Table of Contents Table of Contents
Previous Page  17 / 86 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 17 / 86 Next Page
Page Background

17

- ELETTRONICA OGGI 459 - GENNAIO/FEBBRAIO 2017

RECOM POWER

DAL LATO TRASMETTITORE

rende relativamente economiche anche grandi

installazioni, per esempio in raffinerie, dove i

sensori possono essere spesso distanti mol-

te centinaia di metri dal controllo di processo.

Anche la ricerca degli errori è semplicissima.

Poiché in caso di funzionamento corretto scorre

sempre una corrente di almeno 4 mA, una cor-

rente di 0 mA segnala un

sensore difettoso o un’in-

terruzione della linea. E

inoltre i sistemi basati sul-

la corrente non risentono

di tensioni d’interferen-

za. Ciò è vantaggioso in

particolare in complessi

impianti industriali, dove

all’interno di una condotta

per cavi è facile che i se-

gnali vengano influenzati

da segnali estranei.

Dalla prospettiva attuale ci

sono però anche punti de-

boli. Innanzitutto, disturba

il fatto che ogni sensore

richieda un proprio cavo.

È comprensibile quindi

che siano richieste solu-

zioni nelle quali i segnali

di diversi sensori possano essere trasmessi su

un’unica

linea. Inoltre spesso i dati grezzi dei

sensori devono poter essere già elaborati e vi-

sualizzati nel trasmettitore. Per questo occorro-

no processori di segnali e display che necessi-

tano di una tensione di alimentazione propria. E

ciò – a distanza dalla centrale – è spesso impe-

gnativo e difficile da realizzare.

Tensione di alimentazione intelligente

per sensori intelligenti

La tensione di alimentazione del segnale di

uscita in corrente di 4-20 mA non crea grandi

problemi. Alimentatori con tensioni nell’inter-

vallo da 12 fino a 36V sono perfettamente suf-

ficienti finché possono azionare i 20 mA con

cavi di qualsiasi lunghezza e si trovano presso

il ricevitore, vale a dire nelle immediate vici-

nanze del comando, dove i collegamenti elet-

trici non rappresentano un problema.

È invece complicata l’alimentazione dell’elet-

tronica addizionale nelle vicinanze del trasmet-

titore. Qui manca in genere un collegamento di

rete o una tensione continua adeguata. L’am-

plificatore del segnale di uscita in corrente del

trasmettitore, in genere un convertitore di ten-

sione/corrente disponibile come ASIC, può es-

sere alimentato dall’uscita in corrente. Alcuni

ASIC – per es. XTR115 di TI – dispongono ad-

dizionalmente di un’uscita regolata da 5V con

una capacità di carico fino a 2 mA. Ciò è suf-

ficiente per compensare ponti o per alimentare

un amplificatore operazionale. Chi necessita di

un carico superiore doveva finora ricorrere a

regolatori lineari, poiché il fabbisogno di base

di regolatori a commutazione che si presume

siano “economici” già a vuoto sono superiori ai

4 mA disponibili al massimo dall’uscita in cor-

rente (Fig. 2). Con regolatori lineari è possibile

ricavare fino a 3,5 mA dalle uscite in corrente –

almeno in teoria. Con i regolatori, infatti se deve

essere sfruttato l’intero intervallo di tensione del

segnale di uscita ne rimane disponibile solo più

la metà: davvero troppo poco per la corrente di

alimentazione di componenti addizionali come

chip di controllori, DSP o display. Per non parlare

di modem HART (Highway Addressable Remote

Transducer), necessari per la trasmissione di

dati di sensori digitali.

Fig. 2 – La corrente al di sotto della soglia di 4 mA (area verde) può essere sfruttata per

l’alimentazione dell’elettronica di trasmettitori