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TECH INSIGHT

NEWS/ TECHNOLOGIES

La tecnologia

NanoThermoMechanical

Francesco Ferrari

R

icercatori dell’

University of Nebraska-Lincoln’s Department of Mechanical & Materials Engineering

hanno recentemente pubblicato un documento su una tecnologia chiamata “NanoThermoMechanical” che

può essere utilizzata per realizzare dei diodi particola-

ri, a loro volta utilizzabili come componenti di base per

costruire computer in grado di lavorare a temperature

molte elevate. I componenti realizzati con questa tecno-

logia possono operare a temperature di 600 K (326 °C) e i

ricercatori ritengono che si possano raggiungere tempe-

rature anche più elevate ottimizzando il progetto.

A differenza dei dispositivi elettronici però le memorie e

la logica realizzate con componenti basati su tecnologia

NanoThermoMechanical utilizzano il calore e non l’ener-

gia elettrica per memorizzare i dati e elaborarli e si basa-

no sul principio della near-field thermal radiation (NFTR),

un sistema per trasferire il calore tramite radiazione ter-

mica tra due superfici, fenomeno che si verifica quando

la distanza che le separa diventa molto piccola, cioè con-

frontabile con la lunghezza d’onda della radiazione.

Questo tipo dispositivi può operare in ambienti particolarmente caldi e ostili dove sarebbe impossibile usare

l’elettronica tradizionale. In effetti i possibili campi di applicazione non sono moltissimi, e vanno dalle trivella-

zioni ad altissima profondità per la ricerca di petrolio e fonti geotermiche, alle missioni spaziali come quelle su

Giove o su Venere dove le temperature medie sono di diverse centinaia di gradi.

Un diodo termico funziona sostanzialmente come il suo equivalente elettronico: permette il passaggio di ener-

gia, in questo caso termica, in una direzione, ma non nell’altra. Questa capacità dei diodi di controllare la di-

rezione di un flusso consente di produrre due distinti livelli di segnale, ponendo le basi per implementare una

logica binaria composta da 0 e 1.

I nuovi diodi termici possono avere due distinti livelli di flusso di calore tramite il controllo della distanza fra

due superfici formate da un terminale fisso e da uno mobile. I ricercatori hanno dimostrato che, cambiando la

temperature relative dei due terminali, cambia anche il gap size tra loro, che modifica la quantità di trasferi-

mento di calore che a sua volta dipende dalla direzione del flusso.

È la prima volta che i ricercatori sfruttano la

relazione fra questi quattro parametri (tempe-

ratura, separation gap, livello di trasferimento

del calore e direzione del flusso di calore) per

realizzare un diodo termico. Dal punto di vista

pratico, il dispositivo consiste in 24 coppie di

terminali fissi e mobili con due microheatehers

che controllano indipendentemente e misurano

le temperature di ciascuna coppia di terminali.

I componenti con questo tipo di tecnologia pos-

sono essere alimentati con il calore dissipato da

altre applicazioni. Un altro vantaggio di questa

tecnologia è che i diodi termici possono essere

facilmente implementati dato che non richiedo-

no materiali rari, ma soltanto tecniche già note

da tempo dall’industria dei semiconduttori.

Il rettificatore è composto da un terminale fisso (in alto),

un terminale mobile (in basso) e una struttura espandibile

termicamente (Fonte: Elzouka, M. and Ndao, S. High Temperature

Near-Field NanoThermoMechanical Rectification. Sci. Rep. 7, 44901;

doi: 10.1038/srep44901 – 2017)

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- ELETTRONICA OGGI 462 - MAGGIO 2017

Micrografia per scansione eletttronica del microdispositivo dimostrativo (Fonte:

Elzouka, M. and Ndao, S. High Temperature Near-Field NanoThermoMechanical

Rectification. Sci. Rep. 7, 44901; doi: 10.1038/srep44901 – 2017)