set
di dati attivi che passeranno a
interfacce più veloci che non
condizionano le prestazioni.
Nei sistemi di archiviazione
dati, le interfacce SAS da 12
Gbit/s possono migliorare fino
a 4 volte le prestazioni della
memoria flash, rispetto alle
interfacce SATA. L’interfaccia
SAS più veloce e la possibi-
lità di raddoppiare l’instrada-
mento dei dati consentono di
potenziare le performance e
di proteggere i dati da guasti,
riducendo così la distanza in
termini di costi con i prodotti
basati su interfaccia SATA. In-
fatti, i costruttori stanno sem-
pre più producendo memorie
eSSD SAS con DWPD basso,
così da massimizzare le pre-
stazioni IOPS per i sistemi di
archiviazione dati.
È utile ricordare che le
memorie NAND flash possono
rivelarsi addirittura superiori
quanto a prestazioni rispetto a
quelle che usano le interfacce
SAS da 12 Gbit/s, e che que-
sto poterà all’aumento dell’uti-
lizzo di memorie eSSD con in-
terfaccia PCI express (PCIe).
Le interfacce PCIe supporta-
no velocità di trasferimento di
8 Gbit/s per corsia di dati, e
la possibilità di instradamento
multiplo rende virtualmente
illimitata la capacità di trasfe-
rimento dei dati.
Le architetture all-flash per un
certo periodo hanno utilizzato
le card plug-in basate su bus
PCIe, ma solo per un numero
limitato di applicazioni; questo
perché a queste schede man-
cava la funzione di hot-swap
(sostituzione a caldo), e il dif-
ficile processo di integrazione
richiedeva l’utilizzo di driver
proprietari che permettessero
l’impiego della memoria flash
sul bus PCIe.
Di recente sono state proget-
tate delle memorie NVM-e
(Non-Volatile-Memory
ex-
press) che usano il protocollo
PCIe dotate di un’interfaccia
compatibile con l’interfaccia
SAS/SATA dei dischi. Aumen-
ta così il numero di corsie di-
sponibili per il trasferimento
dati (fino a 4x PCIe) per un
dispositivo da 2,5 pollici. Le
memorie NVM-e supportano
la rimozione dei dischi a siste-
ma acceso, utile per rimuovere
un disco corrotto senza dover
interrompere l’alimentazione
al server. Tuttavia, il numero di
dispositivi che si possono usa-
re è limitato al numero di cor-
sie PCIe presenti sulla scheda
madre.
Il pezzo mancante nell’ecosi-
stema composto da control-
lore e moduli di espansione
sarà il vero limite all’impiego
delle memorie eSSD basate
su PCIe, che troveranno ap-
plicazione in pochi dispositi-
vi direttamente integrati sul
server. L’utilizzo in sistemi di
archiviazione più grandi richie-
derà l’introduzione di control-
lori e moduli di espansione,
così come è avvenuto per le
interfacce SATA/SAS. Ci vor-
rà ancora un po’ di tempo, per
ora le memorie eSSD basate
su PCIe e NVM-e saranno im-
piegate solo in alcuni disposi-
tivi presenti nei grandi server,
mentre resisteranno ancora le
memorie basate su SATA/SAS
per l’archiviazione dei dati.
In definitiva, le vendite di me-
morie eSSDs continueranno a
crescere per tutto il 2015 e ol-
tre. Si prevede che la costante
diminuzione del costo per GB
ne accrescerà l’utilizzo, anche
in nuove applicazioni di tipo
aziendale, e che l’introduzione
di nuove interfacce e tecno-
logie ne aumenterà ulterior-
mente la diffusione. Per avere
successo nel competitivo mer-
cato aziendale, i produttori di
memorie a stato solido eSSD
dovranno sviluppare control-
lori di prossima generazione
ottimizzati per le celle di me-
moria NAND flash.
In qualità di principale inven-
tore e produttore di memorie
NAND flash,
Toshibasi pone
come riferimento per la deter-
minazione di nuovi standard
per l’archiviazione dei dati nel-
le applicazioni aziendali.
morie eSSD fanno di queste la
scelta ideale per le applicazio-
ni che usano i database attivi
e le operazioni transazionali
(OLTP), è vero anche che il
loro carico di lavoro è solita-
mente molto elevato. Il carico
di lavoro può potenzialmente
andare a influenzare la resi-
stenza alla scrittura delle me-
morie NAND flash, pertanto
queste applicazioni hanno bi-
sogno di dispositivi eSSD ca-
paci di sopportare un tasso di
riscrittura (DWPD) più elevato,
oppure di più dischi rigidi che
girano a 15.000 rpm in confi-
gurazione RAID. La soluzione
è il punto di incontro tra costo,
prestazioni e rischi legati alla
realizzazione pratica.
Con la diminuzione del costo
per gigabyte delle memorie
NAND flash, saranno favorite
le soluzioni basate sulle me-
morie flash. Se le prestazioni
in termini di accesso random
ai dati (IOPS) fossero l’unico
criterio di ottimizzazione, una
configurazione RAID1 di due
memorie eSSD SAS di fascia
alta da 12 Gbit/s con 400.000
IOPS potrebbe sostituire un
drive con fino a 2.000 dischi
da 10.000/15.000 rpm e rag-
giungere il medesimo livello di
prestazioni in termini di IOPS.
Anche in un caso così estre-
mo, il costo elevato delle me-
morie eSSD che consentono
oltre 10 riscritture avrebbe an-
cora senso.
Le interfacce
del futuro
La maggior parte dei dischi
rigidi e delle memorie solide
impiega come interfaccia lo
standard SATA da 6 Gbit/s.
Diversamente dalle architet-
ture SSD client, una memoria
eSSD SATA per applicazioni
aziendali (Enterprise eSSD)
offre una precisa capacità di
riscrittura completa del disco
(solitamente 1 o 3 DWPD),
oltre alla protezione dei dati
da improvvise interruzioni
dell’alimentazione e termini
di garanzia adeguati al tipo
di attività. Le memorie eSSD
SATA di classe aziendale rag-
giungono maggiori prestazioni
di riscrittura rispetto alle SSD
client, grazie al maggior livello
di ridondanza intrinseca e alle
ottimizzazioni firmware che
rispondono alle esigenze ope-
rative dell’ambiente aziendale.
Se da una parte nel corso del
2015 continueremo a trovare
architetture di archiviazione
basate sulle memorie solide
eSSD con interfaccia SATA,
EON
ews
n
.
584
-
marzo
2015
21
tecnologie