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V

POWER SUPPLY

POWER 12 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

Molto spesso, più power rail vengono utilizzati per fornire

potenza a un singolo circuito integrato e l’ordine in cui si

susseguono le operazioni di accensione (power up) e spe-

gnimento (power down) assumono un’importanza critica

per un corretto funzionamento dell’integrato stesso. Per

implementare la sequenza richiesta tra i diversi power rail

è necessario instradare in modo opportuno i segnali uti-

lizzati per comunicare lo stato dei differenti alimentatori.

Il progetto dell’infrastruttura preposta all’erogazione

della potenza è caratterizzato da vincoli sempre più strin-

genti. Per minimizzare resistenze e induttanze parassite

è necessario ricorrere a vari piani di potenza, mentre il

numero di condensatori di disaccoppiamento richiesto

è sempre maggiore. Questi devono essere posizionati in

prossimità del carico al fine di garantire una tolleranza

molto stretta per la tensione e assicurare un comporta-

mento stabile nel caso si verifichino improvvise variazioni

di carico. In assenza di un disaccoppiamento

adeguato, tali variazioni di carico possono dar

vita a fenomeni transitori sui terminali di ten-

sione che a loro volta possono generare even-

ti indesiderati come ad esempio reset spuri.

Oltre a ciò, le connessioni di potenza devono

coesistere con le piste di segnale e non interfe-

rire con il loro instradamento, espressamente

progettato per assicurare un controllo accura-

to delle lunghezze dei percorsi, un elemento

critico per la temporizzazione.

Nel momento in cui i vincoli relativi all’eroga-

zione della potenza si fanno più severi, i proget-

tisti devono prendere in considerazione nella

fase iniziale del design la tipologia e il posizio-

namento dei moduli di potenza e dei relativi

componenti. La definizione del routing per

l’erogazione della potenza in questa fase per-

mette di effettuare una stesura delle piste conforme alle

linee guida finalizzate a garantire l’integrità dei segnali,

in modo del tutto analogo a quel che accade per i segnali

ad alta velocità. Cercare di “comprimere” il circuito per la

distribuzione della potenza in una fase successiva spesso

compromette la possibilità di assicurare un’erogazione

“pulita” della potenza e ciò spesso comporta una riduzio-

ne delle prestazioni del prodotto.

Flessibilità e supporto per le future evoluzioni

Anche se è senz’altro utile definire l’architettura per la di-

stribuzione della potenza nelle fasi iniziali di un progetto,

è anche necessario prevedere un certo grado di flessibili-

tà, utile per modificare alcuni parametri, come ad esem-

pio la potenza di uscita di un convertitore PoL, le tensioni

di un terminale o la sequenza di accensione/spegnimen-

to, per tenere il passo con l’evoluzione del progetto.

I moduli di potenza digitali possono garantire la flessibili-

tà richiesta dai progettisti. A differenza delle tradizionali

architetture di potenza di tipo analogico che, essendo di

tipo fisso, richiedono variazioni a livello hardware o di ca-

blaggi nel caso siano necessarie modifiche, i moduli digi-

tali possono essere riprogrammati per regolare i parame-

tri in modo rapido ed economico (Fig. 2). Come riportato

in figura 3, la sequenza dei terminali di tensione può es-

sere configurata e ri-configurata con semplicità mediante

regolatori di tensione digitali. I moduli digitali, inoltre,

richiedono un numero ridotto di componenti esterni, a

tutto vantaggio della semplicità progettuale e della ridu-

zione dello spazio occupato sulla scheda.

Nel corso del progetto e dello sviluppo di un prodotto è

quasi inevitabile l’apporto di modifiche o aggiornamenti.

Come già discusso, molte di queste operazioni possono

essere effettuate mediante la riconfigurazione dei modu-

li di potenza a controllo digitale già integrati nel sistema

senza quindi la necessità di dover modificare la scheda

PCB principale o i moduli preposti all’erogazione della

potenza. Ovviamente, si potrebbero verificare situazioni

che richiederanno aggiornamenti di natura fisica al cir-

cuito originale. Un caso tipico è quello in cui la corrente

di carico aumenta a un valore superiore a quello previsto

dalle specifiche originali, per cui è necessario il ricorso a

componenti elettrici di maggiori dimensioni per fornire la

corrente addizionale richiesta dal carico. Uno dei vantag-

gi legati all’utilizzo dei moduli di potenza è rappresentato

dalla possibilità di minimizzare l’impatto del processo di

aggiornamento della scheda PCB principale, solitamen-

te complessa e costosa. L’aggiornamento a un modulo di

potenza caratterizzato da una potenza di uscita maggiore

spesso si riduce al solo spostamento delle piazzole o dei

fori di montaggio, senza modificare nessun’altra specifica

di progetto della scheda PCB stessa.

Grazie alla potenza digitale, inoltre, è possibile utilizzare

Fig. 2 – I sistemi che adottano un’architettura di potenza digita-

Á

-

tore PoL, attraverso l’interfaccia digitale