EO_Medical_n.3 - page 9

MEDICAL 3 - ottobre 2013
IX
E-SKIN
Per fornire risposte tecnologiche innovative alle
aziende e ai costruttori di dispositivi elettronici, alla
continua ricerca di soluzioni più evolute per la re-
alizzazione di sensori touch e materiali, il modello
alla base delle varie attività di studio e sperimentazio-
ne dell’ateneo di Stanford punta alla realizzazione di
una ‘electronic skin’ (e-skin). Una specie di ‘super
pelle elettronica’ dotata di caratteristiche di flessibi-
lità ed estendibilità; biocompatibile, biodegradabile,
capace di autoalimentarsi e autoripararsi, e utilizza-
bile in applicazioni nella robotica, nei dispositivi me-
dicali e nei prodotti di elettronica di consumo.
Gli obiettivi, spiega Bao, sono arrivare alla realizza-
zione di robot in grado di interagire con l’ambiente
circostante in maniera simile a quella umana, ma an-
che di creare attrezzature chirurgiche capaci di ese-
guire compiti con maggior precisione, telefoni cellu-
lari con display flessibili, e altro ancora. Nel settore
della cosiddetta ‘mobile health’, che si avvale dei di-
spositivi mobile per il supporto dei servizi in campo
medicale e nella sanità, ci sono diversi tipi di utilizzo.
Ad esempio, per simulare la capacità
della pelle di avvertire svariate forze
e tipologie di pressione, anche mol-
to lieve, la ricerca sta sperimentando
l’uso di semiconduttori OFET (orga-
nic field-effect transistor) e sensori
OTFT (organic thin-film transistor) a
elevata sensibilità che, grazie alla loro
struttura, sono integrabili in applica-
zioni dove è richiesta notevole flessi-
bilità del dispositivo.
Ma, continua Bao, si stanno speri-
mentando anche thin film in PVDF
(Polyvinylidene fluoride – fluoruro
di polivinilidene), per creare senso-
ri e trasduttori adatti a monitorare
il battito cardiaco e la pressione del
sangue, per individuare eventuali
aritmie, difetti del cuore o malattie
vascolari. Non tutte le applicazioni
commerciali, precisa Bao, necessita-
no di una completa dotazione di di-
spositivi sensoriali. Tuttavia, il grup-
po di ricerca di Stanford lavora per
creare una e-skin sintetica in grado
di riparare da sola eventuali danni o
tagli subiti dalla struttura; una pelle
artificiale capace d’integrare sensori
di pressione, temperatura e sostanze
chimiche in substrati flessibili, esten-
dibili, biodegradabili, e alimentati da
celle solari e batterie ‘stretchable’.
Fig. 1 - Nella foto, un
piccolo pezzo di ma-
teriale autoriparante:
secondo i ricercatori
di Stanford, una volta
tagliato esso è in grado
di ricostruirsi in circa
30 minuti
Fig. 2 - Zhenan Bao, professore di ingegne-
ria chimica alla Stanford University
1,2,3,4,5,6,7,8 10,11,12,13,14,15,16,17
Powered by FlippingBook