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RETI PON
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- ELETTRONICA OGGI 457 - OTTOBRE 2016
Vivado è possibile inserire pressoché qualsiasi proto-
collo standard di tipo datacom in un FPGA di Xilinx
premendo semplicemente un tasto.
Benchè brillante, anche l’ADSL ha i suoi limiti. Questo
è il motivo per cui il mercato si è evoluto verso la tec-
nologia PON (Passive Optical Networking).
Di nuovo, il limite della tecnologia ADSL è imposto dal
Teorema di Shannon ed è difficile utilizzare l’ADSL a
velocità superiori a 15 Mbps usando i doppini. Non si
tratta di un limite della tecnologia ADSL in sé; piuttosto
è la distanza media fra l’utente e la centrale telefonica
che determina il limite. Per ottenere una maggior velo-
cità è necessario cambiare l’”ultimo miglio”, minimiz-
zando nel contempo il costo legato alla modifica delle
relative infrastrutture. Naturalmente è possibile forni-
re connettività di tipo SDH (con connettività Ethernet)
a ciascun cliente per soddisfare queste esigenze, ma
sarebbe troppo costoso. La tecnologia PON è stata la
risposta a questo problema perché assicura un equi-
librio ottimale fra costi di aggiornamento, prestazioni
fornite e sforzi di reingegnerizzazione minimi per l’ul-
timo miglio.
Tecnologia PON: principio di funzionamento
I fornitori di servizi mettono a disposizione un singolo
cavo su fibra fino ai “limiti dell’edificio”, in un raggio di
poche centinaia di metri dai clienti. Non c’è un cavo in
fibra per ciascun utente. Un cavo in fibra sostituisce
decine di doppini. Uno splitter ottico passivo fornisce
un cavo in fibra a ciascun utente e gli utenti accedono
solo alla propria porzione dei dati trasmessi in mul-
ticast dalla centrale telefonica, con accesso protetto
da un meccanismo di cifratura. Nella direzione che va
verso la centrale telefonica (Figura 4),
un cavo in fibra che parte da ciascun
utente passa attraverso uno splitter
passivo e viene multiplato su una sin-
gola fibra presso la CO. L’apparecchio
situato presso quest’ultima che riceve
i dati dl cavo in fibra è chiamata OLT
(Optical Line Termination). Questa ar-
chitettura è radicalmente diversa da
quella di una rete ADSL. Il vantaggio
della tecnologia PON è che le cabine
in strada sono ora realizzate in tecno-
logia ottica, e sono ancora di tipo pas-
sivo. Non ci sono componenti attivi in
cabina. Questo è un vantaggio chiave
della tecnologia PON: in questo modo
sono minimizzati i costi di manutenzio-
ne per i fornitori di servizi.
Lo svantaggio è che il fornitore di servizi deve sostitui-
re i doppini esistenti con un numero (limitato) di cavi in
fibra. Per contenere i costi di migrazione (a spese delle
prestazioni), in molti Paesi le reti PON vengono instal-
late sotto forma di reti ibride. Gli utenti si connettono
alla cabina in strada con l’ADSL, ma la connessione
dalla strada all’OLT è di tipo ottico.
L’ADSL opera molto più velocemente con questo ap-
proccio ibrido perché il DSLAM si trova solo a po-
che centinaia di metri dall’utente, non presso la CO. Il
vantaggio è che la cabina ibrida in strada è ora attiva
perché ospita un piccolo DSLAM. La tecnologia PON
rappresenta un compromesso bilanciato fra costi e
prestazioni. Non è una soluzione ottimale dal punto di
vista tecnico, come era il datato modem da 56Kbps, ma
è scalabile per il futuro. C’è un altro aspetto tecnologi-
co da non sottovalutare degli apparecchi OLT è la loro
interfaccia. Nella direzione che va verso la centrale te-
lefonica, tutti gli utenti sono connessi allo stesso rice-
vitore attraverso uno splitter ottico passivo. Gli utenti
devono quindi trasmettere ad intermittenza, uno alla
volta, perché essi condividono un singolo supporto
su fibra verso l’OLT. Tutte le trasmissioni operano alla
stessa frequenza, con una fase dipendente dall’utente.
Il ricevitore dell’OLT risincronizza la sua fase di cam-
pionamento all’inizio di ciascuna sessione di trasmis-
sione per ricevere correttamente i dati.
Ciascuna sessione colloca uno schema specifico all’i-
nizio della medesima, detto preambolo, che aiuta l’OLT
ad ottenere l’aggancio per ciascuna sessione di tra-
smissione specifica. Il ricevitore di interfaccia di cia-
scun OLT è chiamato unità “BCDR” (Burst-mode Clock
and Data Recovery).
Fig. 4 – Una rete PON in direzione verso la centrale di commutazione