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TECH INSIGHT

SMARTER VISION

21

- ELETTRONICA OGGI

459

-

GENNAIO

/

FEBBRAIO

2017

zioni superiori in presenza di scarso illuminamento. È

richiesta la sincronizzazione fra il trasferimento di linea

e il movimento dell’oggetto, per evitare aloni e difetti

dell’immagine. Le velocità dei fotogrammi possono es-

sere molto alte, essendoci solo poche linee da leggere.

In una matrice bidimensionale che contiene un grande

numero di linee, le dimensioni della matrice costitu-

iscono un fattore che determina la velocità massima

dei fotogrammi. Alcuni sensori consentono la lettu-

ra dei pixel in parallelo per migliorare le prestazioni.

I sensori 2D possono anche effettuare finestrature o

analisi in Regioni di Interesse, per leggere i pixel uni-

camente in una particolare area dell’immagine. Questo

può aumentare le prestazioni reali in applicazioni in

cui le informazioni di interesse risiedono all’interno di

una piccola area dell’immagine catturata, come nei si-

stemi avanzati di guida assistita (ADAS), nei sistemi di

sorveglianza o negli apparecchi scientifici.

Avendo determinato il formato di acquisizione delle

immagini e la risoluzione richiesta, l’intensità dei pi-

xel costituisce l’aspetto successivo più importante da

considerare. L’intensità definisce l’area del pixel che è

disponibile per raccogliere la carica creata dai fotoni

incidenti. I pixel di intensità minore raccolgono meno

carica in un determinato periodo di tempo, e perciò

potrebbero richiedere tempi di integrazione più lunghi

per catturare un’immagine. Ciò può compromettere le

prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione o in

presenza di oggetti in rapido movimento.

La velocità di cattura delle immagini e le prestazioni

nelle condizioni di illuminazione previste sono an-

che determinate dalla tecnologia del sensore e dalla

scelta di un tipo di sensore a illuminazione frontale

o retroilluminato. In questo caso il parametro chiave

è l’efficienza quantica (QE), che esprime il numero di

elettroni prodotti in relazione al numero di fotoni che

colpiscono il sensore. Di norma la QE

del sensore scelto dovrebbe essere il

più possibile alta all’interno dello spet-

tro di interesse.

L’assorbimento, la riflessione e la tra-

smissione sono i criteri chiave che in-

fluenzano la QE di un sensore.

In un sensore illuminato frontalmente, i

fotoni colpiscono il lato frontale, ma le

caratteristiche circuitali come le linee

metalliche o i gate in polisilicio posso-

no schermare alcuni pixel ottenendo di

conseguenza una QE più bassa. I sen-

sori retroilluminati costituiscono un tipo

alternativo di sensore, e sono opportu-

namente assottigliati sul lato posteriore

per ricevere fotoni sulla superficie po-

steriore, evitando così la presenza di

ostruzioni. Questi dispositivi forniscono

tipicamente una QE superiore.

Il rumore nei sensori

L’aspetto successivo da considerare

è il rumore tollerabile all’interno del

sensore di immagini. Esistono tre prin-

cipali sorgenti di rumore:

Il rumore del dispositivo è transitorio

per natura e include il rumore impulsi-

vo e il rumore introdotto dagli amplifi-

catori in uscita e dai circuiti di reset.

Il rumore a schema fisso (FPN) è per sua natura spa-

ziale ed è legato alle risposte diverse dei pixel quando

sono soggetti alla stessa intensità di illuminazione. Fra

le tecniche per compensare il rumore FPN, una delle

più popolari è il campionamento doppio correlato del

segnale di uscita.